GILLES DROUIN

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Presbitero della diocesi di Evry (France), dottore in teologia con una tesi edita di recente: Architecture et liturgie au XVIIIe siècle. Offrir avec le peuple, offrir pour le peuple, è il direttore dell’Institut Superieur de Liturgie in seno all’Institut Catholique de Paris, dove svolge anche la sua attività di docente di liturgia.

Suo peculiare ambito di ricerca e di studio sono le relazioni fra liturgia e architettura, specialmente nel contesto ecclesiale francese, fra l’epoca moderna e le sfide contemporanee.

Contatti e informazioni

Segreteria organizzativa - Convegno liturgico

Monastero di Bose
I-13887 Magnano (BI)
Tel. +39 015.679.185
Fax +39 015.679.294

e-mail: convegno.liturgico@monasterodibose.it

Per partecipare

Per l’iscrizione al Convegno è necessario telefonare alla Segreteria organizzativa (Tel. +39 015 679 185) e inviare successivamente pdfla scheda di iscrizione entro il 20 maggio 2019. Si ricevono le iscrizioni al convegno fino ad esaurimento dei posti disponibili.

QUOTA DI ISCRIZIONE
€ 60,00 (non rimborsabili), da effettuare tramite CCP n. 10463131 - I
BAN IT75H0760110000000010463131 intestato a “Comunità monastica di Bose” (causale: “Iscrizione Convegno liturgico”) entro il 20 maggio 2019.

pdfla scheda di iscrizione 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE
€ 160,00 (in aggiunta alla quota di iscrizione). Sono comprese le spese di vitto e alloggio. L’ospitalità sarà assicurata presso il Monastero e presso alcune strutture nelle vicinanze di Bose.

Per chi partecipa in giornata è richiesta la quota di € 20,00 per ogni pasto. 

CREDITI FORMATIVI PROFESSIONALI
Questo convegno è stato accreditato presso il Consiglio nazionale architetti piani catori pae- saggisti e conservatori (CNAPPC) ed è valido per gli iscritti a tutti gli Ordini in Italia. Sono stati assegnati 15 crediti formativi professionali (CFP).

AGEVOLAZIONI ECONOMICHE
Per giovani studenti di teologia e di architettura previo contatto con la Segreteria.

TRADUZIONI SIMULTANEE
E' assicurata la traduzione simultanea in Italiano, Inglese e Francese

pdfScarica il programma

Mostra "Passio" - Luca Cavalca

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Monastero di Bose
31 maggio – 30 giugno 2018

nell'ambito del
XVI CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE

ARCHITETTURA DI PROSSIMITÀ


Realizzata nell’ambito del XVI Convegno Internazionale di Liturgia che si è tenuto a Bose dal 31 maggio al 2 giugno scorsi, negli spazi esterni e negli ambienti del monastero è incorso la mostra Passio dell’artista Luca Cavalca. La mostra sarà aperta fino alla fine del mese di giugno. Le immagini riportano alcune opere in mostra.


Così l’artista stesso presenta il tema della mostra e le opere esposte:

“Da tempo sto lavorando sul tema della passione di Cristo, affrontato e sviluppato in vari modi. Nella mostra presento una selezione dei lavori che trattano della condanna di Gesù, l’Ecce homo, la morte in croce e la resurrezione.

Leggi tutto: Mostra L’annunciazione come inizio di un percorso in cui già si vede la passione, il filo che porta immediatamente al velo che si squarcia alla morte di Cristo. Una seconda opera, attraverso l’istituzione dell’eucarestia, introduce il tempo vero e proprio della passione, il primo giorno del triduo pasquale.

Una serie di bozzetti ed opere finite affrontano il tema del sinedrio e dell’Ecce homo. Per poi passare alla morte in croce ed alla resurrezione di Cristo. Le ultime opere ( l’Ecce homo in legno e le due croci appese) sono più dirette ed esplicite, (senza frange) volutamente crude nella rappresentazione della verità. La verità di Gesù che flagellato e poi ucciso è trattato come carne da macello senza nulla di romantico o esteticamente bello da rappresentare artisticamente.

L’intenzione è quella di trasmettere la forza e la verità di quel momento, l'abbandono, la solitudine, il martirio della croce e per ultima la resurrezione come momento di salvezza assoluta. Anche la resurrezione è comunque presentata nella croce ed ancora sono visibili le piaghe. Una croce di resurrezione, più vecchia, risale ad alcuni anni fa, presenta invece la resurrezione come momento di gloria assoluta, la potenza che impresse la sindone, ora fuoriesce dalla croce”.


