Quale volontà scegliamo?


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Foto di Pär Pärsson su Unsplash
Foto di Pär Pärsson su Unsplash

14 marzo 2024

Mc 10,35-45

In quel tempo 35si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»


La nostra pericope ci presenta Giacomo e Giovanni come “i figli di Zebedeo”, con questa specificazione. Marco ci rimanda al loro primo incontro con Gesù. È Gesù per primo che si era avvicinato alla loro barca: “Subito Gesù li chiamò. Essi lasciando il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni, lo seguirono” (Mc 1,20)

Hanno dato prova di una grande fiducia in Gesù, di una capacità di decisione per seguirlo, lasciando alle loro spalle il loro padre, preferendo le spalle di Gesù (“lo seguirono”).

Adesso sono loro che si avvicinano a lui: si pongono di fronte a lui, avendo ancora simbolicamente alle spalle il loro padre, ci dice il testo. Sono ancora figli di Zebedeo, hanno ancora sulle spalle i pensieri e valori di un tempo. Hanno lasciato tutto, dice Pietro in nome di tutti i discepoli, al versetto 20, ma sono sgomenti quando si tratta di salire a Gerusalemme dietro alle spalle di Gesù (v. 32), spalle che fra poco saranno caricate della croce a causa della sua scelta di “volere la volontà “del Padre suo.

Davanti allo sgomento, come noi facciamo, tentano di trovare una soluzione rassicurante, un progetto loro, invece di assumere le vie del Signore, nella libertà di chi decide giorno dopo giorno di continuare a lasciarsi la propria vita alle spalle.

Esprimono il loro progetto sotto forma di preghiera. “Maestro, noi vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”. Chiedono a Gesù di fare la loro volontà. E questa preghiera può interrogarci sulle nostre preghiere. Quale volontà scegliamo?

Vediamo che Gesù accetta la loro domanda, non dà una risposta emotiva o moralistica: accetta quello che sono e il loro stato. Non sono in grado di capire e di entrare fino in fondo nel cammino di abbassamento e di spogliazione di Gesù per testimoniarci la forza del suo amore. Il Signore accetta le nostre preghiere anche se non riusciamo a cogliere a volte le sue vie, le logiche del Regno di Dio.

L’apostolo Giacomo nella sua lettera affronta questo problema per la sua comunità dicendo: “Chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni” (Gc 4,3). “Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia…Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi” (Gc 4,6-8).

È importante riflettere sulle vere e profonde intenzioni delle nostre preghiere, osando tuttavia come Giacomo e Giovanni dirci davanti al Signore in modo che lui possa correggerci. In preda alla loro paura di perdere Gesù cadono nelle dinamiche di vanagloria del mondo: “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”.

Gesù denuncia la forma mondana dei loro pensieri senza accusarli, mostrando loro le dinamiche di potere (v. 42), che non sono le sue, e apre loro la sua via: “Il calice… anche voi lo berrete”. “Tra voi però non è così”.

In questa quaresima chiediamoci se le nostre preghiere sono centrate su di noi e dunque hanno il sapore di una ricerca sottile di potere sulla volontà di Dio o se sono invece dedicate a “cercare anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia” con fiducia, (cf. Mt 6,33), avendo la libertà di non preoccuparci, più del dovuto, delle altre cose per affidarci alle vie del Signore.

sorella Sylvie


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