In questa rubrica giornaliera vi proponiamo la meditazione del Vangelo del giorno preparata da un fratello o una sorella di Bose. Il nostro desiderio è di spezzare il pane quotidiano della parola di Dio, condividendo la lectio divina fatta nella solitudine della cella monastica. Per tutti il fine è quello indicato da Ignazio d’Antiochia, “rifugiarmi nel Vangelo come nella carne di Gesù” (Lettera ai Filadelfiesi).

Le pericopi del vangelo seguono il lezionario proprio del nostro monastero.

“Là giunto, sarò uomo!”

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17 ottobre 2024

Se ci concediamo il tempo di sostare e osservare lo scorrere delle stagioni nella campagna, non frettolosamente ma con il passo di chi ascolta mentre cammina, molte delle parole dette da Gesù diventeranno ancora più famigliari tingendo di colori la nostra vita come accade ora, in autunno, per le foglie della vite.

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Quando l’io oscura Dio

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16 ottobre 2024

Leggendo i vangeli, incontriamo anche un Gesù così: indignato. Meditando la buona notizia contenuta nelle Scritture, incontriamo anche un Gesù così, che, in nome dell’“evangelo”, non risparmia parole dure contro chi perverte quella parola di Dio che è sempre, fin dalla prima alleanza, una parola di verità, di giustizia e di amore. E Gesù sa che ogni perversione nasce dal cuore, nasce da dentro, e poi si traduce in comportamenti e atteggiamenti esteriori. Comportamenti e atteggiamenti tanto più dannosi in quanto vissuti da persone, come i farisei e i dottori della Legge, che avrebbero dovuto essere fari di verità, di giustizia e di amore per altri credenti di Israele.

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Che cosa ci rende “impuri”

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15 ottobre 2024

Gesù è invitato a tavola da un fariseo, cioè da un uomo religioso che osservava e studiava la parola di Dio nelle Scritture, parola che però spesso era sommersa dalle tradizioni religiose aggiunte dagli uomini. Quest’uomo rimprovera Gesù di non aver osservato norme di purità tradizionali (utilissime fino ad oggi come igiene!) ma che, allora, non avevano nulla a che fare con l’intenzione che motiva ogni parola e ispirazione di Dio: cioè la giustizia, l’amore e la misericordia.

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Custodire la parola come un figlio

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12 ottobre 2024

Nei versetti che precedono il testo di oggi (Lc 11.14-26) Gesù ridà la parola a un muto, scacciando il “demonio” responsabile di quella menomazione. Le folle sono meravigliate ma le reazioni sono differenti perché alcuni lo accusano di essere il capo dei demoni, altri non si accontentano e lo “tentano” chiedendo altri segni o prodigi. Sembra però che queste obiezioni non siano espresse apertamente, perché la risposta di Gesù a costoro è introdotta dall’espressione: “Gesù conoscendo le loro intenzioni” (Lc 11.17). L’azione di Gesù che libera dal male provoca fra gli ascoltatori dubbi, interrogativi e mormorazioni sottovoce. È come se costoro fossero rimasti muti, bloccati nella loro facoltà di parlare e di dire una parola…

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Con umile amore

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11 ottobre 2024

Nel brano di vangelo che oggi leggiamo nella memoria di papa Giovanni XXIII, assistiamo al dialogo tra Gesù risorto e l’apostolo Pietro. In realtà si tratta della ripresa di un dialogo interrotto nell’ultima cena, quando Pietro con sicurezza un po’ arrogante, a Gesù che gli diceva: “Dove vado ora tu non puoi seguirmi, ma mi seguirai più tardi”, aveva risposto: “Signore perché non posso seguirti: io darò la mia vita per te!” (Gv 13,37). E Gesù gli aveva preannunciato il triplice rinnegamento. Pietro, imbarazzato, non aveva più saputo cosa rispondere a Gesù, e in seguito, dopo un primo timido tentativo di seguire Gesù nel buio della sua passione, lo aveva abbandonato al suo destino rinnegandolo per tre volte. 

