Visita fraterna alla Chiesa ortodossa di Bulgaria e ai suoi monasteri

19 - 24 giugno 2017

Dal 19 al 24 giugno 2017 tre fratelli della nostra comunità, fr. Lino, fr. Adalberto e fr. Gianmarco, si sono recati in Bulgaria per visitare alcune comunità monastiche e incontrare metropoliti e vescovi della Chiesa ortodossa bulgara.

Il viaggio si è svolto con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Bulgaria Neofit, che ha accolto con grande benevolenza il nostro desiderio di testimoniare alla Chiesa bulgara l’amicizia, l’affetto e la preghiera di tutta la comunità di Bose. Si tratta di un legame cominciato già con le visite di fr. Enzo agli inizi della comunità e proseguito grazie alle intense relazioni fraterne intessute in questi anni, anche in occasione dell’elezione del patriarca Neofit.

Il viaggio è stato possibile grazie al giovane teologo bulgaro Dimitar Arnaudov, laureatosi nelle università di Salonicco e Louvain-la-Neuve e diplomatosi all’istituto teologico di Chambésy, membro attivo della Chiesa ortodossa bulgara, amico della nostra comunità e frequentatore dei nostri convegni. Con lui i nostri fratelli hanno potuto attraversare la Bulgaria Occidentale e incontrare monaci e vescovi di grande qualità umana e spirituale.

Dopo l’arrivo a Sofia, la prima tappa del viaggio è stata il monastero di Rila. Vero cuore spirituale del paese, il monastero è stato fondato nel X secolo da san Giovanni di Rila, patrono della Bulgaria e ancora molto amato dal suo popolo. Gli edifici attuali risalgono per lo più al XIX secolo, l’epoca del “Rinascimento bulgaro”, e vantano affreschi e icone del più grande iconografo bulgaro dell’epoca, Zahari Zograf. Dopo gli anni del comunismo, in cui il monastero era stato trasformato in “museo dell’ateismo”, ora a guidare questo enorme complesso, che si erge in una stretta vallata a più di 1000 metri d’altitudine e che accoglie ogni giorno centinaia di pellegrini da tutto il mondo, è una comunità di otto monaci guidati dall’igumeno, il vescovo Evlogij. Quest’uomo, che ha accolto i nostri fratelli con una straordinaria familiarità, sta lavorando a tempo pieno perché la comunità possa restare fedele al comando lasciatole dal suo santo fondatore: accogliere tutti, senza eccezione alcuna, con amore.

Il 20 giugno, secondo giorno del viaggio, da Rila i nostri fratelli hanno visitato due piccole comunità monastiche di recente fondazione . La comunità femminile di Resilovo è composta da tre sorelle e una novizia sotto la guida di madre Melania, un’ottantenne dalla schiena sensibilmente incurvata i cui occhi trasmettono una forza e una vitalità incredibili: “Quando si ama il Signore, ci si accorge che tutto è benedizione, anche i momenti in cui siamo state veramente povere”- confida ai tre fratelli. La comunità maschile di Skrino (luogo di nascita di Giovanni di Rila) non conta che due giovani monaci presbiteri, Ioan e Luca. “La vostra testimonianza è la bellezza” – dicono i fratelli di Bose, ammirando l’armonia con cui i due monaci stanno costruendo il monastero, con il suo giardino che profuma di Oriente e le icone mirabilmente dipinte da Luca.