Luca Cavalca

Nato a Milano il 23 dicembre 1971, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel corso di scultura, contemporaneamente, si è specializzato in arte-terapia.

Vive e lavora tra Milano e l’entroterra ligure/piemontese, dove si è trasferito da qualche anno. Da sempre attivo come creativo nel mondo del design e della moda e scultore nel mondo dell’arte, Alcune sue opere sono conservate in importanti collezioni private, in luoghi pubblici e di culto, quali il comune di Bareggio in provincia di Milano, il monastero di Camaldoli in provincia di Arezzo, il monastero benedettino dell’isola di San Giulio sul lago d’Orta in provincia di Novara, la chiesa di Cristo Re a Genova, nella cappella di S. Francesco, all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Leggi tutto: Mostra In collaborazione con alcuni studi di architettura e individualmente, ha lavorato a progetti di adeguamento liturgico, progettazione di nuova edilizia di culto e di cicli iconografici. Di rilievo il primo premio ottenuto al concorso nazionale per il progetto di adeguamento della chiesa di S. Biagio a Finalborgo, svolto in collaborazione con l’architetto Alessandro Braghieri, la segnalazione per meriti progettuali al concorso per adeguamento della cattedrale di Acerra,(NA), ed il  concorso per la realizzazione della porta in bronzo della chiesa Madre di Noci a Bari dove ha ottenuto il primo premio.

Ha esposto in importanti gallerie con mostre personali e collettive sull’intero territorio nazionale. Recentemente con progetti di approfondimento e studio nel campo dell’iconografia e dei soggetti cristiani, ha esposto nei musei diocesani di Alba, nel monastero di Camaldoli (AR) dove è stato anche relatore alla settimana liturgica, all’oratorio della passione della Basilica di Basilica di S. Ambrogio a Milano, nella sacrestia monumentale di San Marco a Milano, nella chiesa di santa Chiara a Lovere (BG) nello spazio Viarena 5 a Bergamo. Nei chiostri di Bramante all’università Cattolica Del Sacro Cuore di Milano, nella Chiesa di s. Agostino a Reggio-Emilia, nella abbazia di Chiaravalle a Milano

Foto e sintesi del 2 giugno 2018

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Monastero di Bose
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto – Cei
Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

XVI CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
ARCHITETTURA DI PROSSIMITÀ

Idee di cattedrale, esperienze di comunità

BOSE, 31 maggio - 2 giugno 2018


La prossimità e la monumentalità

Gli spazi di prossimità nella città contemporanea a volte sono luoghi di abbandono e degrado: spiazzi incolti in attesa di ospitare nuove costruzioni. Invece di condannarli come ambienti emarginati, a Zaragoza (Spagna) sono stati ripensati grazie a un'iniziativa sostenuta dall'amministrazione comunale, come opportunità per una riappropriazione della città da parte dei cittadini. Ne ha parlato Patrizia Di Monte dell'Università di Zaragoza. Con una pianificazione "dal basso" gli abitanti dei quartieri sono stati invitati a proporre attività nuove per i lotti che, ceduti pro tempore dai proprietari, sono diventati orti, giardini, centri sportivi conformati e gestiti da volontari e asociazioni. Si tratta di un esempio di pianificazione sorta dal dialogo tra abitanti ed esperti che ne hanno coadiuvato le opere con la loro competenza tecnica. In questo modo recuperando spazi prima abbandonati e rivitalizzandoli, con un'opera di supplenza rivolta alle periferie, che rappresenta la polarità opposta a quella della tradizionale progettazione urbana. Questa è invece presente, secondo le modalità consuete, nella concezione della più nuova tra le cattedrali europee: quella di Evry (Parigi), progettata da Mario Botta. L'architetto italo svizzero ne ha riassunto la storia, spiegando come il vescovo di quella città satellite gli avesse chiesto di recuperare il senso del "trovarsi in un luogo", che era assente nel tessuto periferico cresciuto in fretta e senza volto. La presenza monumentale della nuova cattedrale, nella piazza prospiciente alla sede dell'amministrazione comunale, recupera il concetto di centralità che era proprio dei nuclei urbani medievali. A dimostrare che anche oggi è possibile la presenza urbana forte e netta della cattedrale, quale luogo di riferimento dell'identità urbana.

Nel riassumere il senso dello svolgimento del Convegno, Alberts Gerhards, docente di liturgia all'Università di Bonn, ha indicato come le diverse polarità attorno alle quali si sono svolte le diverse esposizioni: città diffusa o centralità, chiesa casa o presenza monumentale, conservazione delle testimonianze storico artistiche o innovazione in relazione alle necessità liturgiche attuali, si riconducono a unità nel segno di una chiesa che rimane viva e attiva pur in una società in forte trasformazione. Capace di testimoniare un messaggio perenne pur nella rapidità dei cambiamenti.

