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23 maggio

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GIROLAMO SAVONAROLA
GIROLAMO SAVONAROLA

Girolamo Savonarola (1452-1498)
presbitero

Il 23 maggio del 1498, a Firenze, sale sul patibolo fra Girolamo Savonarola, predicatore domenicano le cui spoglie saranno poi bruciate e gettate nell'Arno. È l'inevitabile epilogo di una vita consumata dal fuoco divorante dell'amore per Dio e per il suo regno.
Girolamo era nato a Ferrara nel 1452, e fin da giovane si era sentito chiamato a denunciare profeticamente i peccati della chiesa. Entrato nel convento domenicano di Bologna, Girolamo divenne un predicatore rinomato. Uomo dal costante colloquio interiore con il Signore, egli credette di poter trasformare con la forza della sua predicazione apocalittica la città di Firenze, nella quale era divenuto priore del convento di San Marco.
Impiegando metodi non violenti e incentrati sulla persuasione, anche se talvolta di dubbia evangelicità, fra Girolamo predicò la conversione di una società che si diceva cristiana ma che era corrotta e lontana dalla logica del Regno. Girolamo entrò direttamente nelle politiche internazionali della Signoria di Firenze, e le sue opinioni si rivelarono contrastanti con quelle della Santa Sede. Ciò condusse alla sua scomunica nel 1497. E insieme con i favori del papa, Girolamo perse presto anche quelli della città, che incominciò a dubitare delle sue profezie. Imprigionato, Savonarola cadde vittima delle proprie debolezze e smentì sotto tortura gran parte del suo operato. Fu condannato a morte come eretico e scismatico, sebbene sul piano dottrinale non avesse mai predicato nulla di contrario alla tradizione della chiesa. Ormai prossimo alla morte, però, Girolamo compose in carcere delle straordinarie preghiere in cui riconosceva la propria miseria, si affidava alla misericordia di Dio e dei fratelli, e chiedeva perdono delle proprie debolezze.
Savonarola morì assieme ai due compagni rimastigli fedeli, benedicendo la folla accorsa a vedere lo spettacolo della sua umiliazione.


TRACCE DI LETTURA

O Dio, tu che sei tutto ciò che è in te, tu che sei la tua sapienza, la tua bontà, la tua potenza, la somma tua felicità, essendo misericordioso, che cos'altro sei se non la tua misericordia? Ecco quindi che la miseria sta dinanzi a te, o Dio, che sei misericordia. E tu, misericordia, che cosa farai? Certo l'opera tua, non potendo tu scostarti dalla tua natura. E qual è l'opera tua? Togliere la miseria, risollevare gli uomini miseri. Abbi dunque misericordia di me: Miserere mei, Deus; togli, o Dio di misericordia, la mia miseria; togli i miei peccati, che sono la mia somma miseria: solleva questo misero, manifesta in me l'opera tua, esercita in me la tua forza.
«L'abisso invoca l'abisso»: l'abisso della miseria invoca l'abisso della misericordia, l'abisso dei peccati invoca l'abisso delle grazie. Ma l'abisso della misericordia è più grande dell'abisso della miseria. Perciò l'abisso colmi l'abisso, l'abisso della misericordia colmi l'abisso della miseria: «Abbi misericordia di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia».

(Girolamo Savonarola, Commento al Miserere)


LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Petroc (VI sec.), abate di Padstow

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Beda il Venerabile (+ 735/736), presbitero e dottore della chiesa
Maria Maddalena de' Pazzi (+ 1607), vergine (calendario ambrosiano)
Desiderio (VIII sec.), vescovo e martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (15 bašans/genbot):
Simone lo Zelota, apostolo (Chiesa copta) (vedi al 28 ottobre)

LUTERANI:
Girolamo Savonarola, predicatore di penitenza a Firenze
Ludwig Nommensen (+ 1918), evangelizzatore a Sumatra

MARONITI:
Michele di Sinnada il Confessore (+ 826), vescovo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Michele il Confessore, metropolita di Sinnada