Il 21 giugno fr. Lino, fr. Adalberto e fr. Gianmarco hanno lasciato Rila, assicurando all’igumeno la preghiera per il suo difficile compito, per recarsi a Sofia, alla sede del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara, di fronte alla Cattedrale di sant’Aleksander Nevskij. In tale sede, sono stati accolti con calorosa amicizia dai due metropoliti Antonij, responsabile delle comunità bulgare in tutta l’Europa centrale e occidentale, e Kiprian di Stara Zagora, già vescovo ausiliare dell’indimenticabile metropolita Kalinik di Vratsa, che ha visitato più volte Bose. Anche i metropoliti Antonij e Kiprian sono già stati a Bose e ricordano con gioia la loro visita promettendo di partecipare insieme al prossimo Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, giunto ormai alla sua XXV edizione. Parlando del dialogo ecumenico, il metropolita Antonij ha insistito sulla necessità di affrontare insieme le sfide comuni, come l’educazione cristiana dei giovani, e di essere uniti nella lotta contro “la mancanza dello Spirito”, che si inserisce nel vuoto aperto dalle nostre divisioni. Al termine dell’incontro, i nostri tre fratelli hanno lasciato Sofia per penetrare nei segreti recessi della catena dei Balcani, dove si erge fin dal XIII secolo il monastero di Troyan. A rifondarvi completamente la vita monastica quattro anni fa è stato l’attuale igumeno, il vescovo Sionij, già vicario a Vidin del Metropolita Dometian, una delle figure più rappresentative della Chiesa ortodossa bulgara contemporanea, amico di Bose sin dall’inizio degli anni settanta. Sionij è stato inviato espressamente dal Santo Sinodo a Troyan per far rivivere l’antico monastero. Non si tratta solo di un’opera di restauro: con finissimo gusto estetico, Sionij sta facendo arredare e affrescare da artisti bulgari contemporanei intere ali del cenobio, per renderlo un luogo capace di accogliere non solo turisti ma soprattutto pellegrini in cerca di un angolo di silenzio e di pace. Anche Sionij è un uomo che dimostra grande profondità e lungimiranza. Il popolo bulgaro – dice – è passato direttamente “dall’ateismo comunista all’ateismo europeo”, la Chiesa bulgara vive anche la pressione dei “nuovi fondamentalismi” che non interessano solo il mondo islamico ma anche quello cristiano, e cerca tuttavia nuove vie di annuncio e di presenza. Laddove si riscontrano chiusure e disinteresse per la fede l’unica risposta può essere una parola tanto nuova quanto antica: la parola che nasce dalla testimonianza degli apostoli e che deve trovare in noi la stessa gioia e lo stesso entusiasmo che animava questi primi cristiani. I monaci in particolare sono chiamati a essere “segno di bratoljubie, di amore fraterno”, perché solo con il bene si può vincere il male. Anche a Sionij e alla sua comunità i nostri fratelli hanno assicurato la preghiera, e hanno accolto con grande entusiasmo il suo proposito di passare a Bose qualche giorno di ritiro personale il prossimo inverno.

L’ultima tappa del viaggio è stato il terzo monastero storico di Bulgaria, Bačkovo, fondato nel 1083 da due principi georgiani, Grigorij e Abasij Bakuriani, generali dell’esercito bizantino. Della fondazione originaria sopravvive una magnifica chiesa funeraria, mentre il monastero fu interamente ricostruito all’inizio del XVII secolo: le tre chiese e il refettorio, con affreschi del 1643,testimoniano l’apertura di spirito del rinascimento bulgaro: tra i predecessori di Cristo sono raffigurati anche filosofi e scienziati greci. Da tre anni l’igumeno del monastero è il giovane archimandrita Simon. Da vent’anni in comunità, Simon si trova ora a guidare una comunità di dodici fratelli e a gestire importanti lavori di restauro. Con tutto questo, riesce ancora ad accogliere personalmente i pellegrini con grande affabilità. Interrogato sulla situazione del cristianesimo in Bulgaria afferma che “un cristiano deve essere ottimista”, ma confessa subito dopo, con grande modestia, di non riuscire sempre ad esserlo. Saldo e coraggioso, è al tempo stesso molto preoccupato, soprattutto per i giovani, ma è proprio in tale contesto che la preghiera e il lavoro comune dei cristiani di ogni confessione si fanno più che mai urgenti.

Siamo profondamente grati per quest’occasione di fraterna amicizia, manifestata negli incontri disseminati lungo questo viaggio, e assicuriamo la preghiera fedele per il Patriarca Neofit, il santo Sinodo, i monasteri e tutta la Chiesa ortodossa bulgara.