Sintesi di Leonardo Servadio

Foto e sintesi del 1 giugno 2018

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Monastero di Bose
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto – Cei
Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

XVI CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE
ARCHITETTURA DI PROSSIMITÀ

Idee di cattedrale, esperienze di comunità

BOSE, 31 maggio - 2 giugno 2018


Monumento storico, reliquia di un passato oggi fruibile quale monumento di attrazione turistica, o cuore pulsante di una comunità viva? Le testimonianze storiche, artistiche e architettoniche si riassumono nelle cattedrali, che esempio degli stili attraverso cui si è espressa la cultura nel passato. Ma in quanto luoghi di culto e sede della cattedra vescovile hanno la funzione precipua di testimoniare la fede nell'attualità e di ospitare le liturgie, secondo modalità che il Concilio ha mutato rispetto al passato Tridentino. Di tale sommarsi di significati ha parlato Erio Castellucci, vescovo di Modena-Nonantola con riferimento alla sua cattedrale, capolavoro medievale e precisa espressione della società del tempo, nella vasta articolazione di decori che raccolgono testimonianze di tutte le attività oltre che della cultura non solo cristiana ma anche dell'antichità classica e di paesi lontani. Quale monumento la cattedrale va conservata, quale luogo liturgico va innovata. Non solo, la centralità che occupa nella città storica, ha notato il liturgista e monaco di Bose, Goffredo Boselli va oggi recuperata quale segno visibile di identità, in una società in cui la Chiesa è sempre meno visibile. Ma  in cui cerca sempre di farsi prossima: per esempio riproponendo le "maison d'église" in Francia, sulla falsariga delle antiche domus ecclesiae offrendo luoghi che rispondono alle necessità dei nuovi quartieri urbani, siano essi residenziali o di uffici, come ha riferito Gilles Drouin, dell'Istituto superiore di liturgia di Parigi. Simile impegno si ravvisa nelle trasformazioni proposte per la cattedrale di Berlino, la cui architettura a pianta circolare ha subito diverse trasformazioni nel tempo. Il progetto vincitore di un recente concorso, raccontato da Anna Minta dell'Università di Linz, prevede ancora una trasformazione per portare l'assemblea a disporsi attorno a un altare al centro fisico dello spazio. Ed è questo il criterio seguito da Richard Vosko, consulente liturgico statunitense, per l'adeguamento di molte cattedrali da lui progettato. Sono architetture perlopiù costruite secondo la tipologia della basilica storica europea e in molte l'altare è stato portato in avanti così da porsi entro l'assemblea, mentre gli spazi previ (la piazza, il nartece) sono stati messi in risalto con opere artistiche significative e sono spesso usati per attività comunitarie: tutto questo rende la cattedrale alla vicinanza con la comunità diocesana.

/ CLI LAB /

Nel corso dell'apertura  del Convegno don Valerio Pennasso, responsabile dell'Ufficio Nazionale per i Beni Culturali e l'Edilizia di Culto della Chiesa, ha presentato l'iniziativa coordinata dal suo Ufficio insieme con la Comunità di Bose: il Laboratorio del Convegno Liturgico Internazionale (CLI Lab). Già all'inizio del 2017, ventiquattro giovani professionisti nel campo dell'architettura e dell'arte e giovani liturgisti sono stati selezionati per prendervi parte, allo scopo di preparare il terreno per rispondere alle necessità di alcune comunità parrocchiali ancora prive di adeguati luoghi di culto.
Il problema era di allacciare un dialogo di prossimità, fondato sulla conoscenza reciproca, tra autorità ecclesiali, mondo professionale e comunità locali. Ogni comunità e ogni territorio ha le sue particolarità che vanno rispettate e valorizzate nel progetto della chiesa edificio: questa infatti è chiamata a esprimere la presenza della Chiesa universale nei diversi luoghi, ma allo stesso tempo a rappresentare la specificità del luogo stesso, della sua cultura e del suo proprio sentirsi comunità.
I giovani del CLI Lab sono stati raccolti in quattro gruppi, così che in ognuno di essi vi fossero esponenti delle diverse specialità. Ciascun gruppo si è recato in una delle quattro realtà parrocchiali e, nel dialogare con esse per comprenderne le necessità, ha anche contribuito a formarle alla comprensione della liturgia e della cultura architettonica attuali. Su questa reciproca conoscenza si fonda la preparazione del documento atto a programmare i concorsi che dovranno essere attivati per realizzare le chiese mancanti.

Sintesi di leonardo Servadio