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Buon tempo di attesa!

Cari amici, care amiche,

anche se ci è impossibile incontrarci di persona, anche se l’ormai consueto ritiro di Avvento a Cellole non può aver luogo, vorremmo augurarvi anche quest’anno un buon tempo di attesa.

Che l’attesa di Gesù sia anima di ogni nostra attesa, scuola di ogni nostro desiderio, profumo segreto di ogni nostro affetto.

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In-contro all’altro

dalla paura all’accoglienza

domenica 28 aprile 2019

Elia Fiore, monaco di Bose

L’altro ci interpella con la sua presenza, la sua assenza, lo sguardo, le parole, il silenzio. Come rispondere a questo richiamo alla relazione? Percorreremo attraverso brani biblici ed espressioni artistiche il percorso che parte dalla paura dell’altro e approda alla sua accoglienza.

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Sant'Eusebio di Vercelli

Mt 5,11-16
“Sale della terra”, “luce del mondo”: sono espressioni che isolate dal loro contesto suonano arroganti e presuntuose. Chi può avere la pretesa di essere luce per gli altri, di dare sapore alla terra?

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Il simbolo della fede

XIV settimana Teologia
lunedì 24 - giovedì 27 febbraio 2014
Dario Vitali
presbitero della diocesi suburbicaria di Velletri-Segni, ordinario di Ecclesiologia presso la Ponti? cia Università Gregoriana (Roma)

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Realizzare se stessi

M. IGNAZIA ANGELINI
“Realizzare se stessi”, dunque significa “realizzare la propria umanità”, e ciò è possibile solo nella relazione. Se hai cura della relazione, hai cura della radice e del frutto dell’umanità

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Incontro con Christoph Theobald

Bose, 13 ottobre 2013
Tra i più stimati e acuti teologi cattolici contemporanei, uomo dal pensiero fecondato dallo Spirito e dalla Parola in questi giorni di permanenza tra noi si è reso disponibile a condividere la sua sapienza

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La liturgia ebraica

lunedì 21 - giovedì 24 ottobre 2013
Prof. CARMINE DI SANTE
Traduzione semantica del dialogo d'amore tra Dio e l'uomo, l'universo liturgico ebraico ha il suo asse nella categoria della benedizione/ berakah

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Eucaristia: "Noi crediamo come preghiamo"

lunedì 7 - giovedì 10 ottobre 2013
prof. CESARE GIRAUDO
Prestando attenzione alla metodologia dei padri, i quali "prima pregavano e poi credevano, pregavano per poter credere, pregavano per sapere come e che cosa dovevano credere", vogliamo rispondere

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Leggere la Bibbia

Bose, estate 2013
Se avviciniamo la Bibbia con domande speculative scopriremo che ci risponde con altre domande duramente pratiche. Se la interroghiamo sul significato della vita, ci risponderà

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San Benedetto

Lc 18,18-30
Ascolta la parola e l’insegnamento, dice la prima lettura; segui il Signore, dice il Vangelo; ricorda l’ospitalità, dice il testo della lettera agli Ebrei

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Verso la Pasqua

Bose, 9 giugno 2013
Da qualche mese la comunità si è stretta attorno a fr. Edoardo, uno dei fratelli più anziani di vita comunitaria, cui è stata diagnosticata una malattia già in fase avanzata

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Pentecoste

Gv 14,15-17.23-26
Amare il Signore è custodire e mettere in pratica le sue parole che rendono la sua volontà presente anche nella sua assenza. Questa per Giovanni è la fede

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Pacomio, padre della vita cenobitica

Luca 12, 32-40
Pacomio fu vero discepolo, perchè cercò il suo riposo nel servire i suoi fratelli, amici o nemici che fossero. Se, e quando, sappiamo, per grazia, riconoscere che il Signore sta ancora in mezzo a noi

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Il messaggio del Risorto

Il Risorto appare ricostituendo una serie di rapporti: con singole persone, con gruppi, con la folla, per donare a tutti quella forza della risurrezione che egli vive e che è il punto cruciale della storia.... E tra le persone che incontra ci siamo anche noi, perché ciascuno di noi viene incontrato da Lui

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La compassione

Come possiamo vivere la compassione tra di noi, nel quotidiano? Come fare affinché la compassione non rimanga nella sfera di un generico sentimento, ma si traduca in un atteggiamento di vero ascolto e partecipazione a ciò che l’altro vive?

La compassione è quel comportamento che ci sottrae alla indifferenza e ci spinge incontro a chi soffre. La compassione è la risposta umanamente possibile alla sofferenza dell’altro: è lasciarci raggiungere dal suo dolore fino a sentirlo come nostro.

Il Dio biblico è un Dio vulnerabile, che soffre con l’uomo e le sue creature. Il movimento della compassione di Dio è sintetizzato da tre azioni: vedere, ascoltare, conoscere (cf. Es 3,7), che divengono la trama attraverso cui possiamo rileggere tutta l’esistenza di Gesù e i suoi numerosi incontri.

 In questo doppio CD è inciso il ritiro di Quaresima predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 17 febbraio 2013.

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Meditazioni per il tempo di Quaresima e di Pasqua


 

 

La chiesa nel mondo

La Costituzione Gaudium et spes

   

Il concilio ha segnato la fine di una posizione difensiva, che concepiva la chiesa come cittadella arroccata e il mondo come suo insidioso nemico: grazie al Vaticano II la chiesa è ritornata a dialogare con il mondo e i cristiani a essere tali nella società, nella compagnia degli uomini senza evasioni né esenzioni.

La Costituzione pastorale Gaudium et spes delinea alcune note caratterizzanti la chiesa e il suo stare nel mondo: una chiesa solidale con gli uomini, che guarda agli uomini con lo sguardo pieno di sollecitudine del buon Pastore; una chiesa che non ha paura di essere debole sul piano dei mezzi materiali, ma che conta sulla forza del Vangelo; una chiesa in ascolto non solo dello Spirito, ma anche delle gioie, delle ansie e delle sofferenze di tutta l'umanità.

Solo una chiesa che saprà usare misericordia sarà capace di raccontare i tratti di Gesù suo Signore e di essere così ascoltata dagli uomini. In questo esercizio quotidiano il Vaticano IIsta davanti a noicome bussola capace di orientare il cammino della vita cristiana.

 In questo doppio CD è inciso il primo del ciclo di incontri sul tema “Il Concilio e il nostro tempo” tenuto da fr. Enzo Bianchi a Bose il 14 aprile 2013.

 

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Riflessioni sulla vita cristiana


 

 

La Costituzione Lumen gentium

Una chiesa sinodale
La Costituzione Lumen gentium

   

La Lumen gentium è la costituzione conciliare che ha fatto una lettura della chiesa: non come una realtà autoreferenziale, ma come una creatura Dei, in dipendenza da Dio e perciò da Cristo e dallo Spirito santo. Questa immagine della chiesa richiede anche una forma ecclesiae, ovvero che la chiesa ri-formi se stessa a immagine della vita trinitaria in cui l’unità è plurale, in una dinamica di comunione, di amore, di alterità.

La forma ecclesiae non può contraddire, distaccarsi dalla forma Christi, che è svuotamento, povertà fino alla morte di croce, che è diaconia, che è dialogo con tutti gli uomini della storia. Non abbiamo bisogno di una chiesa “adattata al mondo”, ma di una chiesa che è “aggiornata” all’oggi di Dio, di una chiesa più fedele al suo Signore. Se lo sarà, la chiesa sarà segno per gli uomini, saprà fare segno, indicare al mondo Gesù Cristo.

In questo doppio CD è inciso il secondo del ciclo di incontri sul tema “Il Concilio e il nostro tempo” tenuto da fr. Enzo Bianchi a Bose il 12 maggio 2013.

 

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Riflessioni sulla vita cristiana


 

 

Lo Spirito santo

Lo Spirito santo
nella Bibbia e nella vita cristiana

    Quando si tenta di contemplarlo, la prima sorpresa è che lo Spirito santo non ha volto: il Padre e il Figlio in qualche modo possono essere rappresentati, evocando figure umane, mentre lo Spirito può essere intuito nei frutti lasciati dalla sua azione. Tuttavia è necessario conoscerlo e riconoscerlo in ciascuno di noi, nella chiesa, nell’umanità, nella storia, perché è lui lo Spirito creatore, è lo Spirito di profezia che conduce al discernimento della parola di Dio nella parola umana, è lo Spirito di resurrezione che sempre sprigiona energie capaci di vincere il potere della morte. Lo Spirito santo opera nel nascondimento, e le tracce del suo passaggio sono i doni che egli lascia nell’esistenza di uomini e donne che accettano di lasciarsi ispirare da lui.

Attraverso un duplice itinerario biblico-spirituale vengono prese in esame le diverse immagini con le quali la Bibbia descrive lo Spirito santo, e le azioni che lo Spirito compie nel cuore del credente che sa accoglierlo e predisporre tutto al suo passaggio.

In questo doppio CD è inciso il ritiro di Pentecoste predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 19 maggio 2013.

 

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Riflessioni sulla vita cristiana


 

 

I Novissimi: la morte; la vita eterna

 

Perché i “Novissimi”? Se ne parla poco nella chiesa, eppure è un tema essenziale della nostra fedeperché riguarda le realtà “ultime”, definitive: la morte, la vita eterna; quelle realtà strettamente legate alle domande sul senso della vita: da dove veniamo, dove andiamo, chi siamo?

L’essere umano non è padrone della propria vita, perché la riceve come grazia e benedizione, compito e vocazione. Per il credente la morte è un passaggio da questo mondo alla vita in Dio, vita in cui accadrà una trasfigurazione come quella già avvenuta nel corpo stesso di Gesù.

Il nostro Dio ha voluto farsi uomo, la Parola di Dio è diventata sárx, carne, ha abitato tra di noi (cf. Gv 1,14), e ormai la nostra umanità fragile e mortale è trasfigurata per l’eternità. Scriveva Tertulliano: “Dio ama la carne plasmata dalle sue mani: come potrebbe dunque questa non risorgere dai morti?”.


In questo doppio CD è incisoil ritiro di Avvento predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 1 dicembre 20133.

 

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Meditazioni per Avvento - Natale


 

 

La speranza

Innanzitutto noi nutriamo delle aspirazioni. Quella di conoscere, di amare, di dare, di ricevere, di agire in modo esaltante, di superare certi limiti

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Quanta est nobis via?

Lettera agli amici n° 55
Avvento 2012
La fedeltà allo spirito del concilio ci insegna che solo a condizione di essere vissuto e narrato sotto il segno della misericordia

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Una luce - Marco 9,1-13

RAI Radio 3
Uomini e profeti
, 12 dicembre 2012
Leggere la Bibbia

condotto da GABRIELLA CARAMORE
con ENZO BIANCHI
Una esplosione di luce è quella che i tre discepoli vedono, sul Monte Tabor


 

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Il giudizio universale nelle parabole di Gesù

 

Il giudizio è elemento centrale della fede cristiana. L’annuncio del giudizio vuole suscitare la responsabilità del credentenel mondo affinché la sua prassi unifichi misericordia e giustizia.

Il giudizio è anche l’atto attraverso cui Dio può instaurare la sua giustizia e la sua signoria sulla storia e sull’umanità. Il giudizio è misura di giustizia divina nei confronti di tutti coloro che nella storia sono stati oppressi e sfruttati dagli uomini, senza soggettività e senza voce.

La riflessione propone il commento di alcune parabole di Gesù sull'annuncio del giudizio universale.

