Per «compagnia degli uomini» io voglio indicare quella situazione che vede il cristiano «compagno» degli uomini, cioè il cristiano che sta con gli uomini abitualmente, quotidianamente, ferialmente: sta con loro mangiando lo stesso pane, camminando con loro senza evasioni né esenzioni, comunicando con loro nel male e nel bene presenti nella storia. La compagnia degli uomini è vissuta quando la chiesa si sa nel mondo, i cristiani parte dell'umanità, il cristianesimo nella storia; dunque non «chiesa e mondo», non «cristiani e uomini», non «credenti e non credenti»!
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Tu credi che sia capitato solo a te, e ti meravigli come di un fatto strano di non esser riuscito a liberarti della tristezza e della noia, malgrado i lunghi viaggi e la varietà dei luoghi visitati. Il tuo spirito devi mutare, non il cielo sotto cui vivi. Anche se attraversi il vasto oceano; anche se, come dice il nostro Virgilio, "ti lasci dietro terre e città", dovunque andrai ti seguiranno i tuoi vizi.
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Ciò a cui ti invito oggi, è anzitutto imparare a pensare per affinare giudizio e decisioni. Sì, ogni giorno devi trovare tempo per riflettere, per assumere interiormente le esperienze che vivi, per vagliarle e cercare di comprenderle. Questa capacità di interrogarti, di porti domande su di te e sui rapporti che hai con gli altri, ti potrà sembrare difficile.
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