Gv 1,1-18
II domenica dopo Natale
di Luciano Manicardi
Il Dio biblico non è il Dio che è, ma il Dio che parla: è evocato in termini di relazione, non di essenza. La Parola è in Dio, la Parola è Dio. Questo carattere originario della Parola di Dio dice che Dio è padre: l’incontro umano con lui non sarà fusionale, ma mediato da una parola e avverrà anzitutto con l’ascolto.
Mt 2,13-15.19-23
I domenica dopo Natale
di Luciano Manicardi
L’infanzia di Gesù è segnata da minacce, ostilità e inimicizie che costringono i genitori del bambino a migrare in Egitto: un’ombra di morte viene proiettata sul bambino da poco venuto alla vita.
Lc 2,1-14
Natale del Signore
di Luciano Manicardi
La gioia è intrinseca all’evangelo, non è solo conseguenza dell’annuncio, ma è anche contenuto stesso dell’annuncio. Contenuto, perché evangelizzare è trasmettere e trasfondere la gioia che viene dal Signore e nasce dalla stessa buona notizia evangelica.
Mt 1,18-24
IV domenica di Avvento
di Luciano Manicardi
Giuseppe compie un atto di fiducia che contrasta con il buon senso, ma non con l’amore, contrasta con la ragionevolezza, ma non con il desiderio. E arriva a obbedire a eventi che suggerivano disperazione o violenza, rifiuto o accusa. E la fiducia in Maria si accompagna alla fede nell’azione di Dio.
Mt 3,1-12
II domenica di Avvento
di Luciano Manicardi
Chi come Giovanni Battista va all’essenziale ritirandosi nel deserto, chi si lascia istruire dalla solitudine e dal silenzio, chi si misura sull’essenziale del proprio corpo, dunque del cibo e del vestito, viene anche ricondotto all’essenziale umano costituito dalla parola.