In questo doppio CD è inciso il ritiro di Avvento predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 2 dicembre 2012.

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per Avvento - Natale

Pregare i Salmi

 

Bose, 9 novembre 2012

Il corso “Pregare i Salmi”
è stato tenuto da fr. Enzo Bianchi ai presbiteri
che hanno partecipato alla settimana di esercizi spirituali
svoltasi a Bose dal 5 al 9 novembre 2012.

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"Gioisce la chiesa..."

Lettera agli amici n° 54
Pentecoste 2012
Cari amici e ospiti,
quest’anno ricorrono i cinquant’anni dall’apertura del concilio Vaticano II. Per ricordare quell’evento di grazia cui ci sentiamo profondamente debitori nel nostro cammino cristiano e monastico

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La famiglia

Bose, 13 maggio 2012
Bose, 12 giugno 2012

 

La famiglia è lo spazio ordinario per l’amore e per la vita; il luogo essenziale in cui gli esseri umani si aprono al futuro e rendono feconda l’umanità; una storia di fede, di fiducia l’uno nell’altro.

La chiesa definisce il matrimonio come un sacramento: la comunione di vita e di amore vissuta nel matrimonio è segno dell’amore fedele di Dio per l’umanità.

La riflessione ha affrontato alcuni temi cruciali inerenti la famiglia: la fedeltà matrimoniale, la paternità e la maternità responsabile.

Il CD contiene le registrazioni del ciclo di incontri su “La famiglia” tenuto da fr. Enzo Bianchi a Bose il 13 maggio e il 10 giugno 2012. 

 

Ascolta un passaggio dell'incontro del 13 maggio:

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L'annuncio cristiano della sessualità

Bose, 15 aprile 2012
 

All’interno della fede cristiana, la sessualità si pone sul piano della rivelazione prima ancora che dell’etica; è un annuncioil cui contenuto è strettamente legato al tema dell’incarnazione, della morte e della resurrezione. «Il corpo è per il Signore e il Signore è per il corpo» (cf. 1Cor 6,13): corpo offerto al Signore nella sequela quotidiana, e al tempo stesso testimonianza che il Signore con la sua grazia è al servizio del nostro corpo.

La sessualità come incontro nella vicenda dell’amore: è il “mistero grande” che la parola di Dio può illuminare; un itinerario di riflessione svolto in ascolto della rivelazione biblica e dell’esperienza umana.

In questo doppio CD è inciso l'incontro tenuto da fr. Enzo Bianchi a Bose il 15 aprile 2012.

Ascolta un passaggio dell'incontro:

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Peccato, perdono, conversione. Il libro di Osea

Bose, 26 febbraio 2012

Solo conoscendo il Signore riusciamo a giudicare i nostri peccati come un cammino di morte che abbiamo percorso, come una contraddizione a una vita piena, e nel contempo giungiamo a comprendere il suo amore incondizionato. Al peccato risponde il perdono di Dio ed è proprio il suo perdono che causa la conversione, perché la conversione e il perdono hanno come soggetto Dio: solo la forza dello Spirito santo, solo l’amore preveniente di Dio ci converte.

In questo doppio CD è inciso il ritiro di Quaresima predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 26 febbraio 2012.

Ascolta un passaggio del ritiro:

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Il giorno del Signore - La Parrocchia

 

Bose, 30 gennaio 2012

La domenica e la parrocchia sono i luoghi essenziali per vivere e trasmettere la fede cristiana. La riflessione esamina gli aspetti teologici e spirituali della domenica: nel giorno del Signore i cristiani si radunano per fare memoria della resurrezione di Gesù, per vivere la comunione con lui e celebrare insieme l’eucaristia.

Il CD contiene, da oggi in fomato mp3, le registrazioni del ciclo di incontri “Il giorno del Signore - La parrocchia” tenuto da fr. Enzo Bianchi a Bose nel 2002.

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Quando il Cristo ritornerà nell’ultimo giorno

Un cristiano non può situarsi nel momento storico che vive come se il Messia non fosse ancora venuto; non è in diritto di vivere un ritorno fittizio nel passato. Bisogna dunque ripudiare ogni spiritualità dell’Avvento che trova il suo punto di appoggio in una simile prospettiva, e che tenta di farci pregare come se Dio non avesse ancora mandato suo Figlio in mezzo a noi e come se noi non l’avessimo ancora ricevuto. Sarebbe questo un grave controsenso, distruttore di ciò che vuol essere ed è la liturgia della chiesa. Ma allora perché l’Avvento, attraverso i testi dell’Antico Testamento, ci richiama alla mente l’attesa dei patriarchi, dei profeti, di tutto il popolo di Israele? Non è forse la loro attesa una prefigurazione della nostra?

In realtà, al di là della venuta del Messia, l’attesa di Israele si concretizza nella speranza di un incontro con il suo Dio. Per noi il Cristo è nato, abbiamo ricevuto il Messia, tutta l’umanità ha visto la salvezza, sappiamo che siamo nel Regno, ma sappiamo anche che il regno di Dio non ha raggiunto la sua pienezza e che è sempre in aumento. Il nostro incontro definitivo con Dio non è ancora avvenuto: noi lo vediamo nel mistero e come in uno specchio. Il faccia a faccia lo aspettiamo per l’avvenire, quando il Cristo ritornerà nell’ultimo giorno.

Il cristiano, così, vive l’oggi ma è sempre proteso verso quell’ora in cui personalmente incontrerà Dio, quando il mondo tutto, diventato maturo, avendo ritrovato le dimensioni che il Signore gli aveva assegnato creandolo, si schiuderà in regno di Dio. La venuta di Cristo, la sua morte e la sua resurrezione, infatti, hanno inaugurato la vita eterna, la salvezza totale, ma la storia continua, prosegue il suo cammino in mezzo a noi, nel nostro tempo. Lungi dall’aver immobilizzato la storia, la venuta di Cristo le ha dato un nuovo impulso.

Se la chiesa del nostro tempo celebra l’attesa del Messia, lo fa appoggiandosi, paziente e sicura, a un passato nel quale Dio ha già manifestato le sue meraviglie. Queste meraviglie che Dio si è compiaciuto diffondere nell’Antico Testamento per guidare l’attesa del Regno, sono un pegno, confermato anche dalla prima venuta di Cristo, di nuove meraviglie che annunciano e preparano il Regno definitivo, al tempo della seconda venuta del Signore.

Adrien Nocent, Contemplare la sua gloria. Avvento, Natale, Epifania, pp. 13-15

 

Benedictus e Magnificat

 

Il Benedictus e il Magnificat sono il canto di lode per eccellenza nella preghiera quotidiana della Chiesa. I due testi biblici ci invitano a situarci nello spazio del “già” e “non ancora”, perché testimoniano che Dio  con Gesù ha visitato il suo popolo e ha iniziato a realizzare le sue promesse, ma queste saranno portate a pienezza con la venuta nella gloria del Signore.

 In questo doppio CD è inciso il ritiro di Avvento predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 27 novembre 2011.

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per Avvento - Natale

Il libro dell'Apocalisse

Bose, 14 agosto 2011

Il corso “Il libro dell’Apocalisse” è stato tenuto da fr. Enzo Bianchi al Corso biblico svoltosi a Bose dall'8 al 13 agosto 2011.

 

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Il libro dell'Apocalisse

 

Bose, 11 novembre 2011

Il corso “Il libro dell’Apocalisse”
è stato tenuto da fr. Enzo Bianchi ai presbiteri
che hanno partecipato alla settimana di esercizi spirituali
svoltasi a Bose dal 7 all'11 novembre 2011.

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L'amore di Dio e del prossimo

Bose, 9 maggio 2011
Bose, 13 giugno 2011

Cosa significa amare Dio? Come possiamo rispondere all’amore di Dio per noi? La Scrittura ci dà la testimonianza di un Dio che è amore e che ci ama in modo preveniente e incondizionato; il suo amore interpella la fede e impegna totalmente l’uomo.

Ma l’amore di Dio non va disgiunto dall’amore per il prossimo. L’amore è il fine della vita cristiana, il comandamento nuovo, definitivo che Gesù ci ha lasciato. Amare il prossimo significa ricercare il bene dell’altro, operare a favore dell’altro; è un cammino che non si nutre di idealismi, ma avviene attraverso gesti e atteggiamenti vissuti nel quotidiano e che costituiscono una grammatica umana dell’amore.

Bose, 20 agosto 2011

Il corso “L’amore di Dio e del prossimo” è stato tenuto da fr. Enzo Bianchi al Corso biblico svoltosi a Bose dal 15 al 20 agosto 2011.

ascolta un passaggio del 9 maggio: 

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ascolta un passaggio del 13 giugno: 

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Perseverare nella speranza

Lettera agli amici n.52
Pentecoste 2011

Se la fedeltà è virtù essenziale a ogni relazione interpersonale, la perseveranza è la virtù specifica del tempo: esse pertanto ci interpellano sulla relazione con l’altro

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Cristo è risorto

Resurrezione non significa rianimazione di un cadavere, un morto che torna alla vita nelle condizioni in cui versava prima di morire. La resurrezione di Cristo ribalta radicalmente tali condizioni

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La fede. Dono di Dio, atto dell’uomo

Bose, 13 marzo 2011

Cosa vuol dire credere? Come Gesù educa alla fede?

La fede non è un concetto astratto o un vago sentimento: è un atteggiamento vitale che coinvolge l’intera persona e sgorga dal suo intimo; essa si iscrive nello spazio della convinzione e non in quello della conoscenza.

In questo doppio CD è inciso il ritiro di Quaresima predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 13 marzo 2011.

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Chiesa monastica ecumenica di Bose

di ENZO BIANCHI
Abbiamo cercato di progettare il più possibile insieme questa chiesa – tenendo soprattutto in gran conto le esigenze liturgiche della comunità – e di mettere così in pratica un percorso di sinodalità

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La gratuità del monachesimo

Lettera agli amici n° 51
Avvento 2010

“Voi monaci cantate, chi ascolta? Voi celebrate liturgie, chi vi guarda? Voi vegliate di notte, chi se ne accorge?... Ma così voi mostrate che nulla mettete al di sopra dell’amore di Cristo”

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L’amore di Dio

  Commento a Mt 25,31-46

RITIRO DI AVVENTO 2010

Bose, 29 novembre 2010

Vivere l’amore che il Signore chiede, amare gli altri come lui vuole: è il messaggio della parabola del giudizio universale (Mt 25,31-46), che Gesù ha raccontato affinché viviamo consapevolmente e responsabilmente la nostra esistenza nella storia. Il servizio dei fratelli, in particolare di quanti sono segnati dal bisogno e dalla sofferenza, è la maniera fattiva di vivere l’amore, e ciò che decide nell’oggi la nostra salvezza.

