Catherine Aubin - San Domenico uomo di preghiera e di misericordia

23 ottobre 2016

Leggi tutto: Catherine Aubin - San Domenico uomo di preghiera e di misericordiaPrima ancora che per la sua predicazione, San Domenico era “conosciuto e riconosciuto per la sua preghiera”. Un modo di pregare talmente vivo, ricco di gesti, voce ed emozione, che è stato tramandato fino a noi e riprodotto attraverso una serie di immagini. Catherine Aubin ci ha guidati in un percorso visivo ed esperienziale sui modi di “pregare con il corpo” di Domenico: corpo, sì, ma allo stesso tempo un cammino che è una “pedagogia dell’interiorità” con il fine dell’unificazione spirituale delle diverse dimensioni dell’umano.

E’ così che gesti come l’inchinarsi, il prostrarsi, l’inginocchiarsi, diventano simbolo dell’accoglienza di noi stessi a partire dal nostro limite e contemporaneamente della presenza di Dio in noi; la statura eretta e le braccia alzate ci possono parlare dell’incontro desiderato e vissuto con Cristo; lo stare seduti in ascolto della Parola e il mettersi in cammino verso gli altri per predicare dichiarano l’apertura ad un dono ricevuto e ridonato.


Catherine Aubin è suora domenicana della Congregazione romana di San Domenico. Laureata in psicologia, detiene un dottorato in teologia spirituale. Insegna teologia sacramentale e spirituale alla Pontificia università San Tommaso d’Aquino e all’Istituto di teologia della vita consacrata. Collabora con la Radio Vaticana e fa parte della redazione di Donne chiesa mondo, il mensile dell’Osservatore Romano. Ha appena pubblicato un libro su san Domenico presso le Edizioni Qiqajon: Pregare con il corpo.

Remo Bodei - Amore, memoria, felicità

2 ottobre 2016

Leggi tutto: Remo Bodei - Amore, memoria, felicità“Cosa mantiene unita una comunità? Che cosa permette di mantenere forme di amore e di solidarietà?”. E’ questa la domanda con cui Remo Bodei ha iniziato il suo percorso sulle tracce di Agostino d’Ippona. L’amore, energia che congiunge e ricongiunge, “è come una corda che compone i dissidi”, sana i conflitti esterni e interni, e permette il processo del perdono, sollevandoci dal peso schiacciante del male e consentendoci di ripartire, senza per questo cancellare il ricordo del torto subìto.

La memoria, individuale e collettiva, è stata legata alla percezione di un tempo che secondo Agostino è sempre presente e non scorre come su una linea lasciandosi dietro il passato e “rosicando il futuro”: l’attimo vissuto è percezione, il passato è memoria e il futuro attesa e speranza. La ricerca, dunque, potrà essere condotta dentro noi stessi, nel luogo dove, trovando il proprio essere profondo e “nella compresenza di passato, presente e futuro”, incontriamo anche Dio, “fonte” seppur ancora “ignota”, della nostra felicità.


Remo Bodei è professore di Filosofia presso la University of California a Los Angeles. È uno dei più stimati filosofi contemporanei, ha insegnato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e nelle Università di Cambridge, Ottawa, New York, Toronto, Girona, Città del Messico, Berlino. Tra i massimi esperti delle filosofie dell’idealismo classico tedesco e dell’età romantica, si è occupato anche di pensiero utopico e di forme della temporalità nel mondo moderno. Ha inoltre indagato il costituirsi delle filosofie e delle esperienze della soggettività tra mondo moderno e contemporaneo, pervenendo a una riflessione critica sulle forme dell’identità individuale e collettiva. Tra i suoi libri: Ordo amoris (Bologna 1991); Geometria delle passioni (Milano 1991); Il noi diviso (Torino 1998); Destini personali (Milano 2002); Una scintilla di fuoco. Invito alla filosofia (Bologna 2005); Paesaggi sublimi. Gli uomini davanti alla natura selvaggia (Milano 2008); La vita delle cose (Roma-Bari 2009); Ira. La passione furente (Bologna 2011); Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri (Milano 2013); Generazioni. Età della vita, età delle cose (Roma-Bari 2014); La vita delle cose (Bari-Roma 2014); La filosofia nel Novecento (e oltre) (Milano 2015); Limite (Bologna 2016).

 

+ Gabriele Caccia - I cristiani in Libano

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Nella mattinata di domenica 25 settembre il nunzio apostolico in Libano, monsignor Gabriele Caccia, ha tratteggiato brevemente la situazione politica, religiosa e culturale della terra libanese. Come un mosaico, la composizione demografica in Libano è molto variegata: “Non si può dire che vi sia una maggioranza veramente tale e alcune minoranze, piuttosto vi convivono tante diverse minoranze”. Al momento c'è pace, ma si sente il peso dell’instabilità politica.

Terra di altissima alfabetizzazione (93% degli uomini, 87% delle donne), “il Libano è un messaggio di libertà, di dialogo, di fraternità sia per l’oriente che per l’occidente”, ha concluso monsignor Caccia.

Al termine dell’incontro, Mons. Caccia ha presieduto l’eucaristia e ci ha fatto dono anche dell’omelia.

Sintesi di Chiara Pignocchi