6 novembre 2025
Nel vangelo di oggi leggiamo “una parabola” che Gesù rivolge a farisei e scribi di cui ha sentito la “mormorazione” perché vedono che “accoglie tutti i pubblicani e peccatori” e addirittura mangia con loro (cf. vv. 1-2). Il mormorare è una contestazione espressa a denti stretti, un borbottio interiore che Gesù coglie e a cui vuole rimediare rivolgendo loro la parola.
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5 novembre 2025
Gesù pronuncia queste parole perché – dice Luca – “una folla numerosa andava con lui”. Gesù non temeva né fuggiva le folle, anzi nei loro confronti manifestava sempre un atteggiamento di benevola accoglienza. E tuttavia il suo sguardo cerca sempre il “faccia a faccia” dell’incontro personale con chiunque voglia seguirlo (cf. Mc 10,21). È significativo che si dica che Gesù si volta: “voltatosi, disse”, un’espressione tipicamente lucana che ritroviamo altrove. È il volto di Gesù, quello “risolutamente diretto verso Gerusalemme” (9,51) a voltarsi.
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4 novembre 2025
“Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!”, esclama uno dei commensali che ha ascoltato le parole di Gesù che hanno ricordato che quando si offre un pasto occorre invitare “i poveri, chi è provato dalla sofferenza, gli zoppi e i ciechi”. Nella parabola raccontata in seguito ritorna questo elenco di miseri che il padrone di casa manda a chiamare.
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3 novembre 2025
Poche parole quelle di Gesù nel vangelo odierno ma, va detto, parole scomode ancora per noi oggi: chi veramente le mette in pratica? Chi è capace di aprire le porte della propria casa agli esclusi, agli emarginati della nostra società?
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