Messaggio di Antonij, Accademia teologica di Kiev

XXV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
IL DONO DELL'OSPITALITÁ
Monastero di Bose, 6-9 settembre 2017
in collaborazione con le Chiese ortodosse

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AGLI ORGANIZZATORI, PARTECIPANTI E OSPITI DEL XXV CONVEGNO INTERNAZIONALE DI SPIRITUALITA’ ORTODOSSA

sul tema: “Il dono dell’ospitalità”

Reverendissimo e stimatissimo padre Enzo Bianchi!
Rispettabili organizzatori, partecipanti e ospiti del convegno!

Di tutto cuore rivolgo il mio saluto a tutti i partecipanti per il giubileo del venticinquesimo forum teologico internazionale, cui partecipano tradizionalmente i rappresentanti delle chiese ortodosse, noti teologi e studiosi da tutto il mondo. Questo convegno nel corso di molti anni è diventato una piattaforma teologica per lo studio della ricca tradizione cristiana, per lo scambio di esperienze e per un dialogo costruttivo.

Quest’anno al centro della discussione degno è stato un tema di grandissima importanza per i nostri contemporanei: il dono dell’ospitalità. L’ospitalità è una delle più importanti virtù cristiane. Tutta la sacra scrittura penetrata dall’indicazione dare ospitalità ai pellegrini e a tutti coloro che ne hanno bisogno il Signore più di una volta mostra che per l’ospitalità dorata egli fa discendere i suoi ricchi doni e la sua misericordia.

Nell’antichità l’ospitalità era presente di fatto in tutti i popoli, ma in particolare aveva un alto valore presso il popolo eletto di Dio. Nell’Antico Testamento si possono spesso trovare esempi di ospitalità, più chiari i quali sono l’ospitalità di Abramo, che accolse gioia e diede da mangiare ai tre viandanti divini (cf. Gen 18,1-33), ma anche l’ospitalità lo, pronto a sacrificare qualsiasi cosa per difendere gli ospiti della sua casa (cf. Gen 19,1-3). In conclusione, il Signore li ricompensa con abbondanza: il giusto Abramo diventa capostipite di un popolo innumerevole, mentre l’otto con la sua famiglia sono fatti uscire da Sodoma colpita da Dio per i suoi peccati.

L’ideale dell’ospitalità cristiana è manifestata dalle parole del nostro Signore: “Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato” (Mt 10,40). Cristo riserva una particolare attenzione ai pellegrini e agli stranieri, poiché egli stesso, nel tempo della sua vita terrena, come uno straniero, insieme con i suoi discepoli, peregrinava da un posto all’altro, predicando il suo insegnamento divino. Proprio per questo egli dice anche che chiunque accoglie con amore lo straniero, accoglie Dio stesso. Riflettendo su questo tema, san Giovanni Crisostomo insegna: “Non dubitare della verità delle sue parole, ma credi; egli stesso ha detto che nel volto [del povero e dello straniero] viene egli stesso; affinché tu non dubiti di questo, egli ha stabilito una punizione per coloro che non hanno accolto gli stranieri e un onore per coloro che li hanno accolti, cosa che non avrebbe fatto se egli stesso non fosse stato al tempo stesso colui che riceveva l’onore dell’ospitalità e colui che riceveva l’offesa del rifiuto”.

Di questa virtù parlano anche in modo chiaro i santi apostoli, insistendo nelle loro lettere che tutti i credenti in Cristo la esercitino (cf. 1 Pt 4,9; Rom 12,13; 1Tim 3,2; Tt 1,8). Per questo nella chiesa primitiva la virtù dell’ospitalità era molto apprezzata. Molti santi assumevano su di sé l’ascesi dell’essere stranieri e pellegrini, dedicando interamente a Dio loro vita, e Dio si prendeva cura di loro. In conseguenza, come adempimento delle parole di Cristo, presso i monasteri e gli skiti si aprirono anche luoghi di ospitalità e accoglienza per i viandanti e i pellegrini. Si deve sottolineare che l’attenzione e la cura per i pellegrini entrò anche nelle prescrizioni canoniche della Chiesa cristiana, elevando questa pratica a un livello superiore.

Nel mondo cristiano contemporaneo la virtù della ospitalità non ha perduto il suo significato e ha acquisito nuove forme oggi ogni popolo ha i suoi costumi e le proprie tradizioni per l’accoglienza degli ospiti se dobbiamo parlare del popolo ucraino, esso si è sempre vinto per la sua ospitalità. A fondamento della ospitalità del nostro popolo credente sta la fede che nella persona dell’ospite è Dio stesso che viene agli uomini. Parlando di ospitalità, è necessario in particolare osservare che un esempio sinceramente e autenticamente cristiano di ospitalità è quella della comunità di Bose, che oggi, come nel corso questi venticinque anni, accoglie ospitalmente i partecipanti di questa conferenza internazionale, che giungono qui da tutto il mondo, per riflettere e discutere su problemi attuali che toccano la spiritualità cristiana.

Colgo l’occasione di congratularmi ancora con gli organizzatori e i partecipanti di questo convegno, ma anche di augurare a tutti un lavoro scientifico fecondo, delle discussioni costruttive e uno scambio ricco di comunione fraterna.

Con amore in Cristo

Antonij

METROPOLITA DI BORYSPIL E BROVARY, SEGRETARIO GENERALE DELLA CHIESA ORTODOSSA UCRAINA, RETTORE DEL SEMINARIO E DELLA FACOLTA’ TEOLOGICA DI KIEV