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Il mistero dell’Avvento

di THOMAS MERTON
Il mistero dell’Avvento fa convergere la luce della fede sull’autentico significato della vita, della storia, dell’uomo, del mondo e del nostro stesso essere

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Pratica l'ospitalità

Mi chiedi come sia possibile praticare quell’ospitalità autentica, che permetta un vero incontro tra chi accoglie e chi è accolto. Nelle nostre società occidentali l’ospitalità sembra più difficile da praticare

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Prega per il mondo

La vita e il lavoro hanno ripreso il sopravvento, mi scrivi, dopo alcuni giorni di ferie e il tuo ritorno da quel giro lontano che ti ha permesso di vedere il vasto mondo e ti ha anche insegnato a conoscerti meglio

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Preghiera e liturgia

Bose, 21 agosto 2010

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Corso biblico tenuto a Bose
da ENZO BIANCHI e GOFFREDO BOSELLI
dal 16 al 21 agosto 2010

 

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Le vacanze: un’occasione per lo spirito

 Ritornano le vacanze e – mi scrivi – sei pieno di progetti per questo periodo. Sono contento per te! Questi giorni sono, infatti, un tempo conquistato con fatica e atteso con ardore, ci fanno sentire liberi dalle abitudini e dai doveri quotidiani che ci sfidano alla fin fine a vivere “la vita che desideriamo”, facendo spazio a ciò che per noi ha davvero valore e senso. Ma se la ricerca di senso, assente dal tuo orizzonte domestico, desse forma solo al periodo delle vacanze, se tu vivessi in preda a mode e convenzioni, dipendendo totalmente dalla mentalità corrente, le vacanze finirebbero con l’essere per te giorni di schiavitù a un nuovo utilitarismo: questi giorni di libertà si trasformerebbero in tempo funzionale, che mira a una migliore ripresa al ritorno... Di nuovo vittima di un quotidiano che si è camuffato con abiti esotici, ti scoprirai a chiederti: “Come può essere la mia vita questa ‘bella straniera’, che mi sta di fronte, pur in un paesaggio di sogno?”. Ora le vacanze sono – o possono essere, se ti impegni – un periodo di umanità e di pace, un’occasione di rispondere a un bisogno autentico, cioè di trovare altrove un senso all’esistenza quotidiana, di vivere diversamente il tempo per permetterti, in autunno, di ritrovare in pienezza una vita che era divenuta routine. Perchè, anzitutto, non approfittare delle vacanze per dare alle giornate un ritmo piô naturale, piô umano? Riscoprire il gusto della preghiera nel silenzio di una chiesa di campagna, reimparare l’ascolto del silenzio abitato dal canto degli uccelli o dal fruscio delle onde sulla spiaggia; riprendere in mano la parola sempre nuova che Dio ci rivolge con la Bibbia; ridare spazio alla lettura capace di aprire nuovi orizzonti allo spirito; renderti conto che i momenti trascorsi a tavola contano per la condivisione dell’amicizia più delle stravaganze culinarie... Sì, si tratta di un’architettura del tempo determinata dai bisogni elementari dell’uomo: l’alimentazione del corpo e dello spirito, l’alternanza e il dialogo fra parola e silenzio, il riposo come sostegno a una vita piena e libera, non come metodo di ottimizzazione della produttività. Certo, non à facile cambiare di ritmo e di mentalità in pochi giorni... Ma toccando con mano, pur per pochi giorni, la possibilità di questa alterità, che lungi dall’esserti straniera, ti è familiare, vi troverai un aiuto efficace per riprendere la lotta quotidiana contro il dominio del brusio sull’intimità, della superficialità su ciò che ti abita in profondità. Ma le vacanze sono anche un’occasione privilegiata d’incontro con l’altro, sia persone diverse sia coloro che conosci bene ma dei quali desideri vedere il volto con occhi rinnovati. L’altro ti farà scoprire in te aspetti che avevi dimenticato, meandri abbandonati, penombre segrete, sorprese gioiose e risorse inattese. L’altro, infatti, a condizione di incontrarlo, di accostarti a lui rispettando quello che è nella sua differenza, di stare insieme a lui con autenticità, può davvero divenire il tuo miglior maestro. Quante abitudini radicate crolleranno, quante situazioni paralizzate si sbloccheranno, quanti giudizi senza appello saranno rimessi in discussione... Grazie agli altri, le vacanze non saranno il tempo dello stordimento che ti spinge a dimenticare gli aspetti meno piacevoli della tua esistenza, ma una verifica di ciò che ti sta davvero a cuore, di cið che per te conta nella vita, dei legami per te essenziali. Sì, ti deve essere possibile – e io te lo auguro – di approfittare delle vacanze per far crescere la libertà e riscoprire l’autenticità dei rapporti umani, sovente confinati in una triste banalità. Il “rientro”, non sarà il triste ritorno a un quotidiano sopportato con difficoltà ma la riscoperta del tuo ambiente come il luogo in cui ti à dato giorno per giorno di gustare l’infinita ricchezza che nasce dai rapporti con gli altri.

Enzo Bianchi
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© 2010 Edizioni Qiqajon  

L'eucaristia, mistero pasquale

Bose, 19 novembre 2010

Il corso “L’eucaristia, mistero pasquale” è stato tenuto da fr. Enzo Bianchi ai presbiteri che hanno partecipato alla settimana di esercizi spirituali svoltasi a Bose dall'8 al 12 novembre 2010.

 

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Gesù l’uomo dell’incontro

 In tutti i vangeli Gesù appare come l’uomo dell’incontro. Commuove il vedere che per lui ogni incontro è rivelazione. Si rivela a se stesso. Si consegna con tenerezza, con passione, di più con violenza, ma soprattutto ciascuno dei suoi interlocutori è d’improvviso rivelato a se stesso. L’incontro con Gesù diventa un potente catalizzatore: un uomo, una donna, un malato sono di colpo raccolti in sé, restituiti a sé e tutte le possibilità che dormivano in loro, sotto la scorza del quotidiano, alle quali avevano smesso di credere, esplodono in un solo colpo e appaiono a essi come la loro verità più profonda. Possono “essere”, possono divenire. È meraviglioso: la stragrande maggioranza delle persone che Gesù incontra sono vite fallite, scomunicati, decaduti… Basta l’incontro, una parola, uno sguardo e si ribaltano senza preavviso, senza condizioni, dalla decadenza alla santità. Gesù è il genio dell’incontro. È nella sua persona la pienezza dell’incontro, quello dell’uomo e quello di Dio: è il suo essere, la sua vita, la sua felicità, il suo tormento, è il suo volto, è la sua parola. Per questo incontro è venuto tra noi e qui c’è tutto il vangelo (J. Leclercq, Debout sur le soleil, Seuil, Paris 1980, pp. 84-85).

Impara a pregare

Secondo te essere cristiani oggi è più difficile di un tempo, quando tutta la società lo era, o almeno così si credeva. Dici che è difficile rendere evidente la “differenza” cristiana, la specificità del cristianesimo. E hai ragione. Forse è per questo che si cerca sempre di rimuovere la “conversione”, quel mutamento di pensiero, di giudizio, di atteggiamento che è essenziale alla vita del discepolo. Così accade che in questo tempo la preghiera sovente venga presentata come una pratica che “fa bene”, che “giova alla buona salute del corpo”, oppure come un’attività fonte di igiene mentale, come un antidepressivo... Come se l’effetto soggettivo della preghiera potesse diventarne la motivazione! Magari avrai anche sentito qualche autorevole “maestro spirituale” fare l’apologia della preghiera ricorrendo a queste ipotesi salutistiche. Ma vedi, nel cristianesimo la preghiera à nient’altro che un predisporre tutto l’essere all’ascolto, al riconoscimento di una presenza, all’arte ineffabile del dialogo con Dio, in cui però il vero protagonista è lo Spirito santo: è lui che ti spinge a pregare, è lui che unisce la tua preghiera a quella di Cristo, è lui che, a volte con gemiti ineffabili, altre volte con un grido, ti fa chiamare Dio “Abba, Padre amato!”. Sì, la preghiera cristiana non è “fare delle cose”, “dire delle parole” che producono automaticamente degli effetti sulla mente o sul corpo, ma è “accoglienza” di un’azione che Dio, attraverso le energie dello Spirito santo, compie nel cristiano: è lo Spirito santo che nella preghiera compie un’opera di trasfigurazione del cristiano! Non sto negando che l’atto di pregare – operazione anche umana del “pensare” davanti a Dio e con Dio – provochi nell’orante un’interiorità e, dunque, anche un processo di unificazione tra spirito, psiche e corpo che può influire sulla salute psichica e somatica. I monaci hanno sempre detto che errori di spiritualità e disordini nella vita interiore prima o poi innescano patologie psichiche. Vuol dire allora che la “pienezza della vita spirituale” è anche un aiuto alla vita bella, buona e felice che l’uomo vive nella psiche e nel corpo. Anche un filosofo come Wittgenstein osservava con ragione: “Pregare è pensare al senso della vita”; ma mai può essere il risultato soggettivo che speri di ottenere a motivare la tua preghiera cristiana. Oggi più che mai siamo tentati di fare solo ciò che è utile, efficace, redditizio, ma questa è una logica radicalmente mondana e pagana: la preghiera cristiana non promette una saggezza di vita individualistica e neppure un esito terapeutico, ma tende all’incontro con Dio, a discernere la sua presenza nella vita quotidiana, a contemplare persone ed eventi con il suo sguardo. C’è una dimensione “scandalosa” nella preghiera cristiana che non devi ignorare o nascondere, perché fa parte di quella “differenza” senza la quale confonderesti il cielo con la terra, Dio con i tuoi desideri. La preghiera cristiana, infatti, si configura come cammino di costante purificazione di quelle immagini di Dio che sono “opera delle mani dell’uomo” (Sal 115,4), per giungere a discernere l’immagine del Dio invisibile nel volto di Gesù Cristo, e questi crocifisso; è presa di distanza tra la domanda e il suo esaudimento, tra l’attesa e la realizzazione; è conversione del tuo desiderio che non chiede a Dio: “Fa’ la mia volontà”, ma: “Sia fatta la tua volontà”. Infine, il pregare cristiano comporta anche donare del tuo tempo a Dio, dedicargli momenti preziosi della tua vita, collegare il tuo “qui e ora” con l’eternità, dove il faccia a faccia con Dio sarà pieno: ma questo pone la preghiera cristiana in rapporto con la fine dei nostri giorni, con la morte, evento che vorremmo rimuovere. Anche per questo perseverare nella preghiera ci costa fatica. Ricorda: se pregare à facile e può anche “far bene alla salute”, pregare cristianamente è faticoso e comporta sofferenza.

