18 marzo

Cirillo di Gerusalemme (ca 315-386)
pastore

Il 18 marzo del 386 o del 387 muore a Gerusalemme Cirillo, pastore della chiesa gerosolimitana. Cirillo era nato attorno al 315 nei pressi della Città Santa, e nessuna informazione attendibile ci è giunta riguardo alla sua giovinezza. Quel che è certo è che egli fu ordinato presbitero all'età di trent'anni, e che dopo poco più di tre anni, e con un'elezione molto contestata, gli fu affidato il seggio episcopale di Gerusalemme. I dubbi e le maldicenze sulla sua persona lo accompagneranno per tutta la vita, soprattutto per il fatto che i suoi due vescovi consacranti erano filoariani. Ma Cirillo, a dispetto delle umiliazioni patite, maturò, grazie all'ascolto costante delle Scritture, un sensus fidei che lo porterà ad essere uno dei grandi difensori della fede apostolica. Condannato per tre volte all'esilio da imperatori o sinodi arianeggianti, Cirillo fu animato da un sincero spirito di carità e di attenzione per i poveri. Ma soprattutto coltivò un appassionato interesse per l'educazione religiosa dei fedeli. Le sue Catechesi, di schietta ispirazione biblica - sebbene non tutte di certa attribuzione - ne fanno uno dei più grandi annunciatori del vangelo dell'antichità. Non si può infine nascondere un'ombra, che non muta la grandezza dell'esempio che Cirillo ci ha lasciato in molti altri settori. Come altri padri della chiesa, egli non ebbe una piena comprensione del mistero di Israele, e si oppose con toni talmente veementi alla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, da contribuire in modo significativo a quell'antigiudaismo che soltanto sedici secoli dopo la chiesa comincerà a ricusare.


TRACCE DI LETTURA

La chiesa è detta cattolica perché abbraccia tutti i luoghi dell'universo, da un'estremità all'altra della terra; perché insegna la totalità dello scibile riguardo alle verità necessarie, senza omissione, sulle cose visibili e invisibili, celesti e terrestri; perché ha come referente religioso l'universo degli uomini, capi e sudditi, dotti e indotti, che è chiamata a raggiungere per condurre tutto il genere umano al culto in verità. Essa rende inoltre disponibile un rimedio universale e una cura per ogni sorta di peccato, dell'anima e del corpo, e possiede in sé ogni genere di forza, sia che la si possa esprimere a parole o mediante grazie di ogni sorta.
(Cirillo di Gerusalemme, Catechesi 18,23)


PREGHIERA

O Dio,
che con l'insegnamento di san Cirillo
hai guidato la tua chiesa
a comprendere la profondità dei misteri cristiani,
donaci, per sua intercessione,
di conoscere te e colui che hai mandato,
Gesù Cristo tuo Figlio,
per possedere la pienezza della vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE:
Pr 4,1-9; Gv 16,12-15


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Cirillo, vescovo di Gerusalemme, maestro della fede

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore della chiesa (calendario romano)

COPTI ED ETIOPICI (9 baramhāt/maggābit):
Conone di Isauria (III sec.), martire (Chiesa copto-ortodossa)
Arriano (IV sec.), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore della chiesa
Marie Schlieps (+ 1919), testimone fino al sangue in Lettonia

MARONITI:
Cirillo di Gerusalemme, confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Cirillo, arcivescovo di Gerusalemme
Ritrovamento delle reliquie di Teodoro di Smolensk e dei suoi figli (1463) (Chiesa russa)

SIRO-ORIENTALI:
Cirillo di Gerusalemme, vescovo (Chiesa malabarese)

