Che cosa vuoi che io faccia per te?

Foto di Osarugue Igbinoba su Unsplash
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Lc 18,35-43

35Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. 36Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. 37Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». 38Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». 39Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 40Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: 41«Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». 42E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». 43Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.


Eccoci giunti all’ultima delle domande di Gesù che abbiamo raccolto e lasciato risuonare in questo tratto di cammino insieme. Una domanda che rimanda a noi, che chiede di affinare il nostro desiderio e di imparare a manifestarlo con fede-fiducia, umiltà e coraggio, al Signore. E, certo, anche ad accogliere quel che ci viene comunque donato nella vita.

Nel nostro racconto (riportato anche nel Vangelo secondo Marco e in quello secondo Matteo), Gesù sta compiendo la sua salita verso Gerusalemme. Ha appena accolto dei bambini, veri eredi del Regno. Ha incontrato un notabile ricco, intrappolato nella sua tristezza. Ha appena terminato di annunciare ai suoi discepoli, per la terza e ultima volta, la sua passione, morte e resurrezione. Eppure, come annota l’evangelista Luca, “quel parlare restava oscuro per loro” (Lc 18,34).

A fronte di questa impossibilità a comprendere, ecco altri incontri capaci di dischiudere qualche spiraglio di speranza: l’incontro con un uomo cieco, seguito dall’incontro con Zaccheo.

Gesù è in cammino ed ecco un uomo cieco seduto sul ciglio della strada a mendicare. Un uomo senza nome, quell’uomo che nel Vangelo secondo Marco ha nome Bartimeo, figlio di Timeo. Ma qui è senza nome, la sua persona è circoscritta nella sua mancanza, nella sua cecità. Lui come i discepoli che non capiscono, come ciascuno di noi.

Quest’uomo cieco ha sviluppato gli altri sensi, e nel suo particolare sentire, non appena si rende conto che passa tanta gente, domanda cosa accada. Domanda, esce da sé. E riconosce che il passare di Gesù non è un passare qualsiasi. E allora si mette a chiamarlo, urlando. Non vede, ma sente e si fa sentire. Intuisce che in quel Gesù c’è qualcosa, qualcosa di unico.

Grida: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!” (v. 38). Grida e la gente lo rimprovera. Verbo forte questo rimproverare (è lo stesso verbo usato quando Gesù scaccia i demoni). Ma più lo rimproverano, più lui urla.

E Gesù si ferma, si arresta, in piedi. Una volta vicino, è Gesù a prendere la parola, a diventare domanda. Gesù gli chiede che cosa voglia da lui. Ovvio, potremmo pensare: era cieco, vorrà riacquistare la vista! Eppure a Gesù sta a cuore interpellare quell’uomo sul suo desiderio, sta a cuore ridestare la sua consapevolezza, la sua volontà profonda di vita, di vita piena. In quella domanda: “Che cosa vuoi che io faccia per te?”, Gesù intende far venir fuori il suo desiderio. “Signore, che io veda di nuovo!” (v. 41), che io veda, Signore!

Questo è il suo desiderio, come si ritrova nel seguito del vangelo con Zaccheo. Il suo desiderio che dice fiducia, che dice fede: “La tua fede ti ha salvato” (v. 42). Gesù lo rimanda a sé stesso, alla potenza del suo desiderio di vita, che con lui trova pienezza.

Quell’uomo ora vede e può camminare, può seguire Gesù lungo la via della vita, può seguirlo riconoscendo la grandezza di Dio che nei nostri limiti, nelle nostre mancanze, ci rende consapevoli della sua presenza.

Che a ciascuno di noi sia donato di poter seguire il Signore della vita lungo le strade del nostro desiderio, senza timore di lasciarci sorprendere quando anche il nostro desiderio viene riplasmato dal Signore stesso: il Signore ascolta i nostri desideri e compie le sue promesse, sempre più grandi e durature!

Buona continuazione del cammino condotti dal Verbo che viene a prendere dimora in noi!

Buon Natale del Signore!


DILLO CON UNA CANZONE

Eugenio in via di gioia
LA MISURA DELLE COSE