Messaggio di Onufrij, Metropolita di Kiev e di tutta l'Ucraina

XXV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
IL DONO DELL'OSPITALITÁ
Monastero di Bose, 6-9 settembre 2017
in collaborazione con le Chiese ortodosse

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SALUTO
DI SUA BEATITUDINE IL METROPOLITA DI KIEV E DI TUTTA L’UCRAINA ONUFRIJ
AI PARTECIPANTI DEL XXIV CONVEGNO INTERNAZIONALE DI SPIRITUALITA’ ORTODOSSA

(6-9 settembre 2017, Bose, Italia)

Reverendissimo e stimatissimo padre Enzo Bianchi!
Stimati gli organizzatori e partecipanti del convegno!

Di tutto cuore rivolgo il mio saluto agli organizzatori e partecipanti della conferenza internazionale dedicata quest’anno alla riflessione sul tema Il dono dell’ospitalità.

Questo tema è indissolubilmente legato con l’essere stranieri e pellegrini, un’altra importante dimensione della nostra vita. E infatti, come sarebbe possibile essere ospitali senza coloro cui rivolgere l’ospitalità? L’essere stranieri, pellegrini e ospiti sono indissolubilmente legati tra loro come due parti di un intero.

Se ci rivolgiamo alla fonte della nostra dottrina cristiana, la Sacra Scrittura, noi incontriamo il tema dell’essere stranieri e ospitali nel Vangelo e nelle lettere degli apostoli. Certamente, uno dei luoghi evangelici più importanti per questo tema sono le parole del Signore Gesù Cristo: “Ero straniero e mi avete accolto” (Matteo  25,35). Cristo stesso è così uno straniero. Questa citazione è collocata in un contesto escatologico, poiché la pericope evangelica inizia con la frase: “Quando verrà il Figlio dell’uomo nella sua gloria e tutti i santi angeli con lui…” (Matteo  25,31).

Dal seguito del testo evangelico diventa chiaro che, benché Cristo si definisca straniero, tuttavia si tratta qui di tutti gli uomini che sono stranieri, e che possono e devono essere accolti da noi come se accogliessimo lo stesso Cristo. In realtà, la realizzazione dell’ideale cristiano della vita è legata a un comportamento morale conseguente, che tra le altre virtù include anche l’ospitalità.

Il mondo contemporaneo, in cui si combattono guerre che generano moltitudini di profughi, ci dà l’occasione di accogliere queste persone nel nome di Cristo. Anche il nostro paese, l’Ucraina, è diventata un luogo dove a conseguenza della guerra nelle regioni orientali moltissime persone sono rimaste senza tetto. E tuttavia, questi eventi tragici e le prove che affrontano coloro che abitano le zone del conflitto, hanno anche un altro aspetto: sono per noi un appello e una possibilità di mostrare la nostra fede cristiana attraverso la misericordia e l’accoglienza dei sofferenti.

L’ospitalità è anche un sacrificio. Nell’Antico Testamento abbiamo un esempio di questa ospitalità piena di abnegazione, quando la vedova di Sarepta di Sidone in tempo di carestia diede ospitalità al profeta Elia, offrendoglio l’ultimo cibo che le era rimasto (1Re 17,10-16). E il Signore la ricompensò per questo, così che nella casa di questa vedova: “La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia” (1Re 17,16).

Il Signore non soltanto ci dà la possibilità di mostrare la nostra ospitalità, ma ringrazia generosamente per il compimento del bene. In tal modo l’ospitalità è anche un’occasione per noi, un sacrificio, un’ascesi e un dono.

Il tema dell’ospitalità è straordinariamente profondo. Per questo auguro a tutti i partecipanti di questo simposio un lavoro fecondo e uno scambio che arricchisca gli uni e gli altri.

Ringrazio la comunità del monastero Bose per il lavoro di organizzazione di questo simposio internazionale, che rende possibile una discussione multilaterale su temi di grande interesse e attualità.

Che la benedizione di Dio sia con tutti voi!

+ Onufrij

METROPOLITA DI KIEV E DI TUTTA LUCRAINA
CAPO DELLA CHIESA ORTODOSSA UCRAINA

Kiev, 6 settembre 2017