Le icone di Bose
L’atelier iconografico del monastero di Bose svolge la sua attività da circa 20 anni.
La passione per questo lavoro, tramandato da generazioni di monaci soprattutto in oriente, è condivisa oggi da alcuni fratelli e sorelle della comunità.
La tradizione iconografica bizantina greca è stato il punto di partenza grazie all'amicizia con monaci e monache iconografi che con la loro sapienza ci hanno condotto a conoscere i segreti di questo lavoro.
Emanuele Panselinos è l’iconografo greco a cui attingiamo maggiormente per i modelli delle icone realizzate in questo stile.
Alla tradizione pittorica italiana, in particolare del ‘200-‘300, abbiamo rivolto l’attenzione in quest’ultimo decennio. Duccio di Boninsegna e il Berlinghieri sono i due pittori a cui facciamo riferimento per progettare le icone in stile italico.
La tradizione russa, soprattutto guardando ai grandi iconografi Dionisi e A.Rublëv, è anch’essa un campo aperto a cui attingiamo per modelli e tecnica pittorica.
In questi ultimi anni l’attenzione si è estesa anche alla grande tradizione copta e a quella etiopica.
Dal giugno 2005 è visitabile, in orari stabiliti dal monastero, una sala espositiva dove abbiamo raccolto le icone che utilizziamo nella nostra liturgia.
Al momento è possibile vedere su questo sito per ogni stile iconografico un'icona e la panoramica della sala espositiva oltre all’elenco completo con le misure delle icone che possiamo realizzare.
Il catalogo fotografico completo è disponibile per la sola visione presso la sala attigua all'accoglienza del nostro monastero.
Potete commissionarci un'icona dipinta a mano prendendo contatto con l’atelier per ricevere un preventivo.
Alcune icone sono esposte nella sala attigua all'accoglienza del Monastero.
Le nostre icone sono interamente lavorate a mano.
Tiglio di foresta di Slavonia e rovere nazionale invecchiati naturalmente nel parco legname del nostro monastero sono il supporto ligneo su cui sono dipinte le icone. La tavola di tiglio assemblata secondo regole costruttive medioevali viene scavata sul davanti ad ottenere la culla. Due scavi a coda di rondine sul retro sono la sede di traverse in rovere il cui scopo è quello di contenere il movimento della tavola e di farla respirare una volta appesa alla parete.
La tavola è immersa per ore in un bagno di Sinotar, insetticida sistemico contro gli agenti divoratori del legno.
Sul fronte della tavola è applicata con colla animale una tela di lino grezzo. La tela è poi rivestita con circa quattordici mani sottili di un impasto di colla animale e carbonato di calcio.
Dopo aver accuratamente levigato la superficie si tratta il tiglio ed il rovere con due mani di una vernice cerosa all’acqua.
Sul retro della tavola è applicato un occhiolo in ferro battuto ed al centro con un timbro a fuoco è inciso il marchio dell’Atelier del Monastero di Bose.
Il disegno studiato prima su carta è riportato a sinopia sulla tavola.
Oro in foglia ventitrè carati e tre quarti è applicato nelle parti ad oro dell’icona, protetto con gommalacca.
Strati di tempera all’uovo a secco è la tecnica adottata per dipingere l’icona utilizzando pigmenti naturali attentamente selezionati e polverizzati.
Il dipinto è protetto con l’Olifa, olio di lino cotto in sali di cobalto posato a più riprese a laghetto sulla tavola e attentamente asciugato fino ad ottenere una superficie di finitura satinata omogenea.
La manutenzione dell’icona richiede solo il passaggio di un panno di lana morbido a rimuovere la polvere che può accumularsi nel corso degli anni. Si consiglia di conservare la tavola lontano da fonti di calore ed in ambienti ben areati, non eccessivamente secchi o umidi. Il laboratorio declina ogni responsabilità qualora queste condizioni di conservazione non vengano rispettate.
Per informazioni:
