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21 gennaio

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Agnese (III sec.)
martire

Nella seconda metà del III secolo, il 21 gennaio di un anno a noi ignoto, muore martire a Roma Agnese, appena tredicenne. La sua grande forza d'animo, che le derivava secondo gli agiografi da una fede incrollabile a dispetto della sua fragilità di adolescente e della sua esile figura, ne fecero una delle martiri più famose di tutta la cristianità. La sua Passio, giunta a noi nelle versioni greca, latina e siriaca del V secolo, era già conosciuta da tutti i grandi padri della chiesa. Ambrogio, Agostino, papa Damaso, Girolamo, Massimo di Torino, Gregorio Magno, Beda il Venerabile, Prudenzio, e poi i poeti carolingi, e infine Jacopo da Varagine, offriranno dei ritratti toccanti della giovane Agnese, fondati tutti su una tradizione orale di antichissima memoria.
Anche l'iconografia della santa ebbe uno sviluppo enorme. Nelle immagini, soprattutto medievali, Agnese appare con a fianco un agnello, a ricordo del suo nome e del sogno avuto, secondo la leggenda otto giorni dopo la sua morte, dai suoi genitori che la videro insieme ad altre martiri sfilare accanto a un agnello senza macchia (cf. 1P 1,19). Sul luogo della sua deposizione fu edificata, una basilica che, più volte rimaneggiata, fu in seguito ricostruita in stile bizantino e che ancor oggi è una delle principali chiese di Roma. Il nome di Agnese è ricordato nel Canone romano, la principale preghiera eucaristica della chiesa latina.


TRACCE DI LETTURA

Sant'Agnese è detta da sant'Ambrogio, che ne scrisse il martirio, "vergine prudentissima".
Aveva tredici anni quando morendo divenne partecipe della vita celeste che sola è vera vita: bambina ancora per età, ma adulta nella mente e nel cuore; bella nel volto, ma più bella per la fede che custodiva nell'animo.
(Jacopo da Varagine, Leggenda aurea)

Percossa, che dignità custodisce!
Coprendosi tutta con la veste,
bada attenta a custodire il pudore:
che nessuno veda la sua nudità.

Muore, ma il suo pudore rimane:
con la mano vela il suo volto,
piegato il ginocchio cerca la terra
e cade, senza scomporsi.
(Ambrogio, Inno per la festa di sant'Agnese)


PREGHIERA

Dio eterno, pastore del tuo gregge,
la tua figlia Agnese
ricevette da te la forza
per rendere testimonianza
con la vita e con la morte
al vero amore del suo Redentore:
accordaci la forza per comprendere,
con tutti i tuoi santi,
qual è l'ampiezza
e la lunghezza e l'altezza e la profondità,
e per conoscere l'amore
che è al di là di ogni nostra comprensione.
Attraverso Gesù Cristo
tuo Figlio nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE
Sir 51,1-3; Ap 7,13-17; Mt 18,1-7


Leggi tutto: 21 gennaioAbo di Tbilisi (+786)
martire

La chiesa georgiana ricorda oggi la passione e il martirio di Abo di Tbilisi, messo a morte il 6 gennaio del 786 dal califfo abbaside Mūsa al-Hādī per aver abbandonato la religione islamica in favore del cristianesimo. La vicenda di Abo è giunta a noi attraverso la preziosa Passio scritta dal georgiano Giovanni figlio di Saban, suo contemporaneo. Abo era nato a Bagdad, dove era stato educato dalle migliori guide islamiche. Divenuto un esperto profumiere e un cultore delle lettere arabe, egli entrò a servizio del nobile cristiano Nerses, duca di Georgia. La Georgia era da poco passata sotto il dominio abbaside, e ai suoi antichi regnanti cristiani era stato concesso di rimanere come etnarchi nelle rispettive città di residenza. Dopo alterne vicende, Nerses fece ritorno in Georgia, e Abo lo seguì. Essendo un uomo amante delle lettere e della cultura, egli imparò presto ad apprezzare il cristianesimo, pur evitando di professarlo apertamente.
L'inasprirsi delle ostilità verso i cristiani costrinse la casa di Nerses all'esilio nel territorio dei Khazari. Qui Abo ricevette il battesimo. Ritornato a Tbilisi, fu accusato di infedeltà all'Islam, e gli fu imposta l'abiura della sua nuova fede. Egli, con molta pace e semplicità, rifiutò, e affrontò con coraggio un lungo cammino di sofferenza che lo condusse al dono supremo del martirio.


