L'invisibile festa

Il contenuto era quello che contava. La pasta umana. Era un amico, semplicemente. Ed eravamo d’accordo, tra amici. D’accordo su cosa? Sul Pernod? Sul significato della vita? Non avremmo saputo dirlo neppure noi. Ma quest’accordo era così pieno, poggiava su una bibbia così evidente nella sua sostanza, che avremmo accettato di fortificare quella veranda e di sostenervi un assedio, per salvare quella sostanza.

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La memoria della morte

“Porta in te il pensiero della morte”, ci dice tutta la tradizione ascetica. Allorché rammentate queste parole a un uomo d’oggi, egli le rifiuta: “come ? Devo vivere per tutta la vita, la mia lunga vita d’uomo, nell’orrore della morte che verrà? Tutte le gioie devono essere avvelenate dalla certezza che avranno fine? Ogni amore deve essere terrorizzato dall’idea della sua perdita?

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