Il 17 luglio 1944, nel penultimo anno della seconda guerra mondiale, una processione di duemila prigionieri di guerra tedeschi veniva fatta marciare attraverso la piazza Rossa di Mosca. La folla, tutto intorno, osservava. Secondo la testimonianza del poeta Evgenij Evtušenko, che allora era un bambino, i marciapiedi brulicavano di spettatori, cui soldati e poliziotti facevano da cordone. La folla era composta in prevalenza di donne, donne russe con le mani arrossate dal duro lavoro, donne su cui aveva gravato e ancora gravava almeno metà del peso della guerra.
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Sophie amava la danza e le buone letture. Insieme agli altri aveva dato vita a La Rosa bianca, piccolo gruppo di resistenza antinazista. I cinque giovani, insieme al professor Huber, nel corso del 1942 e nelle prime settimane del 1943 avevano sfidato il regime nazista, stampando e diffondendo clandestinamente in Germania e Austria sei volantini contro Hitler.
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Nel 1933, nel pieno della grande depressione, Dorothy Day dà vita sia a una rivista sia a un movimento laicale, il Catholic Worker Movement. Aperto a tutti, cerca di costruire una nuova società all’interno del guscio della vecchia. Pochi mesi dopo l’uscita del primo numero del giornale Catholic Worker, apre le porte la prima di molte case di ospitalità.
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