Enzo Bianchi
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© 2010 Edizioni Qiqajon 

Parti alla ricerca di Dio

 Mi chiedi il significato dell’espressione “cercare Dio”, che ascolti ripetere sovente. La ricerca di Dio (quaerere Deum) è sempre stata uno dei temi fondamentali della spiritualità cristiana. Se “nessuno può vedere Dio”, come affermano le Scritture, come dobbiamo intraprendere la nostra ricerca? Pensa alla meditazione della Bibbia, dove Dio si rivela con la sua Parola, alla preghiera, con la quale stai davanti al Dio che si à manifestato a te, o anche all’eucaristia, dove il Signore si dà a te. Ma puoi cercare Dio anche nella creazione, poiché “le opere di Dio manifestano la sua potenza e divinità” (Rm 1,20). Vorrei anzitutto precisare che cercare Dio non à in nessun caso un cammino esteriore, tanto meno un obbligo. Al contrario, è uno slancio del desiderio d’assoluto che è stato posto nel tuo cuore dal Signore stesso. Questo desiderio continua a vibrare anche nei giorni bui, quando la parola di Dio si fa rara. Il desiderio di Dio, posto nel cuore dell’uomo, è inestinguibile. Agostino, da poeta, ha saputo dirlo come pochi altri: “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore à inquieto fino a quando non riposa in te!”. Il desiderio di Dio à costituito dalla fame e dalla sete autentiche della persona umana. Gesù lo dice bene: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4; Dt 8,3). Questa è la rivelazione che ci consegna colui che si è mostrato capace di saziare chi aveva fame e sete non solo di cibo ma anche di giustizia. La Scrittura fa precedere la ricerca umana di Dio dalla ricerca che Dio stesso fa dell’uomo: Dio si interessa per primo dell’uomo e del suo mondo; rivelandosi fonda la conoscenza che l’uomo può avere di Dio. Ma non si tratta di una priorità cronologica: la questione di Dio à iscritta nell’uomo, nelle domande che si pone sul senso della sua vita e del mondo. La ricerca di Dio e la ricerca dell’uomo sono intimamente unite. Il clima attuale fa di tutto per svuotare questa ricerca di Dio: l’uomo d’oggi “è non solo senza Dio ma anche senza l’uomo” (Claude Geffrè). Oggi si trova sperso nell’assenza di certezze, trascinato da un assurdo caratterizzato più dalla moltiplicazione dei sensi che dal non-senso. In un tale contesto, si vuole trovare Dio immediatamente, evadendo in pratiche di guarigione, riducendo la preghiera a un’ingiunzione: Dio deve soddisfare il bisogno dell’uomo. La ricerca di Dio deve essere anche una ricerca e un approfondimento dell’umano, una capacità di far risorgere l’umanità dell’uomo dove sembra assopita perché l’uomo divenga umano. Il Dio rivelato dalle Scritture non ha altro luogo in cui venire cercato se non l’umanità. È la storia e la carne umana che Dio ha abitato con l’incarnazione di Gesù, andando alla ricerca dell’uomo per farsi ritrovare da lui. Non dimentichiamo che non si possiede mai Dio, anche quando lo si conosce: “Se pensi di averlo compreso – scrive ancora Agostino – non è Dio”. La dimensione della ricerca custodisce la distanza tra chi cerca e l’Essere ricercato. Distanza essenziale! Il Dio che si cerca, infatti, non è un oggetto ma un soggetto, poiché lui per primo ha cercato, chiamato e amato gli esseri umani, suscitando il nostro desiderio di lui. Cercare Dio è rinunciare a pensare di essere noi i detentori della verità. Sotto la guida della Scrittura, cerchiamo Dio nell’altro, riconosciamo nel prossimo una parola che ci rivolge Dio stesso.

Enzo Bianchi
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© 2010 Edizioni Qiqajon 

La resurrezione di Gesù e la comunità cristiana

 La resurrezione ci dice qualcosa sulla pura saldezza e sulla persistenza dell’amore di Dio. Quando abbiamo raggiunto l’abisso, Dio rimane Dio, e rimane impegnato a essere il nostro Dio. Dio era Dio anche quando Dio in carne umana moriva angosciato sulla croce; Dio è Dio adesso nella nuova vita di Gesù risorto da morte. Ma il fatto interessante nei racconti di resurrezione narrati nella Bibbia è che essi non sono una serie di affermazioni generali su come l’amore di Dio sia più potente del male e del peccato. Essi dicono che come la gente ha incontrato l’amore assoluto di Dio nel volto e nella presenza fisica di Gesù di Nazaret, così continua a fare anche dopo: ascolta la chiamata di Dio e incontra la sua misericordia nello stesso volto e nella stessa figura di Gesù, il quale, nei racconti di resurrezione, fa quello che ha sempre fatto, chiama a sé i discepoli, spezza il pane con loro, insegna loro le Scritture. La resurrezione mostra l’amore trionfante di Dio che ha ancora e sempre l’aspetto di Gesù. Questo è il motivo per cui non basta ridurre la resurrezione a qualcosa che è accaduto nelle teste dei discepoli. Se seguiamo questa strada perdiamo di vista una convinzione che sembra centrale nella Bibbia: cioè che i discepoli incontrano Gesù risorto intento a fare ancora quello che ha sempre fatto, a rendere presente Dio nella sua propria presenza, nella sua voce e nel suo tocco. Non vedo come si possa dire tutto questo senza prendere profondamente sul serio quanto il Nuovo Testamento dice sulla tomba vuota del giorno di Pasqua. Ma c’à qualcosa da aggiungere. Secondo l’Evangelo di Giovanni, Gesù “soffið” sui discepoli il suo Spirito, il soffio della sua vita, per renderli capaci di fare ciò che lui fa e di parlare a Dio e al mondo con la sua voce. Soffiando sui discepoli dà avvio a una catena di contatti umani che giunge fino ai giorni nostri, una catena di voci e di volti in cui Gesù à attivo. Il contatto personale e diretto con Gesù che aveva luogo prima della crocifissione è rinnovato nella resurrezione; è anzi portato a un nuovo livello nel momento in cui Gesù rende capaci i suoi amici di assumersi la responsabilità di lui e di suo Padre, di essere il suo corpo nel mondo. Èla nuova grande metafora del Nuovo Testamento. Il contatto con persone che hanno ricevuto il soffio della vita di Gesù è contatto con Gesù nella misura in cui persone precise trasmettono l’una all’altra, di età in età, il mistero di Dio. Incontrare un cristiano in cui lavora questo spirito equivale a essere un contemporaneo di Gesù. Il cristianesimo è un contatto prima di essere un messaggio. Dio è all’opera, Dio comunica se stesso in carne e sangue dal primo momento in cui Maria abbraccia il suo bambino. Dio è all’opera in questa forma di presenza anche quando Gesù non sta dicendo né facendo nulla di particolare. E ora Dio è all’opera nel perpetuarsi dell’amicizia fra persone di carne e sangue che hanno ricevuto in se stesse il soffio di Gesù. Anche nei momenti (frequenti) in cui essi non stanno facendo niente di specificamente cristiano qualcosa può essere toccato e avvertito nella semplice presenza della comunità cristiana. Se Gesù risorto non è un’idea o un’immagine ma un essere vivente, noi lo incontriamo nelle persone da lui toccate, quelle persone che nonostante le loro personali cadute e paure sono state rese capaci di assumersi la responsabilità della sua tangibile presenza nel mondo (R. Williams, {link_prodotto:id=897}, qiqajon, Bose 2009, pp. 99-101).

L'eucaristia, mistero pasquale

Bose, 14 agosto  2010

L’eucaristia è il sacramento che racconta la salvezza che ci viene offerta dalla passione e morte del Signore. L’itinerario qui proposto rilegge l’eucaristia alla luce del mistero pasqualeper fare emergere, attraverso i testi biblicie gli elementi antropologici, la portata simbolica che essa racchiude.

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Cristo è risorto

Che significa celebrare la Pasqua nel nostro mondo pieno di sofferenze, di odio, di ostilità, di guerre? Che cosa vuole dire la liturgia orientale quando ci fa cantare che Cristo «con la morte ha vinto la morte» e ci fa ascoltare «che non c’è più alcun morto nei sepolcri», mentre la morte esiste ancora ed è l’unica certezza assoluta in questo mondo, a dispetto di tutta l’agitazione umana?

Non c’è una risposta definitiva a questa domanda, non esiste una spiegazione di questa fede pasquale dimostrabile scientificamente. Ciascuno può soltanto testimoniare la propria esperienza. Ma se vi riflettiamo, proprio al cuore di questa esperienza vissuta e personale, scopriamo ad un tratto il fondamento di tutto, che cancella tutti i nostri dubbi e interrogativi come il fuoco che fonde la cera e illumina ogni cosa di luce abbagliante. Qual è dunque questa esperienza? Non posso descriverla e definirla altrimenti che come l’esperienza del Cristo vivente. Ciò che rende possibile la festa stessa della Pasqua, ciò che riempie di luce e di gioia questa notte unica e fa risuonare con forza il grido di trionfo «Cristo è risorto! E’ veramente risorto!», è proprio la mia fede nata dall’esperienza del Cristo vivente. Come e quando essa è sorta non lo ricordo più. So solo che quando apro i vangeli e leggo le parole di Gesù e il suo insegnamento, ripeto dentro di me con tutto il cuore e con tutto il mio essere, le parole degli inviati dei farisei, venuti per arrestare Gesù e ritornati senza averlo potuto fare: «Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo» (Gv 7,46). La prima cosa che so è che l’insegnamento di Cristo è vivo e che nulla al mondo può essergli paragonato. Questo insegnamento mi parla di vita eterna, di vittoria sulla morte, di un amore che vince la morte. Ormai so che nella vita in cui tutto sembra difficile e quotidiano, l’unico bene che rimane e che non cambia mai è proprio la coscienza che Cristo è sempre con me. «Non vi lascio orfani. Ritornerò da voi» (Gv 14,18). Viene a noi e noi possiamo sperimentare la sua presenza. Nella preghiera, nel fremere dell’anima, nella gioia incomprensibile eppure così intensa, nella presenza misteriosa e certa della sua persona, nella chiesa che prega e che celebra i sacramenti, ogni volta questa esperienza cresce e si amplifica: il Cristo è presente, le sue parole si sono compiute. «Se uno mi ama io lo amerò e mi manifesterò a lui; e noi verremo e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,21.23). Nella gioia e nella sofferenza, in mezzo alla folla e nella solitudine, ritroveremo la certezza della sua presenza, la forza della sua parola, la gioia della fede in lui. Ecco la sola risposta e la sola prova.

Perché cercare tra i morti colui che è vivente? Perché piangere l’incorruttibile nella corruzione? Il cristianesimo non è nient’altro che il sentimento rinnovato di questa fede e la sua incarnazione. Pasqua, infatti, non è il ricordo di un evento passato. E’ l’incontro reale nella gioia e nel gaudio con colui nel quale il nostro cuore ha scoperto la vita e la luce. La grande notte pasquale testimonia che Cristo è vivente e che noi siamo viventi in lui. E’ un richiamo a vedere nel mondo e nella vita l’alba del giorno misterioso del regno di luce. La chiesa orientale canta: «In questo giorno la primavera si espande, il suo profumo e la creatura rinnovata si rallegra». Essa si rallegra nella fede, nell’amore, nella speranza. «E’ il giorno della resurrezione. La festa ci illumini, abbracciamoci gli uni gli altri come fratelli, nel nome del risorto perdoniamo coloro che ci odiano e cantiamo “Cristo è risorto dai morti, con la morte ha distrutto la morte e a coloro che giacevano nei sepolcri ha donato la vita”. Cristo è risorto!».

