Castità


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Certo, la castità si gioca nel profondo del cuore ed è pertanto un cammino, una tensione incessante, una lotta, e non si configura mai come uno stato raggiunto una volta per sempre. San Cesario così si esprime a proposito della castità: "Fra tutte le lotte che i cristiani devono combattere, le più dure sono quelle per la castità: lì, infatti, quotidiano è il combattimento e rara la vittoria''. La vittoria non è che un dono, un evento di grazia, l'imporsi - grazie alla fede - delle energie della resurrezione sulle pulsioni egocentriche dell'uomo. E un sostegno e un magistero per questa lotta, il cristiano lo trova nell'eucaristia che gli ricorda che "il corpo non è per l'impudicizia, ma per il Signore e il Signore è per il corpo'' (1 Lettera ai Corinzi 6,13). Lì, nel confronto con il corpo del Signore donato per amore, il credente trova il magistero per il rapporto con il proprio e l'altrui corpo. E si vede confermato nella vocazione alla comunione, all'amore, alla fraternità, a fare di sé un segno dell'amore di Dio per gli uomini. La castità infatti, mentre genera un cuore puro che sa vedere la realtà e gli altri in Dio, fa dell'uomo una trasparenza dell'amore e della potenza di Dio. Quella potenza con cui "Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi'' (1 Lettera ai Corinzi 6,14).

tratto da:
ENZO BIANCHI, Le parole della spiritualità,
Rizzoli, 1999 pp.145-148