17 marzo

Patrizio d'Irlanda (ca 390-461)
pastore

Le chiese d'occidente ricordano oggi Patrizio, evangelizzatore e primo vescovo dell'Irlanda.
Nato nella Cornovaglia britannica attorno al 390, non ancora sedicenne Patrizio era stato catturato da pirati irlandesi che lo avevano rivenduto come schiavo in Irlanda. Nei sei anni di cattività, in cui Patrizio fece il pastore, la sua solitudine fu colmata dalla presenza sempre più consolante del Signore nel suo cuore. Fuggito dall'Irlanda, Patrizio si preparò all'ordinazione presbiterale, e forse soggiornò per un certo tempo in qualche monastero della Gallia. Non si sa con certezza se abbia mai emesso i voti monastici, anche se è chiaro il grande amore che aveva per i monaci e per la loro intimità con il Signore. Patrizio si nutrì con assiduità della Scrittura, nella quale infine troverà la sua vocazione di annunciatore del vangelo sino agli estremi confini della terra. Nel 432 Patrizio venne inviato come vescovo in Irlanda. Da quel momento, per trent'anni egli percorse in lungo e in largo l'isola diffondendo il vangelo, costituendo comunità e dando un'organizzazione agli sparuti gruppi di cristiani che già esistevano in quella terra. Spesso disprezzato dagli ibernici perché straniero, contrastato in seno alla chiesa per la sua cultura approssimativa, Patrizio riuscì tuttavia, grazie alla sua grande umanità e alla sua passione per il vangelo, a portare a termine con gioia la missione ricevuta, come testimonia la sua Confessione, documento autobiografico nel quale egli narra con toni altamente evangelici la propria esperienza missionaria. Egli morì, forse nel 461, non si sa bene dove. Sulla sua vita fiorì un'enorme messe di leggende, che lo resero uno dei santi più amati di tutto il medioevo.


TRACCE DI LETTURA

Non devo nascondere il dono che Dio mi elargì nella terra della mia prigionia, perché allora tenacemente lo cercai e là lo trovai e mi salvò da tutte le mie colpe in virtù dell'inabitazione del suo Spirito, che ha operato fino ad oggi in me. Perciò rendo incessantemente grazie al mio Dio, che mi ha conservato fedele nel giorno della prova, così che oggi con fiducia posso osare offrirgli in sacrificio come offerta viva la mia vita per Cristo Signore, che mi ha salvato da tutte le mie angosce, e così posso dire: «Chi sono io, Signore, quale vocazione è la mia, se tu hai operato al mio fianco con tutta la forza della tua divinità: ecco, siamo testimoni, il vangelo è stato predicato fino agli estremi confini della terra».
(Patrizio, Confessione 33-34)


PREGHIERA

Dio onnipotente,
che nella tua provvidenza
hai scelto il tuo servo Patrizio
perché divenisse l'apostolo
del popolo irlandese:
mantieni vivo in noi il fuoco della fede che egli ha acceso
e rafforzaci nel nostro pellegrinaggio
verso la luce della vita senza fine.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Is 51,1-11; Ap 22,1-5; Mt 10,16-23


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Patrizio, vescovo, missionario, patrono dell'Irlanda

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Patrizio, vescovo (calendario romano)

COPTI ED ETIOPICI (8 baramhāt/maggābit):
Mattia, apostolo

LUTERANI:
Patrizio d'Irlanda, vescovo e missionario

MARONITI:
Giuseppe d'Arimatea
Alessio «l'uomo di Dio» (+ 411)
Patrizio, vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Alessio «l'uomo di Dio»
Daniele di Mosca (+ 1303), fondatore del monastero di San Daniele (Chiesa russa)

VETEROCATTOLICI:
Patrizio, vescovo ed evangelizzatore

16 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (7 baramhāt/maggābit):
Filemone e Apollonio di Antinoe (III-IV sec.), martiri (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Eriberto di Colonia (+ 1021), vescovo

MARONITI:
Papas di Licaonia (III-IV sec.), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Sabino d'Egitto (+ 287), martire
Giovanni II (XI sec.), patriarca (Chiesa georgiana)

15 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (6 baramhāt/maggābit):
Dioscoro di Alessandria (VII-VIII sec.), martire (Chiesa copto-ortodossa)
Teodoto di Ancira (+ 303), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Gaspare Oleviano (+ 1587), teologo nel Palatinato

MARONITI:
Benedetto da Norcia (+ 547), monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Agapio di Cesarea e compagni (+ 303), martiri
Arsenio (+ 1409), vescovo di Tver' (Chiesa russa e di Serbia)
Ambrogio Chelaia (+ 1927), patriarca (Chiesa georgiana)

