Vita comune, celibato, povertà, obbedienza sono quattro pilastri che sottostanno e danno qualità monastica alla liturgia, che è dimensione che appartiene alla chiesa tutta, al lavoro, che è dimensione propria di ogni uomo, e all’ospitalità che pure è dimensione umana universale e di ogni cristiano
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Solo l’orizzonte di attesa e di speranza crea la coesione profonda della comunità nell’oggi sull’essenziale… L’unità della comunità dipende anche da ciò che ciascuno nutre nel proprio cuore come speranza per sé e per la propria vita
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In comunità ci è stato trasmesso di amare le creature, ovvero, di averne cura, di aver rispetto degli animali e degli alberi, dei fiori e dei frutti, della terra, dei sassi, dei corsi d’acqua. L’ambiente è il nostro prossimo. E come il prossimo va amato.
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Amare la comunità significa anche riconoscere e amare quel corpo comunitario che non equivale alla somma dei singoli, ma la supera ampiamente, essendo l’alveo dell’azione del Signore la cui potenza ed eloquenza vanno infinitamente oltre la somma delle capacità di ciascuno…
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