La fede, dono per il quotidiano

2 ottobre 2022

Luca 17,5-10
XXVII Domenica nell’Anno
di Luciano Manicardi

I discepoli invocano una fede profonda e robusta: vanno all’essenziale, a ciò che è fondante. Invocano la fede non a proposito di cose celesti o teologiche, ma terrene, umane, quotidiane: le relazioni, i rapporti fraterni, la vita insieme agli altri. Reagendo così all’esigenza di un perdono sempre ripetuto se accompagnato dal pentimento del peccatore, i discepoli mostrano di aver ben compreso che il perdono non è solo un gesto etico, ma è evento escatologico, dono dello Spirito santo, irruzione del Regno di Dio nella vita degli uomini.

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Quale sguardo sull’altro?

25 settembre 2022

Luca 16,19-31
XXVI Domenica nell’Anno
di Luciano Manicardi

Il povero, colui che noi chiamiamo tale, è sempre anche colui che sentiamo inferiore a noi. Non c'è bisogno che sia un mendicante, un immigrato, un rifugiato, un Rom, una persona di colore: povero è chiunque riteniamo o sentiamo inferiore a noi, chi percepiamo come più debole, anche se è un fratello, una sorella della nostra stessa comunità cristiana. Dunque: quale responsabilità accetto di assumere nei confronti di chi è debole, meno munito di me?

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La discriminante nella sequela

18 settembre 2022

Luca 16,1-13
XXV Domenica nell’Anno
di Luciano Manicardi

Gesù pone un insanabile contrasto tra “servire Dio e servire il denaro”: questa affermazione resta una spina nel fianco di cristiani e chiese ricche che vivono in una società opulenta. Il vangelo non dà ricette, ma la domanda va almeno fatta risuonare: l’abbondanza di mezzi economici, la potenza di mezzi culturali non rende forse illusoria la sequela Christi? E non la rende anche poco credibile?

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La cura per chi è perduto

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11 settembre 2022

Luca 15,1-32
XXIV Domenica nell’Anno
di Luciano Manicardi

Dietro alla pecora perduta si delineano le persone lontane, senza dignità, i pubblicani e i peccatori, coloro che vivono nel peccato, coloro che per le loro stesse inclinazioni e attività si trovano a essere giudicati e disprezzati. Si intravedono tutti coloro che vengono chiamati non con il loro nome ma con un’etichetta, un nome che non identifica ma che spersonalizza: prostituta, pubblicano, malfattore, bandito … E il pastore, con il suo comportamento, narra la sollecitudine di Dio per ogni persona, che ai suoi occhi è preziosissima.

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Una relazione esigente

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4 settembre 2022

Luca 14,25-33
XXIII Domenica nell’Anno
di Luciano Manicardi

Vi sono condizioni da ottemperare, pena il fallimento della sequela. Si può anche volere vivere una certa vita, ma non sempre e a ogni condizione si può fare la vita che si dice di volere. Non è per nulla vero che volere sia potere. L’incoscienza della volontà deve attraversare il vaglio dell’impossibilità della sequela per assumere la coscienza della propria impotenza, sola via che consente di accogliere come dono la sequela radicale

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