Pentecoste: un lievito di bontà
Dopo la trasgressione di Adamo i pensieri dell’anima si sono dispersi lontano dall’amore di Dio volgendosi al mondo presente, mescolati a pensieri materiali e terreni. Ma come Adamo, mediante la trasgressione, accolse in se stesso il cattivo lievito delle passioni, così per partecipazione tutti quelli che sono nati da lui e tutta la razza di Adamo hanno parte a quel lievito. Il cattivo lievito delle passioni era stato impastato con la razza del vecchio Adamo.
Allo stesso modo piacque al Signore nella sua discesa sulla terra patire per tutti, tutti acquistare con il proprio sangue e deporre un celeste lievito di bontà nelle anime credenti umiliate dal peccato, e così compiere in esse ogni giustizia dei comandamenti e tutte le virtù in crescente progressione finché non fossero impastate in una sola pasta nel bene e divenissero un solo Spirito con il Signore, secondo la parola di Paolo poiché, nell’anima tutta penetrata dal lievito dello Spirito divino, non può neppure formarsi una qualche idea del male e della malizia, come è detto: “la carità non pensa il male”. Senza il lievito celeste, cioè la potenza dello Spirito divino, l’anima non può essere fermentata dalla bontà del Signore e giungere alla vita.
Se uno impasta la farina senza mettervi del lievito, può ben impastarla, amalgamarla e lavorarla con ogni cura, ma l’impasto è azzimo e sgradevole da mangiare; se invece vi si mette del lievito, esso attira a sé tutto l’impasto e tutto lo fa lievitare … E ugualmente con la carne: se la si tratta con ogni cura ma non la si sala con il sale che distrugge i vermi e fa scomparire il cattivo odore, puzza, va in putrefazione e non può essere utilizzata per gli uomini. Allo stesso modo supponi che l’umanità intera sia la carne o la pasta, che il sale e il lievito siano la divina natura dello Spirito santo che proviene da un altro mondo: se nell’umana natura umiliata non vengono deposti e impastati il celeste lievito dello Spirito e il buono e santo sale della divinità provenienti da quell’altro mondo e da quell’altra patria, l’anima non muterà il cattivo odore della malizia e non sarà lievitata separandosi dalla pesante malvagità priva di lievito.
Per quanto grandi cose l’anima si immagini di fare da se stessa, quale che siano il suo zelo e la sua sollecitudine, se confida soltanto nelle proprie forze e ritiene di riuscire perfettamente nel suo intento senza la collaborazione dello Spirito, di molto si inganna. Non è idonea alle dimore celesti, né al regno, se ritiene di conseguire la perfetta purezza da se stessa con le sue sole forze, senza lo Spirito. Se l’uomo trascinato dalle passioni, dopo aver rinnegato il mondo, non si avvicina a Dio e non crede con speranza e pazienza di ricevere un bene estraneo alla propria natura, cioè la potenza dello Spirito santo, e se il Signore non infonde dall’alto la vita divina nell’anima, quest’uomo non sperimenterà la vera vita, non si riavrà dall’ebbrezza delle cose materiali; la luce dello Spirito non brillerà nella sua anima ottenebrata, né vi farà risplendere il santo giorno. Costui non sarà mai risvegliato dal profondissimo sonno dell’ignoranza così da giungere a conoscere Dio in verità per la potenza di Dio e l’energia della grazia.
Se l’uomo non è reso degno mediante la fede di ricevere la grazia, non è adatto né pronto per il regno; e di nuovo, se ricevuta la grazia dello Spirito, non se ne discosta in nulla né le reca offesa con la sua negligenza e le sue azioni malvagie e se così perseverando in una lunga lotta non rattrista lo Spirito, potrà giungere alla vita eterna. Come si avvertono le energie del male provenienti dalle passioni – la collera, la concupiscenza, l’invidia, il torpore, i pensieri malvagi e gli altri disordini – così occorre avere percezione della grazia e della potenza di Dio nelle virtù – nella carità, nella mitezza, nella bontà, nella gioia, nella leggerezza e nell’esultanza divina – affinché l’anima possa essere resa somigliante ed essere congiunta alla natura buona e divina, alla dolce e santa energia della grazia. Se la nostra buona disposizione, dopo aver dato prova nel corso del tempo e degli anni di progredire e di crescere, rimane sempre unita alla grazia e risulta accetta, dimora sempre di più nello Spirito con tutta se stessa e così, fatta santa e pura per opera dello Spirito, diventa degna del regno.
Pseudo-Macario, Spirito e fuoco. Omelie spirituali