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Magistero di paternità

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10 ottobre 2024

Gesù ha risposto alla domanda dei discepoli di “insegnare loro a pregare” pronunciando le parole del Pater (11,1-4). Subito dopo li interpella con parole che riguardano le relazioni di amicizia e di paternità e, attraverso il testo evangelico, le sue provocazioni raggiungono anche noi: “Chi tra di voi ha un amico” (11,5), “quale padre tra di voi” (11,11). L’amico svegliato in piena notte dall’amico che gli chiede dei pani per ospitare un amico venuto a visitarlo, nonostante tutto si alzerà per dare ciò che gli viene chiesto (11,5-8). E un padre non darà certo una serpe o uno scorpione al figlio che gli chiede cibo (11,11-12). 

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Di chi ci riconosciamo figli?

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9 ottobre 2024

Per la memoria di Abramo, padre di tutti i credenti nel Dio unico, ascoltiamo e meditiamo il passo che conclude il c. 8 del vangelo di Giovanni, un brano complesso che chiede di essere compreso alla luce di tutta la seconda parte di questo capitolo a partire dal versetto 13. In questi versetti ricorre ben ventidue volte la parola “padre” applicata a tre entità diverse: a Dio Padre, ad Abramo, al diavolo.

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Alla scuola del Samaritano

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7 ottobre 2024

In un brano successivo, l’evangelista Luca ci presenterà un notabile che chiede a Gesù cosa fare per ereditare la vita eterna (Lc 18,18-23). Nel Vangelo odierno è un dottore della Legge che pone la domanda. Là Gesù stesso risponderà con le parole del Decalogo, qui è lo scriba che, sollecitato a compiere il suo mestiere di interprete – “cosa sta scritto, come leggi?” – risponde citando il comandamento-preghiera dello Shemà Israel: “Ascolta, Israele!”.

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Benevolenza dal Padre al figlio ai piccoli

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5 ottobre 2024

“I discepoli tornarono pieni di gioia…” (cf. Lc 10,17-20). “I settantadue” hanno sperimentato “la potenza” dell’atto “terapeutico” (cf. 10,9). Cosa hanno provato operando questa cura? Hanno potuto sperimentare in se stessi la possibilità di non essere danneggiati “dalla potenza del nemico” (cf. 10,19). Aveva garantito Gesù: “niente vi danneggerà”. Loro si sono fidati di questa Parola e hanno agito curando altri.

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Il giogo leggero di umiltà e povertà

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4 ottobre 2024

“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!” (Mt 11,17). Il Battista ha predicato con rigore nel deserto, il Nazareno con compassione nei villaggi, ma nulla si è mosso, l’indifferenza continua a regnare sovrana. Non stupisce dunque che Gesù la sferzi con un tonante “guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida!” (Mt 11,21). Quel che stupisce invece è che a quel “guai” segua quasi senza soluzione di continuità un “ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. 

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Con il cuore colmo di compassione

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3 ottobre 2024

Gesù non è un super-eroe che fa tutto da sé. Fin dall’inizio del suo ministero itinerante chiama e sceglie, accoglie, ama e condivide la sua missione con uomini e donne, diversissimi tra loro. E non forgia un battaglione di soldati pronti a eseguire qualsiasi ordine. Non si comporta come un grande burattinaio che manovra fantocci e pupazzi senza spina dorsale.

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Seguire Gesù è ad alto prezzo

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2 ottobre 2024

Il discepolo cristiano è un chiamato da Cristo a stare con lui, reso partecipe della ragione che determina il suo esserci e il suo vivere: il Regno di Dio. In Gesù il suo Dio si fa vicino come non mai per riscattare l’uomo e i regni umani dal male - il no al cielo, all’altro, al creato - e dalla morte. I nemici dell’uomo. 

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Indurire il volto, non il cuore

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1 ottobre 2024

Il brano proposto oggi ha un tono solenne. Con questi versetti Luca apre la lunga “sezione del cammino” che concluderà solo dieci capitoli dopo, con l’arrivo alla destinazione annunciata da subito: Gerusalemme, la città che uccide i profeti e lapida quanti sono inviati a lei (cf. Lc 13,34). Rispetto agli altri evangelisti, Luca sottolinea discretamente come Gesù abbia compreso molto presto quale fosse il suo destino, senza fuggirlo ma andandovi incontro.

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