14 marzo

Gabra Manfas Qeddus (XIV-XV sec.)
monaco

Il 5 del mese di maggābit, corrispondente al nostro 14 marzo, i cristiani di Etiopia ricordano Abuna Gabra Manfas Qeddus, anacoreta tra i più venerati nella Chiesa etiopica.
Non è agevole ricostruire storicamente la vita di colui il cui nome significa «servo dello Spirito santo». Secondo i sinassari etiopici egli nacque nella città egiziana di Neḥisā, che abbandonò molto presto per intraprendere un lungo cammino anacoretico nella terra di Kabt.
Gabra Manfas Qeddus rappresenta in modo emblematico il tipo dell'eremita che si separa dal mondo per fare spazio all'intera creazione nella sua incessante intercessione.
Raffigurato nell'iconografia tradizionale in compagnia di leoni e di pantere e rivestito solamente dei propri lunghi capelli, Gabra Manfas Qeddus visse probabilmente a cavallo tra il XIV e il XV secolo, spostandosi a più riprese lungo l'altopiano etiopico e diventando ovunque un importante riferimento spirituale.
Sempre secondo la tradizione, alla sua morte il Signore fece il patto di concedere la vita eterna a quanti si sarebbero affidati alla sua intercessione.


TRACCE DI LETTURA

Signore nostro Dio, tu che scruti i cuori e conosci ogni pensiero degli uomini prima ancora che si formi, guarda verso di noi dalla dimora del tuo Santo.
Signore, tu che perdoni e sei clemente, porta a compimento la tua misericordia su questo tuo servo, che è venuto a te perché chiamato a questa vocazione santa e pura. Tutti i suoi pensieri siano rivolti a te, affinché egli possa farsi carico del tuo giogo che è leggero e che conduce alla vita eterna. Egli ha fuggito ogni concupiscenza e desiderio malvagio, e si è rifugiato nella tua misericordia, perché tu possa rinnovarlo. Rendilo saldo nella lotta, vigilante nella conoscenza dei misteri, in vista della loro piena rivelazione, affinché sia reso degno dell'indicibile gioia e di ricevere la gloria che non verrà mai meno nel tuo regno.
(
Liturgia etiopica, Preghiera per la professione monastica)


LETTURE BIBLICHE
Rm 14,1 e ss.; 1P 4,1 e ss.; At 17,19 e ss.; Mt 6,19 e ss.


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Rodrigo e Salomone (+ 857), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (5 baramhāt/maggābit):
Sarapamone di Scete (?), monaco (Chiesa copto-ortodossa)
Gabra Manfas Qeddus, monaco (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Matilde (+ 968), regina, moglie di Enrico I
Frierich Gottlieb Klopstock (+ 1803), poeta ad Amburgo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Benedetto da Norcia (+ 547), monaco

13 marzo

LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Leandro (+ 600 ca), vescovo di Siviglia (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (4 baramhāt/maggābit):
Concilio di Djazirah BenicOmr (II sec.) (Chiesa copto-ortodossa)
Esichio il Palatino (+ 303), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Georg von Ghese (+ 1559), testimone fino al sangue in Italia settentrionale

MARONITI:
Teofane di Singriana (+ 817)

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Traslazione delle reliquie di Niceforo (847), patriarca di Costantinopoli

12 marzo

Simeone il Nuovo Teologo (949 ca-1022)
monaco

Il 12 marzo del 1022, nel monastero di Santa Marina, sulla riva asiatica del Bosforo, conclude i suoi giorni terreni Simeone il Nuovo Teologo, monaco e spirituale tra i più amati nell'oriente cristiano. Solo l'evangelista Giovanni e Gregorio di Nazianzo sono stati soprannominati, prima di lui, «teologi». Nella tradizione bizantina tale titolo indica coloro che hanno ricevuto la conoscenza di Dio attraverso un'esperienza personale e che sono stati capaci di trasmetterla alla chiesa.
Simeone nacque attorno al 949 in Asia Minore, e fu inviato ancora giovane a Costantinopoli per perfezionare gli studi. Poco attratto dalla possibile carriera che gli si prospettava presso la corte bizantina, Simeone conobbe un tempo di dubbi e di ricerche. La sua vita cominciò ad assumere un certo ordine quando egli incontrò il monaco Simeone del celebre monastero costantinopolitano di Studio. Sotto la guida dell'anziano studita, Simeone imparò l'arte della preghiera senza distrazioni. Dalla sua intensa esperienza di preghiera, egli attinse la certezza che l'amore di Dio è effuso nel cuore dei credenti mediante il dono dello Spirito. Divenuto monaco e poi igumeno del monastero di San Mama, egli fu soprattutto un sapiente trasmettitore di questa semplice certezza che gli derivava dalla propria personalissima esperienza di incontro con Dio. Poco compreso negli ambienti della capitale, Simeone fu costretto all'esilio sulla riva asiatica del Bosforo. Qui egli raccolse vecchi e nuovi discepoli nel nuovo monastero di Santa Marina, e si dedicò fino alla morte alla loro guida, attraverso scritti spirituali e liturgici di grandissimo valore.


