Accogli me che vengo a te

PODCAST - Tracce di preghiera per la quaresima - 8

In questo venerdì santo, in cui ricordiamo la passione e morte di Gesù, contempliamo, attraverso la preghiera di un manoscritto silvestrino del quattordicesimo secolo, le sette parole di Gesù sulla croce. E poi uno stralcio di un’omelia di Origene.


“In virtù delle tue sette parole in croce”

Signore Gesù Cristo che, appeso alla croce, hai pronunciato sette parole nell’ultimo istante della tua vita, affinché noi ricordassimo queste parole santissime, ti chiedo, per la forza di queste sette parole, di perdonarmi in tutto ciò che ho peccato nei sette peccati mortali e nei mali da loro provenienti, cioè nella superbia, nell’avarizia, nella lussuria, nell’ira, nell’ingordigia, nell’invidia, nell’accidia.

Signore, come tu hai detto: “Padre, perdona a quelli che mi crocifiggono” (cf. Lc 23,34), concedi che per il tuo amore io perdoni a tutti quelli che commettono il male contro di me.

E come tu hai detto al ladrone: “Oggi sarai con me in paradiso” (Lc 23,43), concedimi di vivere in tal modo che nell’ora della mia morte tu possa dirmi: “Oggi sarai con me in cielo”.

E come tu hai detto a tua madre: “Ecco tuo figlio” (Gv 19,26), poi al tuo discepolo: “Ecco tua madre” (Gv 19,27), concedi che un amore vero e una carità vera mi uniscano a tua madre.

E come tu hai detto: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”, che significa: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,34), concedimi di dire sempre nelle tribolazioni e nelle angustie: “Mio Padre, mio Signore, abbi pietà di me, che sono peccatore. Soccorrimi e guidami, tu che mi hai redento con il tuo sangue”.

E come tu hai detto: “Ho sete” (Gv 19,28) ... concedimi di avere sempre sete di te. Che io ti ami, tu la fonte dell’acqua della vita, la fonte della luce eterna, degno di essere contemplato con tutto il cuore.

E come tu hai detto: “Nelle tue mani, Signore, depongo il mio spirito” (cf. Lc 23,46), accogli me che vengo a te, perché ora tu mi hai concesso del tempo.

E come tu hai detto: “Tutto è compiuto” (Gv 19,30), indicando ormai il compimento dei travagli e dei dolori che hai sopportato per noi miseri, concedimi di potere udire questa tua voce dolcissima: “Vieni amica mia, amata, poiché ormai le tue penitenze sono state osservate. Vieni a sedere con me, a banchettare con i miei angeli, per dimorarvi nei secoli dei secoli”. Amen.

(Manoscritto silvestrino del XIV secolo)

Origene: “Chi mi purifica?”

Vieni, Gesù, ho sporchi i piedi. Per me, diventa servo, metti la tua acqua nel catino; vieni, lava i miei piedi. So che è temerario quello che dico, ma temo la minaccia delle tue parole: “Se non ti laverò i piedi, non avrai parte con me” (cf. Gv 13,8). Dunque lava i miei piedi, perché io abbia parte con te. Ma perché dico, lava i miei piedi? Lo può dire Pietro, che non aveva bisogno se non che gli fossero lavati i piedi, giacché era tutto puro. Ma quanto a me, che sono stato lavato una volta per tutte, ho bisogno di quel battesimo del quale il Signore afferma: “Ho un altro battesimo con il quale devo essere battezzato” (cf. Lc 12,50).

(Origene, Omelie su Isaia 5,2)


Le preghiere che hai ascoltato sono tratte dal libro: Vieni sulla nostra strada. Preghiere a Cristo, Edizioni Qiqajon. Per saperne di più: qiqajon.it