TRACCE DI LETTURA

All'alba del 6 di gennaio, memoria del battesimo di nostro Signore, il beato Abo disse: «Questo è per me un grande giorno, poiché mi è dato di vedere la duplice vittoria del mio Signore Gesù Cristo. Fu in questo giorno, infatti, che dopo essersi spogliato discese nel fiume Giordano per ricevere il battesimo; e con quel gesto egli distrusse con la sua forza divina le teste del mostro nascosto in quelle acque profonde.
Oggi tocca a me, a mia volta, vincere le paure che assalgono il rivestimento carnale della mia anima, discendendo nella città, come nelle sante acque del Giordano, per essere battezzato nel mio stesso sangue con fuoco e Spirito, come predicava il Battista.
Allora veramente entrerò nell'acqua per ricevere il battesimo, poiché è oggi che lo Spirito santo aleggia sulle acque per crearmi a nuova vita».
(Passio di Abo di Tbilisi)


PREGHIERA

Rallegrati, eletto dalla grazia di Dio Padre
e del suo Figlio Unigenito,
chiamato e illuminato dallo Spirito santo,
unito alle schiere degli incorporei,
lodato tra i martiri e i giusti,
ornamento delle chiese,
fierezza dei martiri,
gioia dei re, aiuto dei fedeli,
coraggioso Abo:
prega Dio perché doni la grazia alle nostre anime.


LETTURE BIBLICHE
2Tim 2,1-10; Gv 15,17-16,2


Leggi tutto: 21 gennaioMassimo il Confessore (580-662)
monaco e padre della chiesa

Nel 662 muore esule in uno sperduto villaggio del Caucaso Massimo il Confessore, monaco e padre della chiesa.
Nato a Costantinopoli nel 580, ricevette la formazione propria dei funzionari di corte e divenne primo segretario dell'imperatore Eraclio. Lasciato tale incarico dopo tre anni, Massimo si fece monaco a Crisopoli, sulla costa del Bosforo. Costretto dall'invasione persiana ad abbandonare il monastero cominciò una vita errante, soggiornando a Creta, a Cipro, nei pressi di Cartagine e forse a Roma, e contribuì in tal modo a far conoscere la teologia dei greci in Occidente.
Autore di opere monastiche sulla preghiera, la lotta contro le passioni e la carità, Massimo approfondì i fondamenti teologici della dottrina orientale della deificazione dell'uomo, prima di impegnarsi, a partire dal 634, nelle dispute teologiche contro i monofisiti e i monoteliti. Le sue posizioni saranno assunte dal sinodo Lateranense del 649, convocato dal papa di Roma Martino, assieme al quale egli sarà processato ed esiliato quattro anni più tardi.
Nel 662 un nuovo processo condannerà Massimo a subire l'amputazione della mano destra e della lingua, per impedirgli di scrivere e parlare a difesa della fede ortodossa. Così, colui che aveva fissato lo sguardo sulla passione e sul ruolo della volontà umana di Cristo nell'accettazione della propria morte, divenne sempre più somigliante al suo Signore, fino a morire solo, in esilio, pochi mesi dopo l'amara sentenza che gli aveva dato modo di diventare misteriosamente ma ancor più pienamente un confessore della fede.


TRACCE DI LETTURA

Il mistero dell'incarnazione del Verbo contiene il senso di tutti gli enigmi e di tutte le figure della Scrittura, nonché la scienza delle creature visibili e intellegibili. E chi ha conosciuto il mistero della croce e della tomba, ha conosciuto le ragioni di tali cose. Chi poi è stato iniziato alla potenza arcana della resurrezione, ha conosciuto lo scopo per il quale Dio in principio ha fatto sussistere tutte le cose.
(Massimo il Confessore, Capitoli sulla teologia e l'economia dell'incarnazione 1,6)


PREGHIERA

Guida dell'ortodossia,
maestro di preghiera e santità,
illuminatore dell'universo,
corona dei monaci ispirati da Dio,
san Massimo,
tu ci hai rischiarati con i tuoi insegnamenti,
tu che fosti come una lira vibrante
al soffio dello Spirito.
Intercedi per noi
presso il Cristo nostro Dio,
perché salvi le nostre anime.