Alexander Schmemann, Christ est ressuscitè, pp. 26-28

Il dono dell’ospitalità

Lettera agli amici n°50
Pasqua 2010
Quasi inavvertitamente scopriamo che facendo spazio all’altro nella nostra casa e nel nostro cuore, la sua presenza non sottrae spazio vitale ma allarga stanze e orizzonti

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Apriti alla vita interiore

Ti sei deciso a scrivermi, mi dici, perché da un po’ di tempo ti interroghi sul senso della vita e vorresti piô tempo per te, per pensare di nuovo a ciò che à essenziale e che vale davvero la pena di essere vissuto. I tuoi interrogativi esprimono un’istanza profonda del nostro animo: l’esigenza della vita interiore. Un’esigenza che presto o tardi si fa viva in ciascuno di noi, perché non viviamo solo di esteriorità, proiettandoci fuori di noi, in una continua “fuga” in cui si scambia l’intensità delle emozioni per pienezza di vita. Oggi c’à una certa retorica dell’essere “fuori”, che dimentica che l’uomo à anche, e soprattutto, un “dentro”. La Bibbia impiega il termine “cuore” per indicare questo “dentro”; noi, invece, usiamo parole come “coscienza” oppure “sé”. In ogni caso si tratta sempre di parole che indicano che c’à in noi una dimensione interiore, profonda, invisibile, sfuggente eppure realissima, che à parte costitutiva del nostro essere. Questa dimensione mi insegna anche che “io” non sono poi totalmente trasparente a me stesso, che “io” sono anche mistero, che non mi conosco appieno. Per vivere in pienezza bisogna che prendiamo sul serio questa dimensione, perché fa parte di noi. Ora, la vita interiore si esprime anzitutto con il porre a se stessi delle domande, come anche tu hai fatto con la tua lettera. Questo, al di là dell’interlocutore cui ti rivolgi, à importante perché ti aiuta a dare un nome ai problemi che ti assillano e a chiarire a te stesso quello che ti procura disagi o ti rende felice. Dietro alle tue diverse domande scorgo l’unico interrogativo fondamentale: “Chi sono?”. Domanda che il progresso scientifico e tecnologico non renderà mai anacronistica, perché à essenziale all’uomo per divenire uomo. Platone scrive: “Non conduce una vita umana chi non si interroga su di sé”. Domanda inesauribile che ci accompagnerà per tutta la vita nelle sue varie fasi e snodi cruciali. Ed à questa domanda fondamentale che ti apre la via alla vita interiore, cioè al lavoro di chi prende sul serio la propria unicità, di chi assume la propria identità, il proprio volto e il proprio nome come compito da realizzare: tu non sei chiamato a imitare altri, in particolare chi ti appare più“riuscito”, chi “ha successo”, chi ha maggiore visibilità, ma a essere te stesso. Non sei un replicante, un clone di altri, ma possiedi un’unicità che chiede di essere ascoltata e realizzata. Ora, la realizzazione di sé, di quella precisa immagine e somiglianza con Dio che ciascuno di noi è, non à qualcosa di automatico, ma esige un lavoro. Si tratta di un lavoro interiore, invisibile ma non per questo meno faticoso di altri lavori, anzi, spesso molto piô faticoso e temibile perché rischia di metterci di fronte a realtà di noi che non vorremmo vedere e sapere. Sì, la vita interiore esige coraggio. È come iniziare un viaggio, non tanto in estensione ma in profondità, non fuori di te ma in te. E lo smarrimento che puoi provare agli inizi, di fronte al paesaggio interiore sconosciuto, ti può sgomentare e ti rivela che forse proprio questo à il viaggio più lungo e arduo, anche se non ti obbliga a percorrere neppure un chilometro. Coraggio non è poi solo quello di interrogarti, ma anche quello di lasciarti interrogare, di assumere gli eventi della vita come domande che ti sono rivolte: la malattia che ha sconvolto la vita di una persona cara, la morte improvvisa di un amico, le nozze di un conoscente, una nascita che ha allietato una coppia amica, e anche gli eventi quotidiani, meno appariscenti o sconvolgenti, ma che formano la trama dei nostri giorni... Si tratti di vita o di morte, di gioia o di sofferenza, sempre sono occasioni per pensare e per riflettere su ciò che è veramente serio e importante nella vita, dunque su ciò che può far sì che la vita valga la pena di essere vissuta, su ciò che può dar senso anche alla nostra vita. Coraggio, non aver paura di questo lavoro che ti attende.

Enzo Bianchi
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© 2010 Edizioni Qiqajon  - pp. 11-13

La rivoluzione di Gesù

 Gli ebrei del tempo di Gesù dibattevano intensamente su chi sarebbe stato un vero membro del popolo di Dio al momento del grande cambiamento e della piena instaurazione del dominio di Dio. I diversi gruppi ebraici avevano ciascuno la propria soluzione. Si poteva essere sicuri della propria appartenenza se si era fedeli alle leggi del sacrificio e alle esigenze della classe sacerdotale; oppure se si obbediva alla legge orale in tutti i suoi dettagli; o ancora se ci si ritirava nel deserto e si viveva una vita di stretta purità rituale in una comunità. Il messaggio di Gesù trascende tutto ciò e trascende tutte le condizioni rituali e legali di appartenenza presentate in forme diverse dagli altri gruppi. L’affermazione rivoluzionaria che emerge in esso è che Gesù propone di ridefinire cosa significa appartenere al popolo di Dio. Ora si fa avanti un maestro qualsiasi, Gesù di Nazaret, a dire: “Voi sarete un popolo se accetterete la mia promessa e il mio invito”. Appartenere a Dio, essere cittadini del mondo nuovo è legato all’essere impegnati con Gesù, al mettere la propria fiducia in lui, al vedere in quello che lui fa l’azione stessa del Dio di Israele che riplasma e rifonda la comunità da lui chiamata a essere sua proprietà nel mondo. Le situazioni in cui Gesù è all’opera, guarendo, perdonando, accogliendo persone che non erano accolte in nessuna delle categorie della vita di Israele del tempo, persone che non avrebbero mai osservato tutte le leggi rituali o che erano state infedeli alla legge morale e necessitavano di una reintegrazione, queste situazioni sono quello che Gesù stesso ha chiamato “il dito di Dio” all’opera. Di più: essere in compagnia di Gesù implica crescere in un rapporto nuovo con Dio. I discepoli di Gesù gli chiedono di insegnare loro a pregare, ed egli dice loro di cominciare con “Padre nostro”. Gli amici di Gesù condividono con lui una relazione di intimità con Dio, una relazione piô simile a una relazione familiare che a qualunque altra cosa. Se si sta dove sta Gesù si può dire quel che dice Gesù; si può accedere a Dio come padre senza passare attraverso una massa di complesse condizioni religiose o rituali. Essere con lui è per così dire essere sotto un cielo limpido, senza intermediari fra sé e l’autore di tutte le cose. Gesù ha designato il luogo in cui tutti noi dobbiamo stare. Ha reso possibile qualcosa di nuovo non spingendosi fra noi e Dio ma inglobandoci nella sua stessa vita ed esperienza. Noi non siamo soltanto cittadini viventi sotto il governo nuovo di Dio; siamo adottati nell’intimità della famiglia di Dio. Leggete i vangeli in questa prospettiva, e capirete perché non vi era nulla di tranquillo e di ovvio riguardo a Gesù nel tempo della sua vita. Un certo tipo di teologia moderna ha dato l’impressione che Gesù sia andato a Gerusalemme per tenere una serie di conferenze sulla paternità di Dio e la fraternità dell’uomo (tutto casa e famiglia, per così dire) e sia incappato in uno sfortunato errore giudiziario, per noi abbastanza incomprensibile. Chi mai poteva dissentire dal suo messaggio di amore e di riconciliazione? Di fatto la risposta è: “molta gente”, allora come oggi. Data l’esplosiva atmosfera politica e religiosa entro la quale Gesù ha operato, la pretesa di parlare a nome di Dio in modo da creare un nuovo popolo o una nuova nazione, da creare un nuovo governo e da mutare nelle persone il modo di pensare le loro relazioni con Dio era molto lontano da casa e famiglia. Di conseguenza, ciò che la gente aveva da dire su Gesù era ben più che qualche rispettosa osservazione su un grande maestro (R. Williams, {link_prodotto:id=897}, qiqajon, Bose 2009, pp. 69-72).

Oliveto e olio - vecchio

Olio extra vergine di oliva della Fraternità monastica di Bose a Ostuni. Olio Italiano, olio di oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici.

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Vivere l’anzianità

Bose, 19 gennaio 2010

Come vivere l’anzianità in modo cristiano e in pienezza? La riflessione delinea un percorso a partire dal messaggio biblico e da una lettura della vecchiaia oggi. L’anzianità è il compimento della vita e ad essa occorre prepararsi. Ma nella vecchiaia si può conoscere la tentazione della confusione, il non vedere più bene né l’azione di Dio su di noi, né quello che abbiamo operato nella vita. Per questo motivo è importante cercare di accrescere la vita interiore...

In questo doppio CD è inciso l’incontro tenuto da fr. Enzo Bianchi a Bose l’11 novembre 2001.

 

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Il libro di Rut

Bose, 19 gennaio 2010

Come si può conoscere Dio? Il libro di Rut ci offre un insegnamento importante raccontando una storia di uomini e di donne con le loro vicende di amore, di vita e di morte: ci si può avvicinare a Dio attraverso l’amore, un amore molto quotidiano di chi comincia ad amare quanto gli vivono accanto ogni giorno...

In questo doppio CD è inciso il ritiro predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 1° dicembre 2002.

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Il cammino delle beatitudini

Bose, 16 dicembre 2009

Il CD contiene le registrazioni in formato mp3 del ciclo di incontri “Il cammino delle Beatitudini” tenuto da fr. Enzo Bianchi a Bose nel 2009. È sempre possibile richiedere i CD dei singoli incontri finora disponibili in formato audio (per ordinazioni: cdaudio@monasterodibose.it)

 

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La vita spirituale

Bose, 29 novembre 2009

Ascolta un passaggio:

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La vita spirituale cristiana implica un lavoro di discernimento che si configura come attenzione e ascolto di ogni multiforme manifestazione dello Spirito.

In questo doppio CD è inciso l'incontro predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 29 novembre 2009.

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Le beatitudini

Il commento alle Beatitudini, “cuore della predicazione di Gesù”, è stato offerto da fr. Enzo Bianchi ai presbiteri che hanno partecipato alla settimana di esercizi spirituali tenutasi a Bose dal 9 al 13 novembre 2009.

 

 

 

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Le Beatitudini

La settimana biblica registrata in formato mp3
predicata dal priore ENZO BIANCHI
dal 3 al 8 agosto 2009





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Passione, morte e resurrezione di Gesù

1. L’Evangelo e la storia
2. I quattro «delitti» per cui è morto Gesù
3. La necessità e la scelta
4. La tomba vuota

Il CD contiene gli interventi di fr. Enzo Bianchi nell’ambito del ciclo monografico “Passione, morte e resurrezione di Gesù” curato da Gabriella Caramore per la trasmissione radiofonica Uomini e Profeti.

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Annunciare l’evangelo in modo ospitale

Per Gesù proclamare l’Evangelo di Dio o Dio come Evangelo ha qualcosa di esorbitante. Dire a ogni essere umano: “La tua vita manterrà la sua promessa” è infatti eccessivo. Egli deve aver inteso questo inse stesso, e in un modo assolutamente credibile. Gesù stesso lo ha inteso a tal punto da identificarsi con l’Evangelo e di divenire l’essere ospitale che conosciamo. Qui entra in gioco la sua relazione con colui che chiama “Abba”, “Padre”. La sua fede non è solo fede nella vita di ogni essere umano, ma la fede che si rivolge a Dio nella sua alterità radicale: è l’altro a parlargli di Dio in ogni incontro. Quando Gesù annuncia la buona notizia, presuppone infatti che l’Evangelo è già all’opera nell’altro, non lo impone. Tale è la reciprocità sperata nell’ospitalità che offre all’altro: spera che la fede sia già presente in Nicodemo (Giovanni 3,1-21), nella donna emorroissa (Luca 8,40-48), nella donna siro-fenicia (Marco 7,24-30)… L’altro gli parla radicalmente di Dio, del fatto che Dio è veramente altri da lui, Gesù. E i suoi incontri sono nel contempo delle esperienze inaudite di prossimità. Dio si fa vicino attraverso colui che è il mio prossimo. Gesù non è solo: riceve la sua identità dall’altro, che gliela rivela, in questo movimento dell’ospitalità. Gesù, dunque, in quanto lettore delle Scritture (cf. Luca 4,14-21e 7,22-23), anche pregando, “decodifica” il suo itinerario personale. Lungo il suo procedere, le attese degli altri, le reazioni dei simpatizzanti e degli avversari, i suoi incontri e l’esperienze di ospitalità che vive, gli rivelano ciò che egli è da sempre e ciò che deve fare: la sua identità e la sua missione sono inseparabili. Ora la sua missione è annunciare l’evangelo di Dio con parole e atti e di farlo in modo credibile, secondo una concordanza assoluta tra ciò che vive interiormente, ciò che dice e ciò che fa; la sua missione di conseguenza è annunciare l’evangelo in modo ospitale (C. Theobald, “Une spiritualité de l’hospitalité, in Christus 214 [2007], pp. 152-153).

