Dacci sempre questo pane

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4 agosto 2024

XVIII domenica nell’anno
Giovanni 6,24-35
di Sabino Chialà

Gesù si presenta come “pane”, cioè nutrimento che dà la vita. Un pane che sfama e disseta allo stesso tempo, perché non si tratta più di un pane materiale. Questo però avviene a chi si affida a lui, gli aderisce, crede in lui: la fede apre alla comprensione del segno e apre alla vera vita che Gesù è venuto a trasmettere al monto intero.

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Due bisogni, un’unica compassione

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21 luglio 2024

XVI domenica nell’anno
Marco 6,30-34
di Sabino Chialà

Il luogo deserto in cui gli apostoli sono invitati a ritirarsi diventa così il luogo deserto in cui loro stessi dovranno dare da mangiare alle folle affamate: non vi è più opposizione tra le due dimensioni! E in quel deserto Gesù dispenserà un nutrimento che ricorda la manna con cui Dio aveva sfamato i figli d’Israele. Lì imbandirà un banchetto ben diverso da quello in cui appena prima Erode aveva fatto uccidere Giovanni il Battista: un banchetto di misericordia.

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Liberi e leggeri, a due a due

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14 luglio 2024

XV domenica nell’anno
Marco 6,7-13
di Sabino Chialà

Due è il numero minimo perché una comunione sia possibile e dunque perché l’annuncio sia espressione di una comunità, piuttosto che di un singolo, per quanto carismatico. Due è il numero minimo perché la prima parola dell’annuncio sia una vita realmente condivisa, piuttosto che tante parole anche ben congegnate: la vita di una chiesa in movimento, agile e leggera.

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Dallo stupore allo scandalo

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7 luglio 2024

XIV domenica nell’anno
Marco 6,1-6
di Sabino Chialà

L’umanità di Gesù, l’ordinarietà del suo lavoro e della sua famiglia, sono di scandalo. Eppure è lì che siamo chiamati a riconoscere il Dio cristiano: nell’ordinarietà di una umanità che la fede sa aprire a un’altra dimensione, fino a vedere in quell’esistenza profondamente umana la narrazione dell’amore del Padre per l’umanità.

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Il varco della fede

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30 giugno 2024

XIII domenica nell’anno
Marco 5,21-43
di Sabino Chialà

Per Gesù non vi è distanza che possa resistere alla forza della sua parola risanatrice, nella misura in cui l’essere umano le apra un varco. E questo varco, cui non può essere di impedimento alcuna barriera, neppure religiosa, si chiama “fede” e si esprime nel coraggio di credere alla parola efficace di Gesù che risana, salva e ridà la vita.

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