In questa rubrica giornaliera vi proponiamo la meditazione del Vangelo del giorno preparata da un fratello o una sorella di Bose. Il nostro desiderio è di spezzare il pane quotidiano della parola di Dio, condividendo la lectio divina fatta nella solitudine della cella monastica. Per tutti il fine è quello indicato da Ignazio d’Antiochia, “rifugiarmi nel Vangelo come nella carne di Gesù” (Lettera ai Filadelfiesi).

Le pericopi del vangelo seguono il lezionario proprio del nostro monastero.

Misericordia, non sacrifici

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4 luglio 2025

Gesù ha appena guarito un paralitico per rivelarci che ha sulla terra il potere di rimettere i peccati. E oggi ascoltiamo un’altra liberazione dal male, un’altra manifestazione del suo perdono che ci ridà vita e libertà dalle nostre paure e catene. Vedendo un uomo seduto al banco delle imposte, un servo del denaro, Gesù lo chiama dicendogli: “Seguimi”; ed egli si alzò e lo seguì. 

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Conosciuto e amato

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3 luglio 2025

È Tommaso che con un impeto di amore è pronto a morire per Gesù (cf. Gv 11,16), per la sua causa, e nei discorsi di addio, dopo la lavanda dei piedi, proprio lui chiederà come poter riconoscere la via indicata da Gesù (cf. Gv 14,5). Proprio in quei discorsi Gesù aveva preparato Tommaso e gli altri a quello che doveva accadere, fortificandoli con il dono della pace e mettendoli in guardia rispetto alla possibilità per tutti loro dell’incredulità di fronte a ciò che sarebbe accaduto.

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Gesù vince il male, se lo accogliamo

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2 luglio 2025

Il racconto di oggi è in quella parte del vangelo di Matteo che segue il discorso della montagna. A quell’insegnamento straordinario in cui si sottolinea l’autorità della parola di Gesù, segue il racconto di dieci miracoli in cui l’autorità ha un riscontro concreto, effettivo: “Egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati” (Mt 8.16). L’interesse dell’evangelista però converge anche sugli effetti che questi segni hanno su chi vede, ascolta e partecipa a quanto accade.

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Imparare da una tempesta

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1 luglio 2025

“Perché avete paura, nani di fede?”; così traduce André Chouraqui. Nel pensiero ebraico la relazione con Dio, la fede, non è compresa come l’adesione a verità dottrinali ma come un fare, un mettere in pratica. Allora cosa intende Gesù, che era ebreo e si nutriva dell’insegnamento dell’Antico Testamento, quando parla di fede? Il breve episodio della tempesta sedata ci può aiutare a capire. 

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Una comunione di diversità attorno a Gesù

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30 giugno 2025

Il giorno successivo alla festa dei santi Pietro e Paolo la nostra comunità vuole ricordare insieme alle chiese ortodosse il Collegio apostolico, il gruppo dei dodici chiamati a stare con Gesù e da lui inviati a predicare. Se nel corso dell’anno facciamo memoria della vocazione dei singoli apostoli, oggi li ricordiamo come la comunità di Gesù, che fin dagli inizi della sua vita pubblica ha voluto associare al proprio ministero i Dodici. 

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Compassione e umiltà

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28 giugno 2025

Il brano evangelico odierno ci mostra la compassione di Gesù, una compassione capace di vedere la sofferenza dell’altro, capace di ascoltare la richiesta di aiuto di chi affida a lui coloro che ama, capace di andare oltre i confini ristretti dell’appartenenza familiare, etnica, religiosa, e capace di soccorrere tutti.

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Il dono come testimonianza

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27 giugno 2025

Gesù scende dal monte – il monte che da allora porta le beatitudini nel nome – seguito da una folla numerosa. L’uomo lebbroso – nessun essere umano può essere ridotto a un aggettivo, tanto meno quando questo aggettivo indica una malattia – infrange la regola e, anziché stare a distanza e proclamare ad alta voce la condizione che fa di lui un reietto, osa avvicinarsi a Gesù fino a prostrarsi e a rivolgergli la parola in un faccia a faccia audace e fiducioso. 