La buona notizia della Pasqua

Lettera agli amici n°48
Pasqua 2009
Questa non è un’ora differente da quella dell’alba di Pasqua. Oggi come allora noi credenti facciamo difficoltà a credere. La comunità cristiana fatica a credere, cede all’incredulità e alla durezza di cuore

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I vizi capitali

È possibile nella vita la felicità? Questa domanda così decisiva è al cuore dell’antico insegnamento cristiano sui vizi capitali, riletti da fr. Enzo Bianchi alla luce dei rapporti che l’uomo intrattiene con le dimensioni essenziali della vita umana e spirituale. Non è possibile l’edificazione di una persona sul piano umano e spirituale senza la lotta interiore contro gli idoli, che porta come frutto un cuore unificato e libero, e rende capaci di fare della propria vita un capolavoro di umanità.

Il CD contiene le registrazioni del ciclo di incontri “I vizi capitali” tenuto da fr. Enzo Bianchi a Bose nel 2007.

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La preghiera

Ascolta un passaggio del ritiro:

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Per lungo tempo la preghiera è stata letta soprattutto come ricerca di Dio da parte dell’uomo, ma in realtà questa “ricerca” è già una risposta, un’azione sollecitata dal Dio vivente. La preghiera prima di essere un’attività nostra verso Dio, è un’attività di Dio verso di noi: nella preghiera noi rispondiamo a Dio che ci ha parlato e ci ha amati per primo.

In questo doppio CD è inciso il ritiro di Quaresima predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 1° marzo 2009.

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La conversione

Per il cristiano la conversione è un’esigenza permanente ed è un cammino che ha Dio come inizio; la conversione va innanzitutto accolta come dono del suo amore preveniente e in tal modo può divenire apertura alla potenza di Dio che ci trasforma e ci fa nuove creature.

In questo doppio CD è inciso il ritiro di Quaresima predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 16 febbraio 1997.

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Le tentazioni di Gesù

Quando riflettiamo sulla tentazione e le sue dinamiche,
siamo chiamati a tenere lo sguardo fisso su Gesù:
egli, uomo come noi, è stato tentato senza commettere peccato (cf. Eb 4,15),
e avendo sofferto la tentazione, viene in nostro aiuto (cf. Eb 2,18).

 

In questo doppio CD è inciso il ritiro di Quaresima predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 9 marzo 2003.

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Il libro di Giona

Di fronte a una missione che lo supera, Giona sfugge da Dio e da tutto, e intraprende uncammino di discesa nelle profondità della disobbedienza e del venire meno alla propria responsabilità, fino a toccare il fondo… Esperienza così importante nella vita spirituale, in cui prima o poi si va “a fondo”! Ecco perché il dramma di Giona va preso sul serio: la sua vicenda è anche quella di ciascuno di noi, quando nel nostro cammino di peccato continuiamo a voler scendere nell’abisso e non vogliamo ritornare al Signore.

In questo doppio CD è inciso il ritiro di Quaresima predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 17 febbraio 2002.

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Il Battesimo

Il Battesimo dà un orientamento alla nostra esistenza
e richiede da parte nostra consapevolezza,
per assimilare e cercare di sviluppare
quel dono che Dio ci ha fatto
attraverso di esso.

In questo doppio CD sono incise le due meditazioni tenute da fr. Enzo Bianchi a Bose il 17 aprile 2005.

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La Confessione

Attraverso la remissione dei peccati facciamo già qui e ora un’esperienza di salvezza. La Confessione preannuncia il Regno, è memoria della morte e della resurrezione di Cristo, e ha un valore ecclesiale perché riconduce alla comunione con la chiesa.

In questo doppio CD sono incise le due meditazioni tenute da fr. Enzo Bianchi a Bose il 22 maggio 2005.

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Cristo e il cristiano nella Lettera ai Filippesi

ascolta un passaggio della meditazione:

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La Lettera ai Filippesi è il testo che accompagna i giorni dell’Avvento, perché medita sull’incarnazione di Gesù, il Figlio di Dio, e ha nel suo orizzonte il giorno del Signore, il giorno della sua venuta nella gloria alla fine dei tempi. In occasione del ritiro di Avvento, fr. Enzo Bianchi ha sostato a riflettere sulla identità di Gesù Cristoe la figura del cristiano così come sono tratteggiate nel testo paolino.

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In questo doppio CD è inciso il ritiro di Avvento predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 30 novembre 2008

Maria. L’annunciazione e la visitazione

Commento a Lc 1,26-45

Meditando l’annuncio dell’angelo a Maria, il cristiano scorge il mistero della sua stessa vocazione e comprende che la vocazione è un’impresa che non può essere portata avanti con le proprie forze ma si può abbracciare contando sulla grazia del Signore e credendo alla sua promessa. Nella visita di Maria ad Elisabetta si può cogliere il paradigma della missione cristianache,suscitata da una sincera attenzione all’altro e guidata da una carità intelligente, giunge a riconoscere nell’incontro umano le grandi cose che Dio opera in noi.

In questo doppio CD è inciso il ritiro di Avvento predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 27 novembre 2005.

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Giovanni Battista. L’annuncio del Messia

La figura di Giovanni Battista illumina il tempo dell’Avvento. Giovanni vive nel deserto una marginalità che diviene eloquente, capace di parlare agli uomini che accorrono a lui. Commentando alcune pagine bibliche, fr. Enzo Bianchi fa emergere le esigenze che il Battista pone a noi cristiani e alla chiesa, e che ci indicano come attendere il Signoreveniente alla fine dei tempi.

In questo doppio CD è inciso il ritiro di Avvento predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 28 novembre 2004.

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La Parola di Dio nella vita della chiesa

Bose, 3 - 7 novembre 2008

Il priore di Bose ENZO BIANCHI
ha tenuto il corso di Esercizi spirituali
a 77 presbiteri provenienti da tutta Italia
riportando l'esperienza fatta
al recente Sinodo dei vescovi.

 

 

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Messaggio al popolo di Dio

Sinodo dei Vescovi 2008
Creiamo ora silenzio per ascoltare con efficacia la parola del Signore e conserviamo il silenzio dopo l’ascolto, perché essa continuerà a dimorare, a vivere e a parlare a noi

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Ascoltare la Parola

Nuovo libro
di ENZO BIANCHI

...queste pagine, segno della mia convinzione che la lectio divina offre la possibilità di incontrare davvero, attraverso la Scrittura, colui che parla, la Parola vivente, Dio stesso

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La Liturgia eucaristica

L’Eucaristia è la sintesi del mistero cristiano e nel contempo un magistero grande per la nostra vita umana.
Il corso tenuto a Bose da fr. Enzo Bianchi e da fr. Goffredo Borselli propone un itinerario che a partire dalle fonti bibliche dell’Eucaristia si snoda attraverso l’esame dei diversi momenti della celebrazione eucaristica per coglierne il significato e la ricchezza spirituale; nella liturgia eucaristicala nostra vita cristiana viene plasmata dall’ascolto della Parola, dal chiedere perdono per i peccati, dalla lode a Dio, dalla comunione con i fratelli...
Oggi si assiste a un rinnovato interesse per la liturgia: comprenderne in profondità gesti e riti è decisivo per viverli con consapevolezza e attingere da essi nutrimento per la nostra vita di credenti.

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Le Parabole di Gesù nel Vangelo secondo Luca

Le parabole erano lo strumento privilegiato da Gesù per entrare in dialogo con i suoi uditori e far comprendere l’azione e la natura del Regno di Dio.

 

Il commento di alcune parabole di Gesù trasmesse dall’evangelista Luca ha offerto a fr. Enzo Bianchi l’occasione per meditare su vari temi della esistenza cristiana: la misericordia di Dio, l’amore del prossimo, la preghiera, l’uso dei beni e la povertà, la conversione.

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Gesù Cristo

“Vogliamo vedere Gesù”: è la richiesta che alcuni Greci rivolgono a Filippo nel quarto Vangelo, ed è pure la domanda che ancora oggi gli uomini esprimono nel loro cammino di fede.

Fr. Enzo Bianchi articola la sua riflessione su Gesù Cristo attraverso alcune tappe per cogliere Gesù, l’uomo che ci ha narrato il volto di Dio, nella storia; esaminare i tratti della sua vita umana, del suo insegnamento e dei suoi gesti; scavare le ragioni profonde della sua morte e resurrezione. Tramite questo itinerario possiamo rileggere il fondamento della nostra fede e comprendere come Gesù e il suo messaggio possono plasmare oggi la nostra vita di cristiani.

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Salmi. Il libro di preghiere di Gesù

Il libro dei salmiè unavera “scuola” di preghieraper il credente. Con l’infinita gamma di linguaggi che i salmi presentano (silenzio, lacrime, gemito, grido, sussurro, dialogo interiore, risa, stupore, confidenza….), essi ricordano che la preghiera è relazione con Dio, ma relazione vissuta, concreta, quotidiana, esistenziale, storica: ricordano che la preghiera è vita davanti a Dio.

Il CD contiene tutti gli interventi di fr. Enzo Bianchi nell’ambito del ciclo monografico “Salmi. Il libro di preghiere di Gesù” curato da Gabriella Caramore per la trasmissione radiofonica “Uomini e Profeti”– RAI RADIOTRE.

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Il male, la malattia, vivere la morte

La morte si presenta oggi come un tema carico di difficoltà e di mutismo; l’esperienza del morire è stata rilegata alla periferia del vivere. Di fronte alla malattia e alla morte le reazioni di Gesù sono state pianto e compassione: egli ha conosciuto la morte come ogni uomo, ma non l’ha subita passivamente facendone un atto di amore. Vivere la morte come “atto” nella fede significa ridare puntualmente a Dio la vita che egli ci ha dato. Alla sequela di Gesù il cristiano vive la propria morte senza rimuoverla, facendo della morte un atto “pasquale”, di comunione, nella speranza che la morte non è l’ultima realtà.

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I Salmi

Commento esegetico e spirituale,
introduzione alla preghiera del Salterio.

 

 

 

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Personaggi del IV Evangelo

Una lettura del vangelo di Giovanni attraverso alcuni “personaggi”:
Giovanni Battista, Nicodemo, la donna samaritana, Pietro,
il discepolo amato, Tommaso;
figure rappresentative di un cammino verso la fede,
nelle cui vicende possiamo rileggere
il nostro incontro con Gesù
e il nostro itinerario spirituale cristiano.

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La Parola di Dio nella vita del cristiano e della chiesa

Bose, aprile - giugno 2008


Il priore di Bose fr. Enzo Bianchi
ha svolto durante gli incontri di tre domeniche
un’introduzione alla Bibbia,
affrontando alcuni temi chiave per meglio comprenderla:
la rivelazione biblica, la formazione della Bibbia,
la differenza tra Parola di Dio e la Scrittura,
Eucaristia e Parola e la Lectio divina.