LETTURE BIBLICHE
Eb 11,33-40; Lc 12,8-12


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Agnese, martire a Roma

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Agnese, vergine e martire (calendario romano e ambrosiano)
Fruttuoso di Tarragona, vescovo, e Augurio ed Eulogio (+259), martiri (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (12 ṭūbah/ṭerr):
Secondo giorno del Glorioso Battesimo

LUTERANI:
Matthias Claudius (+ 1815), poeta ad Amburgo

MARONITI:
Sebastiano (+ ca 287), martire

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Massimo il Confessore, monaco
Neofito di Nicea (IV sec.), martire
Gregorio (+ 1012), arcivescovo di Ocrida (Chiesa serba)
Abo di Tbilisi, martire (Chiesa georgiana)

VETEROCATTOLICI:
Meinrado (+ 861), eremita e martire

20 gennaio

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Fabiano vescovo di Roma (+ 250) e Sebastiano (+ 287),
martiri

Fin dall'antichità il 20 di gennaio la chiesa d'occidente ha associato nel ricordo due tra i suoi martiri più celebri e amati: Fabiano, vescovo di Roma, e Sebastiano, ufficiale dell'esercito romano.
Fabiano fu eletto pastore della città di Roma nel 236. Nel corso del suo pontificato diede un contributo importante all'organizzazione della diocesi di Roma; divise infatti la città in sette diaconie per meglio rispondere ai crescenti bisogni della chiesa e delle fasce emarginate della popolazione.
Difensore dell'ortodossia di Origene, egli divenne presto molto popolare ben al di là delle chiese d'occidente, come attesta il suo elogio funebre redatto da Cipriano di Cartagine.
Fabiano morì martire, vittima dell persecuzione voluta dall'imperatore Decio alla metà del III secolo per arginare la crescita e l'indipendenza della chiesa.
Lo stesso giorno, qualche decennio più tardi, coronava la propria vita con il martirio Sebastiano. Di origine milanese - secondo Ambrogio -, Sebastiano era un alto ufficiale dell'esercito imperiale; proprio sfruttando la sua posizione a corte riuscì, secondo la tradizione, a salvare un gran numero di cristiani dalle persecuzioni e a diffondere il vangelo tra le file dell'esercito romano.
Secondo la sua celebre passio, scritta nel V secolo da Arnobio il Giovane, Sebastiano fu condannato a morte; al tempo dell'imperatore Diocleziano morì, come lo rappresenta la tradizione iconografica, trafitto da un gran numero di frecce. Sulla sua tomba fu edificata una basilica che a partire dal IX secolo fu intitolata al giovane soldato martire.


TRACCE DI LETTURA

Si racconta che Fabiano si oppose all'imperatore che voleva assistere alla veglia di Pasqua e comunicarsi; non gli permise di entrare in chiesa finché non ebbe confessato i suoi peccati e fatta penitenza.
Un altro imperatore, Diocleziano, chiamò a sé Sebastiano e gli disse: «Tu sei sempre stato fra i primi nella mia dimora e di nascosto ti sei adoperato fino ad ora contro di me e contro i miei dèi». Rispose Sebastiano: «Ho sempre adorato Cristo per la tua salvezza e sempre ho pregato Dio che è nei cieli per tutto l'impero». Allora Diocleziano ordinò di legarlo in mezzo al campo di Marte e di trafiggerlo con frecce.
(Jacopo da Varagine, Leggenda aurea)


PREGHIERE

O Dio, gloria di coloro
che hai scelto come tuoi ministri,
concedi a noi tuoi fedeli,
per intercessione del papa e martire Fabiano,
di crescere come comunità di fede e di amore.
Per il nostro Signore
Gesù Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Donaci, o Padre,
il tuo Spirito di fortezza,
perché, ammaestrati dal glorioso esempio
del tuo martire Sebastiano,
impariamo a obbedire a te
piuttosto che agli uomini.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


LETTURE BIBLICHE
1P 4,12-19; Gv 17,11-19 (Fabiano); Eb 10,32-36; Mt 10,17-22 (Sebastian
o)