TRACCE DI LETTURA

Dona il Paraclito, o Salvatore; mandalo, come hai promesso,
mandalo anche ora
a chi ti cerca e attende il tuo Spirito.
Non tardare, o compassionevole, non trascurare,
o misericordioso, non dimenticare chi ti cerca
con l'anima assetata.
Non privare me, indegno, di questa vita
e non disprezzarmi, o Dio, non abbandonarmi.
Le tue viscere di pietà io ti presento,
ti metto davanti la tua misericordia e ti offro, o mediatore,
il tuo amore per gli uomini.
Non ho faticato, non ho compiuto opere di giustizia,
tu però non mi hai trascurato: mi hai cercato e mi hai trovato.
(Simeone il Nuovo Teologo, dall'Inno 41)


PREGHIERA

Sei divenuto un teologo
della trascendente e incomprensibile Trinità,
e hai brillato della Luce triuna, o ispirato.
Dall'alto ti fu data una bocca di sapiente
e da essa sono fluiti fiumi di teologia.
Abbeverandoci ad essi,
noi gridiamo di gioia:
«Rallegrati, o giusto,
Simeone dalla mente divina»


Massimiliano di Teveste (+ 295)

martire

 

Il 12 marzo del 295 viene eseguita in Numidia la condanna a morte del giovane Massimiliano di Teveste, primo obiettore di coscienza cristiano al servizio militare.
Giunto all'età prescritta dalla legge, Massimiliano oppose un netto rifiuto allorché fu chiamato a compiere, come tutti i cittadini romani, il servizio di leva nell'esercito.
Arrestato, egli fu chiamato in giudizio nel foro. Alle domande del proconsole che gli chiedeva per quale ragione si opponesse al servizio militare, Massimiliano rispose, con molta semplicità e fermezza, che in coscienza non riteneva compatibile il vangelo con l'esercizio di qualsiasi forma di violenza.
Per timore che un simile atteggiamento potesse diffondersi tra i cristiani, ormai numerosi nell'impero, Massimiliano fu condannato alla pena capitale, immediatamente eseguita.
La sua presenza nel Martirologio Romano risuona come un perenne monito per tutti coloro che ritengono di poter compaginare con disinvoltura le esigenze radicali del vangelo con gli ordinamenti imposti dalle società umane.


TRACCE DI LETTURA

Il proconsole Dione disse: «Come ti chiami?». Massimiliano rispose: «Ma perché vuoi sapere il mio nome? Io non posso servire nell'esercito, perché sono cristiano». Il proconsole disse: «Preparatelo». Mentre lo preparavano, Massimiliano replicò: «Non posso servire nell'esercito, non posso fare del male: sono cristiano». Dione disse: «Servi nell'esercito, se non vuoi morire». Massimiliano rispose: «Non servo, mozzami pure il capo; io non milito nell'esercito di questo mondo, ma in quello del mio Dio». Il proconsole disse: «Chi ti ha indotto a questo?». Rispose: «Il mio animo, e colui che mi ha chiamato».
(Acta Maximiliani )


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Gregorio Magno (+ 604), papa (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (3 baramhāt/maggābit):
Cosma III (+ 933), 58° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Eufrasia (IV sec.), martire (Chiesa copto-cattolica)

LUTERANI:
Gregorio Magno, vescovo a Roma

MARONITI:
Gregorio Magno, papa e confessore

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Teofane di Singriana (+ 817), igumeno

SIRO-ORIENTALI:
Gregorio Magno, papa (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Gregorio Magno, vescovo e dottore della chiesa