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La grande luce che sorge

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26 giugno 2025

Che cosa sappiamo dalla biblioteca-Bibbia della “terra di Neftali e della terra di Zabulon” (4,16)? “Il Signore mostrò dal monte Nebo a Mosè tutta la terra, tutto Neftali….” (Dt 34,1-2). La popolazione della terra di Neftali è stata deportata in Assiria (cf. 2Re 15,29): “In passato [il Signore] umiliò la terra di Neftali e la terra di Zabulon ma in futuro renderà gloriosala via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti” (Is 8,23). Ascoltando la Bibbia troviamo la memoria di un passato di deportazione-umiliazione e l’annuncio di un futuro di gloria.

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La fatica della felicità

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25 giugno 2025

“Perché tu sia felice” (Dt 6,3), questa è la trama nascosta che sostiene le parole con cui Gesù si oppone al tentatore; parole tutte tratte dal libro del Deuteronomio e collegate come una collana di perle da questo filo rosso: la prospettiva della felicità, di una pienezza di vita.

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Rotture

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24 giugno 2025

Le rotture ci appartengono. Le rotture ci definiscono. Alcune sono lacerazioni che non si ricompongono facilmente o forse non si ricomporranno mai. Esistono però rotture vitali, feconde, generative di novità. Giovanni il profeta battezzatore, tanto amato dalla tradizione monastica – che lo ricorda come il primo, il “principe” dei monaci – e popolare, è una di queste rotture. Di quelle rotture rare che fanno la storia, forzano l’aurora a nascere, tracciano sentieri mai prima mappati, mai prima nemmeno immaginati. Forse pochi esseri umani hanno l’ardire di “essere rotture” nell’arco delle loro fragili e fugaci esistenze.

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Convertitevi

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23 giugno 2025

Compito del profeta è risvegliare la coscienza ad un profondo desiderio che la abita: la deposizione dell’uomo vecchio e la rinascita a novità di vita. Illuminante a questo proposito è la pagina evangelica di oggi, l’apparizione sulla scena di Giovanni il Battista. Una pagina che la lettura rende contemporanea a noi e noi alla pagina, per cui l’ “In quei giorni venne”, l’incipit del brano, diviene oggi “viene a noi”. 

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Ospiti per amore e nell’amore

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21 giugno 2025

In italiano, la parola ospite è ambivalente: può riferirsi tanto a chi ospita quanto alla persona ospitata. In ogni caso, però, lascia intuire un certo grado di conoscenza reciproca, o quanto meno di benevolenza e gratitudine; allude anche a diritti e doveri che, per quanto non codificati, sono riconosciuti da chiunque appartiene a una stessa cultura. Soprattutto, però, questa parola è un buon concentrato del vangelo che abbiamo appena letto: Gesù desidera essere ospitato da noi, anzi sta alla nostra porta e bussa perché lo ascoltiamo e gli apriamo (cf. Ap 3,14-20), e tutto il Vangelo secondo Giovanni ruota intorno al dramma del Figlio che “venne tra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto”

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Il cantico di lode del nascondimento

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19 giugno 2025

«La mia mente abbisogna di chiese dai grandi echi e del frastuono delle strade fuori dal suo luogo di calma per scoprire dove le soffici colombe della pace si ritirano» (Elizabeth Jennings). Questo ritirarsi sembra la cifra essenziale della vita e della spiritualità di san Romualdo (+ 1027), figura luminosa dell’eremitismo nell’Italia centrale e settentrionale all’alba del secondo millennio.

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Parola che rende fratelli e sorelle

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18 giugno 2025

L’evangelista Luca nel raccontarci questo episodio della vita di Gesù introduce delle differenze che addolciscono la narrazione rispetto alla redazione degli altri due evangelisti: quel “cercare” (cf. Mc 3,32), che ha una connotazione negativa, e quel porre la domanda: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?” (cf. Mc 3,32; Mt 12,48), che porta in sé il dubbio. In Luca la madre e i fratelli raggiungono Gesù per “vederlo” (v. 20): un vedere che è loro reso impossibile dalle tante persone che circondano Gesù. E alla loro, e nostra, ricerca di visione Gesù risponde con un invito all’ascolto. E questa è l’altra bella differenza introdotta da Luca, il rimandare all’ascolto. Ascolto che è al centro di questo capitolo 8 del Vangelo secondo Luca: “Fate attenzione a come ascoltate” (Lc 8,18), perché è da questo ascolto che dipende il frutto che portiamo, la forma che diamo alla nostra vita, alle nostre relazioni. Poco prima Gesù ci ha messo di fronte alla domanda: quale ascolto scegli di offrire al seme-Parola di vita (cf. Lc 8,4-15)?

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