Domenica 17 ottobre, giorno in cui si è avviato per le chiese locali il cammino sinodale proposto da papa Francesco, abbiamo accolto con piacere Pierluigi Castagnetti, deputato per più legislature e amico di vecchia data della nostra comunità, per un confronto che, prendendo spunto dall’enciclica Fratelli tutti, si proponeva di definire cosa fosse la “migliore politica” di cui scrive papa Francesco.
Chiamiamo giustizia riparativa quella giustizia che serve là dove è accaduto l’irreparabile, un ossimoro che fa subito capire la difficoltà di questo percorso nel quale familiari delle vittime ed ex brigatisti si son ritrovati a condividere i loro vissuti, i loro dolori che dopo più di 30 anni rischiavano di essere talmente incancreniti da non poter più essere toccati. Incontri che hanno permesso di vedere l’altro, di dargli un volto, un volto umano, di riconoscere il suo presentarsi disarmato e che hanno indotto a disarmarsi delle proprie ragioni, dei propri ideali, dei propri pregiudizi.
“Nella fine è l’inizio”: questa frase di Thomas S. Eliot dà il titolo al libro che i coniugi Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, docenti all’Università Cattolica di Milano, hanno recentemente pubblicato per Il Mulino con l’intento di leggere “in che mondo vivremo” dopo lo scoppio della pandemia. Ed è anche il tema che hanno affrontato in un’intensa giornata di dialogo a Bose domenica scorsa 7 novembre.