Dietrich Bonhoeffer
Nato a Breslavia il 4 febbraio 1906, Bonhoeffer aveva ereditato dalla madre il bisogno spontaneo di venire in aiuto agli altri, assieme a una calma energica; dal padre aveva invece appreso una straordinaria preveggenza, la capacità di concentrarsi su qualunque soggetto, l’avversione per i luoghi comuni e una ferma adesione alla realtà, a tutto ciò che è umano.
Il giovane Dietrich, ottenuta l’abilitazione teologica nel 1930, esercitò per alcuni anni il ministero di pastore, fino a quando, nel 1935, la Chiesa confessante, formata da quei protestanti tedeschi che non erano disposti a compromettere la loro fede con i dettami del regime nazista, lo invitò a guidare il seminario per giovani pastori. Egli partì allora alla volta di Finkenwalde, dove per alcuni anni condivise tutto con i suoi allievi. A Finkenwalde Bonhoeffer si convinse della profonda necessità per il cristiano di rimanere fedele alla terra, alla realtà in cui è chiamato a investire, da creatura responsabile, il dono della fede. Alla chiusura forzata del seminario, Bonhoeffer si trasferì in America, dove visse un tempo d’inquietudine, al termine del quale ruppe gli indugi e rientrò a Berlino. L’8 aprile 1945, dopo due anni di prigionia, si compiva il suo destino. Reo di cospirazione contro Hitler, Bonhoeffer veniva condannato per ordine del Fuhrer in persona. Il 9 aprile muore appeso a un palo nel campo di concentramento di Flossenburg.
- D. Bonhoeffer, “Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere”, a cura di A. Gallas, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo (Mi), 1988