Aprire il libro e scioglierne i sigilli
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30 settembre 2024
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 24,44-49 (Lezionario di Bose)
In quel tempo Gesù 44disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
“Quando ero ancora tra voi”. Quando il Maestro era ancora tra i discepoli era diverso, la sua presenza era evidente. Ora il Risorto torna a farsi presente ed evidente per loro alla luce delle Scritture aperte e spiegate. Evidenza meno immediata che emerge in un atto di memoria suscitato dal Signore stesso: “Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi” (Lc 24,44).
“Bisogna che si compiano …”: evidenza di una necessità per nulla scontata, che però mostra una sua coerenza. È il compimento di ciò che Dio voleva comunicarci di sé. Riassume così Dei Verbum:
Dopo aver, a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio “alla fine, nei nostri giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1-2). Mandò infatti suo Figlio, cioè il Verbo eterno, che illumina tutti gli uomini, affinché dimorasse tra gli uomini e spiegasse loro i segreti di Dio (cf. Gv 1,1-18). Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come “uomo agli uomini” (A Diogneto 7,4), “parla le parole di Dio” (Gv 3,34) e porta a compimento l’opera di salvezza affidatagli dal Padre (cf. Gv 5,36; 17,4).
Il dispiegamento di questa rivelazione, iniziata ben prima della venuta al mondo di Gesù, è iconicamente sintetizzato dal gesto di aprire il libro che il rabbi di Nazaret compie all’inizio del suo ministero nella sinagoga del suo paese: “Si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove sta scritto: ‘Lo Spirito del Signore è sopra di me … mi ha mandato a portare il lieto annuncio …’” (cf. Lc 4,17-19). È ciò che Gesù, quale Risorto, torna a fare per i suoi discepoli nel brano evangelico scelto per fare memoria oggi di san Gerolamo.
Il solo che “è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli” è il Risorto, poiché è lui ad aver riportato la vittoria definitiva: “Ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide”, colui che “è stato sgozzato e ci ha riscattato da ogni gente per fare di noi un regno e sacerdoti per il nostro Dio” (cf. Ap 5,2-9).
Ma per continuare a radunare persone da ogni dove, il Signore chiama ancora discepoli che, come Gerolamo, continuino ad “aprire” le Scritture annunciando Gesù, l’evangelo. Questo è ormai possibile a tutti grazie “alla promessa del Padre” (Lc 24,49), lo Spirito santo che guida a riconoscere, nelle parole, la Parola e a confessare, nell’umile vicenda del Messia Gesù, il Santo di Dio. Scrive in proposito Gerolamo, in una sua lettera:
Nell’Apocalisse viene mostrato un libro sigillato con sette sigilli. Se lo dai a un uomo istruito perché lo legga, ti risponderà: “Non posso, è sigillato” (Is 29,11). Quanti, oggi, si credono istruiti eppure tengono in mano un libro sigillato! Non possono aprirlo se non lo apre “colui che ha la chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude e quando egli chiude, nessuno apre” (Ap 3,7). Negli Atti degli apostoli il santo eunuco, … mentre stava leggendo Isaia, fu interrogato da Filippo: “Pensi di capire ciò che leggi?”. Rispose: “Come posso se nessuno mi istruisce?” (At 8,30-31) … Pur tenendo in mano il libro e meditando le parole del Signore, pur articolandole con la lingua e pronunciandole con la bocca, non conosceva colui che, senza saperlo, venerava in quel libro.
fratel Fabio