Prestare orecchio alle domande

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Con una lenta conversione dell'isolamento in solitudine si crea quello spazio prezioso in cui si può udire la voce che parla della nostra necessità intima, cioè della nostra vocazione. Se le domande, i problemi,gli interessi non sono esaminati e non maturano in solitudine, non è realistico aspettarsi risposte che siano proprio nostre. Quante persone possono reclamare come proprie le loro idee, le loro opinioni, i loro punti di vista? Non di rado il conversare intellettuale si riduce alla capacità di citare la fonte autorevole giusta al momento giusto...

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Un intimo campo di tensione

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Vivendo attentamente si impara a distinguere fra essere presenti in isolamento ed essere presenti in solitudine. Soli in un ufficio, in casa o in una sala d'aspetto vuota si può soffrire -d'isolamento irrequieto oppure godere di una solitudine serena. Insegnando in classe, ascoltando una conferenza, guardando un film o chiacchierando in un momento di svago, si può avere un senso pesante d'isolamento oppure la profonda soddisfazione di chi parla, ascolta ed osserva dal centro tranquillo della propria solitudine...

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La solitudine che conta

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La parola solitudine può ingannare. Essa suggerisce l'idea di starsene da soli, in un luogo isolato. Se pensiamo ai solitari, la nostra mente evoca facilmente immagini di monaci e di eremiti,, appartati in siti remoti, lontani dal frastuono di un mondo indaffarato. Infatti, le parole «solitudine» e «solitario» traggono origine dalla parola latina «solus», che significa «senza nessuno».. Nel corso dei tempi molte donne e molti uomini, desiderosi di vivere un'esistenza spirituale...

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Una giornata di deserto

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"La cosa che sembra più facile è in realtà la più difficile: conoscere se stessi"

Edgar Morin

1) Apri la tua esperienza di deserto con il silenzio. Nel silenzio cerca di riflettere e interrogarti. Pensa al tuo passato e al tuo oggi, a come agisci e interagisci con gli altri, e cerca di dare il nome a ciò che ti rende felice, contento/a, e a ciò che ti rende infelice e scontento/a, a ciò che ti dà gioia e a ciò che ti fa soffrire.

2) Esercita l'immaginazione e immagina te stesso/a al futuro: come ti vedi felice? Come ti pensi realizzato/a?

3) Approfondisci il silenzio. Nella tua solitudine, cerca di stare almeno mezz'ora (meglio se un'ora) in silenzio anche interiore (silenzio da pensieri, immagini, ricordi, voci): come ti senti dopo? Cosa ti dice il tuo corpo?

4) Esercitati al ringraziamento: cerca di chiudere la tua esperienza di deserto ringraziando. E cerca di individuare i motivi (eventi, persone, paesaggi...) per cui ringraziare. Ricordati della parola di Teresa di Lisieux: "Tutto è grazia".