Franz Jägerstätter
Contadino austriaco abitante di un borgo troppo piccolo per avere un ufficio postale (Sankt Radegund), Franz è sposato e padre di due bambini. Nel 1938, quando la maggioranza degli austriaci vota in favore dell'annessione alla Germania nazista, Franz, trentunenne, esprime l'unico voto di dissenso del villaggio. Come ogni uomo austriaco abile alla leva, è chiamato a prestare servizio militare: la cartolina di richiamo giunge nel febbraio del 1943, quando la figlia maggiore ha cinque anni. Ignorando il consiglio del parroco, del vescovo e di molti altri, si rifiuta di indossare la divisa militare, e per questo viene immediatamente messo in carcere. Chi ricopre posizioni di autorità politica gli offre la possibilità di un servizio che non richieda di dover combattere, ma Franz, dopo averci riflettuto, risponde che non è possibile per lui indossare l'uniforme, indipendentemente da quelle che siano le sue responsabilità individuali. Questa decisione gli costa la condanna a morte: il 9 agosto del 1943, all'età di trentasette anni, viene prelevato dalla cella in cui era chiuso, nella prigione di Brandeburgo a Berlino, e viene decapitato.
Franz Jägerstätter, agli occhi di tutti, era solo un contadino: non aveva mai frequentato un’università o una scuola di teologia, il suo percorso educativo si era svolto interamente in una piccola scuola a classe unica. Come poteva, una persona così ordinaria, mettere in pratica un atto di resistenza tanto eccezionale? Possiamo ricostruire qualcosa delle motivazioni profonde che lo abitavano, a partire da alcuni suoi scritti, in particolare il diario e le lettere dal carcere. Essi attestano la sua convinzione che non solo la comunità dei credenti, la chiesa, ma anche il singolo sia chiamato a dare testimonianza di quello in cui crede, anche se si trova a essere solo ed è una persona di modesta condizione sociale. Era un uomo animato da una fede semplice e forte. Dal carcere scrive:
Proprio come l’uomo che pensa solamente a questo mondo fa tutto il possibile per rendere la sua vita qui più facile e migliore, così dobbiamo anche noi, che crediamo nel regno eterno, rischiare tutto al fine di ricevere là una grande ricompensa ... Il segno più certo di chi segue Gesù si trova nelle azioni che dimostrano amore per il prossimo. Fare al proprio prossimo ciò che si desidera per se stessi è più che non fare agli altri quello che non si vuole sia fatto a sé ... Felici quelli che vivono e muoiono nell'amore di Dio.
Attraverso l'arcivescovo Thomas Roberts, la vicenda di Franz Jägerstätter arrivò fino al concilio Vaticano II e aiutò i vescovi ad appoggiare la non-violenza e l'obiezione di coscienza. Negli anni sessanta del Novecento, quando la sua storia divenne ampiamente conosciuta grazie al libro di Gordon Zahn, In Solitary Witness, incoraggiò molti cristiani americani in età di leva a rifiutare il servizio militare nella guerra in Vietnam. Negli anni ottanta, il vescovo di Linz dell’epoca, con il supporto del cardinale Franz König di Vienna, avviò un processo che potrebbe portare alla canonizzazione ufficiale di Franz Jägerstätter e che ha già avuto come esito la sua beatificazione. Oggi esistono film e spettacoli teatrali che parlano di Franz, sia negli Stati Uniti che in Germania.