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Parlare e tacere nella vita umana e cristiana

Ritiro di Quaresima 2008

La felicità della nostra vita la misuriamo anche da quanto e come durante il giorno abbiamo comunicato, dall’aver accresciuto o diminuito l’amore, se abbiamo amato e se abbiamo ricevuto amore. Dio vuole che siamo veri uomini, fino alla statura di Cristo vero uomo, ecco perché ci chiede di passare anche attraverso queste “salvezze” quotidiane, che sono veramente umane e umanizzanti.

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La venuta del Messia

Gli uomini cercano Dio “come a tentoni”; la loro ricerca non approda mai ad un esito certo ed è per questo che Dio ha voluto rivelarsi e parlare di sé agli uomini. La rivelazione di Dio raggiunge la sua pienezza in Gesù che ne ha narrato il volto all’umanità. Della venuta del Messia sono testimoni Giuseppe e i Magi.

Giuseppe, con la sua obbedienza silenziosa al progetto di salvezza di Dio e alla realizzazione della sua Parola, è colui che ha accompagnato Gesù fino alla pienezza del suo carattere. I Magi rappresentano ogni uomo in ricerca del vero volto di Dio e di ciò che dà senso all’esistenza.

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"Qualis nobis est via?"

Lettera agli amici n° 45
Avvento 2007
Nell’incontro ecumenico, l’ascolto è soprattutto condivisione della vita e dei beni spirituali, frequentazione reciproca per imparare

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Incontri con Dio: Abramo, Giacobbe, Mosè, Elia, Isaia

Rileggendo gli incontri di alcune figure bibliche significative con Dio, fr. Enzo Bianchi ha meditato sulla rivelazione di Dio fatta agli uomini, in un itinerario che a partire da Abramo giunge fino alle soglie del Nuovo Testamento. Gesù è il compimento della rivelazione di Dio all’umanità: la sua vita umana, il modo in cui Gesù ha vissuto, le parole che ha detto narrano il volto di Dio. Che cosa ha fatto Gesù se non venire da parte di Dio incontro agli uomini, a ripetere di nuovo all’umanità l’interrogativo: «Dove sei?». Ma oggi dove possiamo incontrare Dio? Dove c’è un uomo, là dobbiamo cercare Dio; il cristianesimo è questo: si può amare Dio? Lo si ama nell’uomo che si serve.

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Passione, morte e resurrezione di Gesù nei vangeli sinottici

Fr. Enzo Bianchi commenta la passione, morte e resurrezione di Gesù nel racconto dei vangeli sinottici. Meditare la passione significa leggere la vita di Gesù con la chiave di ciò che è stato il suo vivere: un dare la vita per gli altrifino alla fine, fino al dono estremo di sé. In questa sua vita spesa per gli altri c’è il “Sì” del Padre al Figlio: l’annuncio della resurrezione è un alzare il velo degli occhi e del cuore da parte di Dio, e resta un cammino che noi uomini dobbiamo percorrere mettendoci sempre alla ricerca di Gesù, come le donne andate al sepolcro.

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Il matrimonio

Il matrimonio è una realtà creazionale, voluta da Dio e sulla quale Dio ha fatto riposare la sua benedizione. Il matrimonio è anche il grande segno dell’amore, la forma più profonda e vera che ci può insegnare che cos’è l’amore verso l’altro e il nostro prossimo.

Fr. Enzo Bianchi, priore di Bose, offre le chiavi per comprendere il messaggio cristiano sul matrimonio attraverso un itinerario biblico-esistenziale.

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“Fedele è Dio”

Lettera agli amici n° 44
Pentecoste 2007
L’altro non sarà più un nemico, né un peccatore da cui separarmi, bensì ‘uno che mi appartiene’. Con lui potrò rallegrarmi della comune misericordia

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Rassegna stampa 2007

V Convegno Liturgico Internazionale Bose, 31 Maggio –2 giugno 2007
IL BATTISTERO.

Organizzato dal Monastero di Bose
in collaborazione con Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici
della Conferenza Episcopale Italiana

RASSEGNA STAMPA 2007

Avvenire, 31 maggio 2007
Battisteri, avamposti del cristianesimo
di ENZO BIANCHI

L'Osservatore Romano, 11 giugno 2007
Luogo privilegiato per manifestare al mondo attraverso l'arte, i contenuti e la bellezza della fede
di ENZO BIANCHI

 

Meditare, pensare, leggere

La nostra vita ha un senso
e a noi non spetta né inventarlo né determinarlo,
ma semplicemente scoprirlo
presente e attivo in noi e attorno a noi:
riconosciutolo, ci reca in dono la libertà di accoglierlo.

 

Queste pagine non vogliono dare risposte
ma essere semplici strumenti che possano aiutare
in questo cammino
di ricerca umana e spirituale.

Nuove letture inserite
lunedì 2 febbraio 2009

Conosci te stesso

Corpo e sessualità

Ecumenismo

In ricerca

Leggere la Bibbia

Nella compagnia degli uomini

Preghiera e vita interiore

Umano soffrire

È tempo di…

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Il Padre Nostro

Sintesi di tutto l’evangelo, il Padre Nostro è la preghiera che rivela ciò che è veramente importante per la vita dell’uomo e che dunque dobbiamo chiedere a Dio pregando.

Gesù ci ha consegnato questa breve orazione, eco della sua preghiera al Padretestimoniata nei vangeli, della sua attesa del Regno, della sua vita quotidiana semplice, della sua esperienza di lotta contro il male, elementi che fr. Enzo Bianchi fa emergere nel commento al Padre Nostro inciso in questo doppio CD.

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Il gres di Bose


Il pieghevole del gres di Bose in lingua italiana:

pdf il gres di bose 3.23 Mb

 

Monastero di Bose

L’ikebana incontra le ceramiche di Bose
1- 2 maggio 2010
ore 9-12 14?-18

L’antica arte giapponese di disporre i fiori interpretata da
Ingrid Tosei Maier Galvagni e dai suoi allievi
vive nelle ceramiche in gres del Monastero di Bose


 

dal 1 al 16 maggio
  ore 9-12 14?-18

esposizione delle ceramiche in gres di Bose
lavorate a mano e cotte ad alta temperatura
secondo procedimenti tradizionali

pdf Poster_Esposizione Maggio 2010

  

per informazioni e prenotazioni:

Monastero di Bose
I - 13887 Magnano BI
Tel (+39) 015 679 185
Fax (+39) 015 679 294
ospiti@monasterodibose.it

 

I cristiani del Medio Oriente

Articolo di Rowan Williams
arcivescovo di Canterbury
Queste comunità potranno sopravvivere solo se i loro fratelli cristiani in Occidente si decideranno a prestare loro un po’ di attenzione

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La fede cristiana

 

Che cosa è essenziale alla fede cristiana?
In che termini il cristianesimo mostra una “differenza” rispetto alle altre tradizioni monoteistiche dell’Ebraismo e dell’Islam?

La ricerca di Dio accomuna gli uomini di epoche e di culture diverse. Per il cristianesimo, dal momento in cui Dio si è fatto uomo in Gesù, c’è un cammino per andare a Dio aperto da Gesù. «Dio nessuno lo ha mai visto, ma il Figlio unigenito ce lo ha raccontato” (Gv 1,18):
da questa espressione che racchiude in “sintesi” la fede cristiana, ha preso avvio la riflessione di fr. Enzo Bianchi incisa in questo doppio CD.

Per ordinare il CD:
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CD audio

Ritiro di Avvento 2006
La fede cristiana

Che cosa è essenziale alla fede cristiana? In che termini il cristianesimo mostra una “differenza” rispetto alle altre tradizioni monoteistiche dell’Ebraismo e dell’Islam?

La ricerca di Dio accomuna gli uomini di epoche e di culture diverse. Per il cristianesimo, dal momento in cui Dio si è fatto uomo in Gesù, c’è un cammino per andare a Dio aperto da Gesù. «Dio nessuno lo ha mai visto, ma il Figlio unigenito ce lo ha raccontato” (Gv 1,18): da questa espressione che racchiude in “sintesi” la fede cristiana, ha preso avvio la riflessione di fr. Enzo Bianchi incisa in questo doppio CD.

1° CD: meditazione della durata 80 minuti

2° CD: meditazione della durata di 45 minuti


Edizioni Qiqajon - 2 CD in unica confezione  - € 10,00

La lotta spirituale

 Meditazioni di un corso di esercizi


8 incontri incisi in formato MP3

 



 

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Riposo

«Ricordati del giorno del riposo per santificarlo» (Es 20, 8). E difficile per noi comprendere che questo comandamento occupa un posto di pari dignità accanto al divieto di adorare idoli o anche a quello di non uccidere, che chi viola questo comandamento non è meno colpevole di chi disprezza i genitori, del ladro, dell'adultero, del calunniatore. La nostra vita è fatta di giorni feriali riempiti di lavoro, in mezzo alla gente.A noi sembra che il giorno del riposo sia un piacevole permesso, ma è divenuto per noi un pensiero alquanto estraneo che in esso sia contenuta tutta la serietà del comandamento di Dio. Dio comanda il giorno di festa. Comanda il riposo e la santificazione della festa.

Il decalogo non contiene nessun ordine di lavorare, ma uno di riposare dal lavoro sì. E proprio il contrario di quanto siamo soliti pensare. Nel terzo comandamento il lavoro è presupposto come stato naturale; ma Dio sa che l'opera che l'uomo compie acquista un tale potere su di lui, che egli non riesce più a liberarsene, e si aspetta ogni cosa dalla propria opera, e così dimentica Dio. Perciò Dio comanda di riposare dal proprio lavoro. Non è il lavoro a mantenere l'uomo, ma solo Dio; non del suo lavoro può vivere l'uomo, ma solo di Dio. «Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori; se il Signore non custodisce la città, invano vegliano le guardie. Egli dà altrettanto ai suoi amici, mentre essi dormono» (Sal 127, 1-2); così la Bibbia parla contro tutti quelli che del lavoro fanno la loro religione. Il riposo festivo è il segno visibile che l'uomo vive della grazia di Dío e non delle proprie opere. Durante il giorno del riposo dovrebbe regnare il silenzio esteriore ed interiore. Il riposo festivo è la premessa indispensabile per la santificazione della festa. L'uomo abbassato ad essere una macchina da lavoro e sovraffaticato ha bísogno di riposo, perché il suo pensiero possa chiarirsi, i suoi sentimenti possano purificarsi, la sua volontà possa ricevere una nuova direzione. La santificazione del giorno festivo è il contenuto del riposo in esso. Il gíorno di festa viene santificato mediante l'annunzio della Parola di Dio nel culto e mediante l'ascolto pronto e rispettoso di questa Parola. La dissacrazione del giorno di festa inizia col decadimento della predicazione cristiana. E, perciò, in primo luogo, colpa della Chiesa e soprattutto dei suoi ministri. Il rinnovamento della santificazione della festa parte dal rinnovamento della predicazione.

Dietrich Bonhöeffer

cfr. Comunità Monastica di Bose, Letture dei Giorni, Piemme, 1994, pg. 907-909

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foto del priore Enzo Bianchi con il patriarca di Mosca Alessio II

foto del priore Enzo Bianchi con il papa Benedetto XVI

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Le foto in:

Comunità - Doni inaspettati - Un gesto gratuito...

©Servizio fotografico de "L'OR" Città del Vaticano

Comunità - Doni inaspettati - Il priore Enzo Bianchi in udienza...

