La vocazione monastica è vocazione a divenire custodi del fratello. Essere fratelli, essere sorelle, in comunità è essere custodi degli altri ma anche accettare di lasciarsi custodire dagli altri.
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La scelta, anche la più personale come quella della vita monastica, non è un atto solitario, ma relazionale, anche perché è scelta“di vivere”, come sottolinea la Regola, e si vive con altri, si vive tenendo conto di altri, si vive facendo spazio ad altri, si vive impegnandosi ad amare altri.
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Radicamento in Cristo e oggettività comunitaria, Regola e regola vivente che sono i fratelli: questo può aiutare a uscire dallo stadio infantile, immaturo, manipolabile, e dall’essere in balìa dei nostri umori.
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La vocazione monastica non è che una tra le tante vocazioni cristiane, e comunque non vi è vocazione più alta della vocazione battesimale. Né la vita monastica può fregiarsi di qualche titolo di superiorità rispetto ad altre forme in quanto ogni forma in cui il Vangelo viene incarnato e vissuto trae la sua legittimità evangelica dal suo essere un particolare riferimento e segno del Regno di Dio.
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