La pratica del silenzio

Il cattivo uso della parola e le disfunzioni comunicative, che creano patologie relazionali gravi, hanno la loro origine anche in un’assenza della pratica del silenzio. Di quel silenzio, almeno, che è un lavoro, un’azione, un fare silenzio, non un mero tacere. E coinvolge tutta la persona in una scelta e decisione interiore, in un atto di volontà

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La solitudine del celibato

Decisivo perché il difficile celibato possa essere vissuto con una certa serenità e libertà è che in comunità si crei un clima di benevolenza, di accoglienza reciproca, di pazienza, di sopportazione, di rispetto reciproco, di disciplina della parola tra membri della comunità, tra fratelli e sorelle. E che a questo tutti collaborino.

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Liberi grazie all’obbedienza

Affinché l’obbedienza sia liberante e non alienante, o mero segno di immaturità o di dipendenza, di incapacità di reggere la propria vita con soggettività, essa deve essere misurata sull’obbedienza di Cristo. Solo chi è libero può veramente obbedire, oppure, possiamo dire che l’obbedienza autentica è sempre un atto di libertà: l’obbedienza cristiana infatti non è quella di uno schiavo.

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Sotto lo sguardo della Parola

Per penetrarti dello spirito dell’Evangelo, per vivere di esso, nella tua vita spirituale tu cercherai di ascoltarlo, di meditarlo, di ruminarlo, finché faccia corpo e unità con te stesso. Nella preghiera, durante le ore di lavoro, tu proseguirai la meditazione di esso e amerai mormorare la parola di Dio, con amore e attenzione.

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Ricominciare da Gesù

Se proprio del monaco è ricominciare ogni giorno e dire sempre “oggi io ricomincio”, questo vale anche per una comunità e da dove si ricomincia, se non da questi due fondamenti: seguire Gesù con una prassi, con dei comportamenti, con dei passi precisi? Come il vangelo dice che ha fatto Gesù, così fai tu.

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La radicalità della comunione

Il “non fare riserve di se stessi” richiede quel fondamentale monastico che è l’obbedienza, l’unico che, per quanto ci contesti in profondità, e forse proprio grazie a questo, ci consente anche di liberarci dal soggettivismo e dalla tirannia del nostro psichismo, e di operare una conversione, un cambiamento appunto, radicale.

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