©Servizio fotografico de "L'OR" Città del Vaticano e

la foto al tavolo: ©Fotografia Felici - Roma

 

Le foto del catalogo del Gres sono del fotografo Baldassare Amodeo , Prato - Italia

 

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veduta panoramica del monastero





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photo 0550:

giovani nell'anfiteatro dell'accoglienza del monastero





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photo 1100:

i prati circostanti il monastero





©2011 Bosephotoarchiv

photo 0661:

la chiesa monastica di Bose





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photo 7047:

la comunità riunita in preghiera





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photo 1105:

il cortile dell'ospitalità





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FAQ

  • Che cos'è Bose?

è una comunità monastica
di uomini e donne
provenienti da chiese cristiane diverse

è una comunità monastica
in ricerca di Dio nel celibato, nella comunione fraterna
e nell’obbedienza all’evangelo

è una comunità monastica
presente nella compagnia degli uomini
e al loro servizio

 

 

  • Cosa significa Qiqajon?

Qiqajon è il nome ebraico dell'alberello che Dio fece crescere accanto a Giona per dargli un momento di gioia e frescura.

 

  • Che cos'è la lettera agli amici?

È un foglio di notizie destinato a chi desidera mantenere un legame con la nostra comunità.

 

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Settimana Santa e Pasqua a Cellole

Celebrare ogni anno la Pasqua del Signore, ricordare e rivivere i suoi gesti e le sue parole, è confessare la fede nella resurrezione di Cristo, è affermare di credere che la vicenda di quell’uomo, Gesù di Nazaret,

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Orario della giornata per gli ospiti

img 2388orariologo

Feriale

  • Ore 5.30 Campana del risveglio
  • Ore 5.30 Inizio tempo per la colazione
  • Ore 6.00 Preghiera del mattino
  • Ore 12.30 Preghiera di mezzogiorno
  • Ore 13.00 Pranzo
  • Ore 17.00 Lectio divina*
  • Ore 18.30 Preghiera della sera
  • Ore 19.00 Cena
  • Ore 20.00 Grande silenzio

* (nei mesi di luglio e agosto è sostituita dall'incontro della settimana biblica)

Sabato

orario come feriali e

  • Ore 20.30 Lectio divina sui testi della domenica

Festivo

  • Ore 7.30 Campana del risveglio
  • Ore 7.30 Inizio tempo per la colazione
  • Ore 8.00 Ufficio della Resurrezione
  • Ore 12.00 Eucaristia
  • Ore 13.00 Pranzo
  • Ore 17.00 Preghiera della sera
  • Ore 19.00 Cena
  • Ore 20.00 Compieta
  • Ore 20.30 Grande silenzio

Orario della giornata per gli ospiti a san Masseo-archivio

Festivo

  • Ore 8:00 Ufficio della Resurrezione
  • Ore 11:00 Eucaristia
  • Ore 13:00 Pranzo
  • Ore 17:00 Preghiera della sera
  • Ore 19:00 Cena
  • Ore 20:00 Compieta

Feriale

  • Ore 5:30 Campana del risveglio
  • Ore 6:00 Preghiera del mattino
  • Ore 12:30 Preghiera di mezzogiorno
  • Ore 13:00 Pranzo
  • Ore 18:30 Preghiera della sera
  • Ore 19:00 Cena
  • Ore 20:30 Grande silenzio

Sabato

  • come feriali e alle 20:30 Lectio divina comunitaria (sui testi della domenica)

Modalità di soggiorno

È possibile soggiornare come ospite per una giornata o più giorni, in
settimana come nei weekend, anche individualmente.
Per prenotare chiediamo di telefonare. Non si accettano prenotazioni via
email o via fax.


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Modalità di soggiorno

Per cause indipendenti dalla nostra volontà, non siamo temporaneamente in grado di praticare la nostra consueta ospitalità monastica.

 

 

La nostra fraternità monastica non è una struttura ricettiva bensì uno spazio che accoglie quanti desiderano condividere la nostra preghiera, la nostra vita e la ricerca di senso nel quotidiano dell'esistenza.

Non accettiamo prenotazioni per e-mail: usate la posta elettronica solo per chiedere informazioni.

Vi preghiamo di indicare nei messaggi il vostro nome e cognome, l’indirizzo e il recapito telefonico.

La giornata di lunedì è vissuta dalla fraternità come momento di ritiro.

La partecipazione alle preghiere (cfr. Orario della giornata) è sempre possibile, tuttavia, vista l’esiguità dei posti in chiesa, per la lectio divina del sabato sera e l’eucaristia domenicale è vivamente consigliato di avvisare telefonicamente.

Amico, ospite o pellegrino

Bose, veduta panoramica del monastero
...un luogo in disparte per riposarti un po'..

vieni a Bose per tanti motivi: forse cerchi un luogo in disparte per riposare un poco, una collina per pregare, fratelli e sorelle per saggiare insieme la vita comune, un luogo di ascolto della Parola di Dio, un luogo di silenzio...

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Amico, ospite o pellegrino

Gesù amava ritirarsi in disparte, sul monte o nel deserto. Ma tornava presto in mezzo agli uomini, commosso dalla folla che attendeva il suo ritorno. Dio è ovunque noi siamo, non dobbiamo cercarlo altrove, non dobbiamo evadere…

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Lettere di Giovanni

Commento esegetico e spirituale
alle lettere di Giovanni

 9 incontri incisi in formato MP3

 



 

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Dizionari e opere enciclopediche

Ha curato le seguenti voci in dizionari e opere enciclopediche:
  • Enzo Bianchi s.v. “Bose: una comunità interconfessionale”, Dizionario degli Istituti di Perfezione I, Paoline 1973, coll. 1533-1537
  • Enzo Bianchi s.v. “Celibato e verginità”, Nuovo Dizionario di Spiritualità, Paoline 1979, pp. 176-195 (coedizione internazionale)
  • Enzo Bianchi s.v. “Il monachesimo, eremitismo e cenobitismo”, Il Cristianesimo: grande atlante II, UTET 2005, pp.787-801
  • Enzo Bianchi s.v. “Nemico”, Dizionario di Teologia della Pace, EDB 1997, pp.610-612
  • Enzo Bianchi s.v. “Nil Sorskij”, Bibliotheca Sanctorum II, Città Nuova 1990, coll. 697-703
  • Enzo Bianchi s.v. “Preghiera”, Dizionario di Omiletica, LDC 1998, pp.1249-1252
  • Enzo Bianchi s.v. “Preghiera”, Dizionario di Pastorale Giovanile, LDC 1989, pp.773-785

Gli addi di Gesù nel IV Evangelo

Commento esegetico e spirituale 
a Giovanni 13 - 17

 9 incontri incisi in formato MP3

 



 

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Gli incontri con Dio III

Come alcuni personaggi biblici hanno incontrato Dio?

Attraverso la lettura
degli “Incontri con Dio”
testimoniati nella Bibbia
possiamo leggere il nostro cammino di fede
e i nostri incontri
– ma anche “scontri” –
con il Signore.

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Gli incontri con Dio II

Come alcuni personaggi biblici hanno incontrato Dio?

Attraverso la lettura
degli “Incontri con Dio”
testimoniati nella Bibbia
possiamo leggere il nostro cammino di fede
e i nostri incontri
– ma anche “scontri” –
con il Signore.

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Gli incontri con Dio I

Come alcuni personaggi biblici hanno incontrato Dio?

Attraverso la lettura
degli “Incontri con Dio”
testimoniati nella Bibbia
possiamo leggere il nostro cammino di fede
e i nostri incontri
– ma anche “scontri” –
con il Signore.

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Gesù, il servo del Signore

Commento ai "Canti del Servo"
nel profeta Isaia
riletti in prospettiva
cristologica.

 



 

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Chemins vers l'unité

Dans sa lettre apostolique Tertio Millenio Adveniente, Jean-Paul II rappelait l'enseignement du Concile Vatican II sur l'unité du Corps du Christ, «fondée sur l'action de l'Esprit», «garantie par le ministère apostolique et soutenue par l'amour mutuel» (cf. 1 Co 13, 1-8). C'est pour approfondir cette perspective que Mgr Daucourt, actuel évêque de Nanterre, a pris l'initiative de cet ouvrage.

Présentation de l'éditeur

«Le lecteur trouvera ici une réalité ecclésiale aux multiples facettes : de l'évêque de Rome et pape jusqu'à un simple baptisé qui vit aux côtés des plus petits et des plus démunis, d'un évêque et pasteur d'une réalité urbaine à un moine engagé dans le dialogue oecuménique, d'un curé à l'oeuvre dans une trentaine de villages "rurbains" au prieur d'une communauté oecuménique qui touche et stimule des jeunes des cinq continents... Car ce n'est qu'ensemble, en nous accueillant les uns les autres, que nous pourrons nous mettre à l'école de l'unique Maître et Seigneur, ce Jésus doux et humble de coeur qui a rétabli la communion de l'humanité avec Dieu et nous a confié la tâche d'être signe et sacrement de la communion trinitaire».

GERARD DAUCOURT, FRÈRE ROGER,
JEAN VANIER, ENZO BIANCHI et al.
© 2005 Parole et silence

 

Prières pour la table

L'Ecriture dit « Tu mangeras et te rassasieras en bénissant le Seigneur ton Dieu » (Dt 8, 10). Jésus lui-méme s'est toujours montré fidèle à ce commandement de l'Alliance en disant la bénédiction ou en rendant gràce au début de chaque repas (Mc 6, 41 ; 8, 6-7). C'est d'ailleurs au cours d'un repas qu'il a institué l'Eucharistie. Et Gomme l'indique saint Paul, soit que vous mangiez, soit que vous buviez, faites tout pour la gloire de Dieu » (1 Co 10, 31).

En prenant notre nourriture, nous célébrons les mystères de la vie ; et le chrétien en est conscient. La communauté de Bose et Enzo Bianchi proposent ici des textes pour alimenter cette liturgie de la table.

Enzo Bianchi a fondé en 1965, à Bose, près de Magnano, dans le nord de l'Italie, une communauté monastique cecuménique dont il est encore le responsable. Il est membre de la rédaction de Concilium et a publié de nombreux livres.

Communauté monastique de Bose
Prières pour la table (Introduction d'Enzo Bianchi)
© Éditions Parole et Silence, 2003

L'accompagnement des malades

Pas plus que les autres, le chrétien ne connaît de chemin qui contourne la souffrance, mais plutôt une route qui, avec l'aide de Dieu, la traverse.
Les ténèbres ne sont pas le signe que Dieu est absent mais qu'il se cache et, en nous mettant à sa suite, nous l'y cherchons et l'y trouvons à nouveau.

Enzo Bianchi et Luciano Manicardi
L'accompagnement des malades
© Éditions Parole et Silence, 2003

Parole et politique

Pour une citoyenneté responsable...
Se fondant sur leur fréquentation assidue de la Parole, le cardinal Martini et frère Enzo Bianchi proposent une réflexion sur l'engagement du chrétien dans la cité.
Enzo Bianchi s'attache à montrer la dimension politique de la communauté chrétienne et nous invite à prendre conscience de notre responsabilité et de notre rôle de citoyen.
Le cardinal Martini articule sa réflexion autour du thème de la valeur de la Parole, sa dégradation dans l'espace public et la thérapeutique à lui appliquer.
La parole vraie et efficace est d'abord celle de l'homme juste.

Enzo Bianchi et Carlo Maria Martini
Parole et politique
© Éditions Fates, 1998