1 gennaio 2025
Vi sono persone e eventi che con la loro venuta e il loro accadere danno al tempo una connotazione diversa, altra, nuova. Nella mite e umile esperienza cristiana vi è un nome la cui nascita, la cui esistenza, la cui morte e la cui resurrezione costituisce quanto di più alto sia mai accaduto sotto il sole. Con l’apparizione di quel “nato da donna” (Maria), di quel “nato sotto la legge” (circoncisione), il tempo, come scrive Paolo ai Galati, ha raggiunto la sua pienezza, la storia è pervenuta al suo compimento (cf. Gal 4,4). Nato il cui nome è Gesù, che significa “il Signore salva”.
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30 dicembre 2024
Una lucidità affinatasi negli anni, una sapienza più forte di ogni smarrimento... per noi che ci sentiamo forse confusi e in ricerca di una casa, per i nostri giorni così incerti e talvolta tentati dal disfattismo, per l’anno che si chiude e quello che inizia e che vorremmo salvati da quanto ci può corrodere dentro.
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31 dicembre 2024
Questa pagina del Vangelo può suscitare la nostra perplessità. Tutto sommato, ci aspettiamo una genealogia da Matteo, l’evangelista più impregnato di Antico Testamento e che, non a caso, apre il suo racconto con ciò che più conta nella cultura semitica: l’iscrizione in una storia (Mt 1,1-17) e l’imposizione di un nome da parte di chi porta avanti quella storia (Mt 1,18-25). Benissimo; ma cosa c’entra Luca, il più greco degli evangelisti, con tutto questo? E perché fare calare dall’alto questa genealogia, come un meteorite, non alla nascita di Gesù ma quando sta per iniziare la sua vita pubblica?
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