La luce del servizio

Davide Benati
Davide Benati

15 maggio 2024

Dal Vangelo secondo Luca- Lc 12,32-40 (Lezionario di Bose)

In quel tempo Gesù disse: «32Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.33Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. 34Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. 35Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!  39Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».


Ricordare Pacomio è ricevere questo vangelo da lui, dalle sue mani che l’hanno imparato da altre mani, da un’esperienza di fede inscindibilmente personale e comunitaria.

Ricordiamo infatti un uomo divenuto cristiano da adulto, attorno al quale vengono alla luce le prime vere e proprie comunità monastiche dell’Egitto del iv secolo. Un uomo che incontra il vangelo di Gesù incarnato nell’aiuto disinteressato ricevuto da degli sconosciuti: vangelo fatto di mani che l’hanno soccorso e servito, esperienza che è all’origine della sua vocazione e non cesserà di ispirare l’agire delle sue mani. È quanto le narrazioni della sua vita ripetono, quale distillato della volontà di Dio avvertita da Pacomio: “Servire la stirpe degli uomini per riconciliarli con lui” (cf. Mt 25,31-46).

Così la memoria odierna ci riconsegna questo vangelo: ci parla di un gregge che ha ricevuto il Regno, di una condivisione che assicura il vero tesoro, di una vigilanza nell’umile servizio e di una sorprendente beatitudine per chi si impegna in questo.

In primo luogo, un gregge che ha ricevuto il Regno. È il “piccolo gregge” che il Padre ha radunato attorno al Cristo, buon pastore. Pacomio, presiedendo quale servo la sua comunità, ha incarnato la rassicurante promessa del Signore: “Non temere” (cf. Is 43,1), “le mie pecore non andranno perdute … il Padre è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre” (Gv 10,28-29).

Ci sono ore in cui l’ingigantirsi delle paure disorienta e paralizza. Non temere di riconoscerti nel piccolo gregge. Apri gli occhi sul dono che ti precede e viene dalla mano del Padre, per passare dal timore che isola alla fede in colui che è più grande, dalla paura per sé alla vita per altri.

Poi la condivisione che assicura il vero tesoro. Quel “vendete e date” è una chiamata alla libertà. Pacomio ne offre un’incarnazione riproponendo un’esperienza di condivisione radicale (cf. At 2,44-45; 4,32-35), ma è vangelo per tutti: perché salva dalla degenerazione dei rapporti dovuta al modo in cui si vive la proprietà e il potere, perché chiama alla libertà da ciò a cui attacchiamo il cuore per farci scegliere di arricchire presso Dio (cf. Lc 12,16-21).

Che cosa arricchisce di vita i tuoi giorni? Ciò che più conta, la vita che cerchi, comunque non dipende dai beni che ti procuri e possiedi (cf. Lc 12,15). Investi in un tesoro sicuro, senza temere di aprire la mano e condividere. 

Quindi la vigilanza nel servizio e in questo la sorpresa di una beatitudine. L’invito alla vigilanza è ben illustrato dall’immagine delle vesti strette ai fianchi e delle lampade ardenti. Pacomio, provando con i suoi a incarnare una comunità di servizio reciproco, ha rinarrato la parabola dei servi che aspettano il ritorno del padrone. Come vivere il tempo in cui è lontano? Nel servizio che dà luce a vite sensate.

Guardati dallo spadroneggiare sugli altri e dall’invidiare chi agisce così (cf. Lc 12,45 ss.; Sal 37). Lasciati piuttosto sorprendere dall’annuncio di beatitudine delle vesti strette ai fianchi (cf. Lc 12,25.37): è appunto narrato dalla prontezza di mani di fratelli e sorelle che si stringono le vesti per servire; lampade per le nostre notti, le illuminano con l’inaudito vangelo di un padrone che venendo si stringe le vesti e ci fa mettere a tavola.

fratel Fabio