Leggi tutto: 20 gennaioEutimio il Grande (377-473)
monaco

Il 20 gennaio del 473 muore nella lavra che egli stesso aveva fondato Eutimio il Grande, monaco nativo di Melitene, in Armenia.
Alla morte del padre, il piccolo Eutimio era stato affidato all'educazione del vescovo di quella città. Ebbe così modo di acquisire un forte sensus fidei, generato dall'ascolto e dalla meditazione delle Scritture, che lo accompagnerà per tutta la vita e in ogni situazione.
L'amore per la quiete e la riluttanza nei confronti della carriera ecclesiastica che gli si prospettava in modo ormai evidente, lo spinsero a cercare la solitudine in Palestina, dove si recò con il desiderio di imitare la vita di Cristo nel deserto.
Con la sua vita egli testimoniò a tal punto la bellezza del vangelo da portare alla fede cristiana un numero notevole di abitanti del deserto, in gran parte nomadi di lingua araba. Si andò così formando attorno ad Eutimio una laura, alla quale accorsero discepoli anche da regioni molto lontane.
Eutimio ebbe un ruolo importante negli avvenimenti della chiesa di quegli anni, e fu anche grazie a lui che la chiesa di Gerusalemme accolse il concilio di Calcedonia.


TRACCE DI LETTURA

Così esortava i propri fratelli Eutimio: «In ogni ora ci occorre essere vigilanti e stare desti. Sappiate anzitutto questo: chi rinuncia al mondo non deve avere volontà propria, ma in primo luogo acquisirà umiltà e obbedienza; egli deve perseverare, meditare senza posa l'ora della morte e il giorno terribile del giudizio, aspirare alla gloria del regno dei cieli».
Diceva ancora: «Oltre alla custodia dell'interiorità, i monaci, soprattutto quelli giovani, devono faticare corporalmente, ricordando la parola dell'Apostolo: "Ho lavorato notte e giorno per non essere di peso a nessuno" (1Ts 2,9); e queste mani hanno lavorato al mio servizio e al servizio di coloro che sono con me". Sarebbe strano, infatti, che mentre le persone del mondo si danno pena e fatica per nutrire moglie e figli con il loro lavoro, per offrire a Dio primizie, fare del bene per quanto possono, e inoltre vedersi reclamare imposte, noi non sovvenissimo neppure, con il lavoro delle nostre mani, alle nostre necessità corporali, ma restassimo lì pigri e immobili a godere della fatica altrui, quando soprattutto l'Apostolo comanda che il pigro non deve neppure mangiare»(2Ts 3,10).
(
Cirillo di Scitopoli, Vita di Eutimio 9)


PREGHIERA

Eutimio, padre santo,
anche se hai scelto la sterilità,
sei stato padre di molti figli;
grazie al seme spirituale che hai sparso, infatti,
il deserto, dapprima impenetrabile,
si è colmato di un gran numero di monaci.
Intercedi perché siano accordate alle nostre anime
la pace e la grazia della salvezza.


LETTURE BIBLICHE
2Cor 4,6-15; Lc 6,17-23


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Richard Rolle di Hampole (+ 1349), autore spirituale

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Fabiano, papa e martire
Sebastiano, martire (calendario romano e ambrosiano)
Agnese (III sec.), vergine e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (11 ṭūbah/ṭerr):
Apparizione divina o Glorioso Battesimo di Gesù

LUTERANI:
Sebastiano, martire a Roma

MARONITI:
Eutimio il Grande, monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Eutimio il Grande, monaco
Eutimio di Tarnovo (XIV-XV sec.), patriarca (Chiesa bulgara)

SIRO-ORIENTALI:
Sebastiano, martire (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Sebastiano, martire

19 gennaio

LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Wulfstan (+ 1095), vescovo di Worcester

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Bassiano (+ 405), vescovo (calendario ambrosiano)
Sebastiano (+ 287 ca), martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (10 ṭūbah/ṭerr):
Vigilia del glorioso Battesimo

LUTERANI:
Johann Michael Hahn (+ 1819), testimone della fede nel Württemberg

MARONITI:
Macario l'Egiziano (+ 390 ca), monaco

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Macario l'Egiziano, monaco discepolo di Antonio
Arsenio (X sec.), arcivescovo di Corfù