1 dicembre 2024
I domenica di Avvento
Luca 21,25-28.34-36 (Ger 33,14-16; 1Ts 312-4,2)
di Luciano Manicardi
Noi continuiamo a fare fiducia alla parola del Signore che ha detto “Io vengo presto”. E crediamo di più a quella parola che all’evidenza di una storia umana incapace di liberarsi dal male e che anzi lo moltiplica e lo riproduce e lo estende. Crediamo, vogliamo credere di più alla promessa di bene del Signore che all’evidenza del nostro fallimento
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24 novembre 2024
XXXVI domenica nell’anno
Giovanni 18,33b-37
di Sabino Chialà
Gesù sa di essere il re-messia e discendente di Davide, e dunque di adempiere la promessa, ma la sua regalità è altra rispetto a quella di Davide e a quella che molti si attendevano e forse si attendono ancora. Altra certamente rispetto a quella mondana. Celebrare la regalità di Gesù è l’occasione per cogliere alcuni tratti di questa “regalità altra” esercitata da Gesù.
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17 novembre 2024
XXXIII domenica nell’anno
Marco 13,24-32
di Sabino Chialà
Restare fedeli alla terra e alla storia, ma con lo sguardo e il cuore protesi verso il ritorno del Signore: attendere il Signore che torna significa, infatti, credere nella sua fedeltà alla creazione e nel suo amore incondizionato. Se ritorna è perché ama questa creazione e non può lasciare che essa vada in perdizione, ma piuttosto attende di poterla trasfigurare in lui.
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10 novembre 2024
XXXII domenica nell’anno
Marco 12,38-44
di Sabino Chialà
Gesù invita i discepoli a un’arte difficile e preziosa: leggere oltre l’apparenza, non fermarsi all’esteriorità, ma comprendere il valore dalle cose a partire da ciò da cui nascono. Il riferimento agli scribi è evidente: loro sono visti e credono di valere per la loro visibilità; la vedova non è notata da nessuno all’infuori di Gesù, ma il valore del suo gesto è dato proprio da ciò che non si vede, dal fatto che coinvolge la sua stessa vita.
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