Silenzio per una vita comune autentica

Fratelli, sorelle,
dice la nostra Regola:

“Cerca di mantenere in te il silenzio interiore; liberato da sguardi su te stesso, potrai cercare il Signore con assiduità. Sappi che al silenzio interiore è necessario il silenzio esterno” (RBo 34).

È questo l’unico passo della nostra Regola in cui si parla di silenzio interiore. E si specifica subito che esso ha bisogno di quello esterno, perché senza silenzio materiale, senza discrezione nel parlare e anche nell’ascoltare, non si libera lo spazio interiore per il silenzio profondo. Che cos’è il silenzio interiore? È silenzio della memoria, per non continuare a essere abitati e disturbati da ricordi del passato che ci tolgono la pace, che ci fanno vivere di nostalgie o di rancori o perfino di odio. L’odio può nascere dal ricordo ostinato di un torto subito. È poi silenzio dalle conversazioni interiori, in cui immaginiamo di discutere o litigare con qualcuno. Se non si mette una custodia alla propria bocca e anche un freno a queste conversazioni silenziose del cuore, noi prepariamo nel nostro cuore i giudizi che poi verranno alla luce esprimendosi contro altri, oppure prepariamo la rabbia che a un certo punto esploderà con violenza. Il silenzio diviene lì una misura igienica che ci libera dal travisamento e dalla distorsione della realtà.

Silenzio interiore è poi ancora silenzio dell’immaginazione, dei pensieri, come insegnano i padri, per disciplinare la vita interiore, per una vera e propria pulizia interiore. Le immagini e i pensieri possono arrivare ad avere un potere su di noi così che ci dominano, si impongono a noi e ci portano a stravolgere la realtà. Diventano una lente deformante con cui guardiamo gli altri e in base a cui arriviamo poi a rapportarci con loro. E lì si vede come il silenzio interiore sia essenziale per dei rapporti buoni nella vita comunitaria.

È anche silenzio di affetti e sentimenti nel senso di purificazione anche della dimensione affettiva che tanto posto ha nella nostra interiorità: nel cuore noi possiamo accrescere e ingigantire le antipatie e possiamo gonfiare a dismisura le simpatie. È poi silenzio davanti a Dio, in cella, senza nulla dire o fare. Per ascoltare non solo la sua parola, ma anche il suo silenzio. Queste parole sul silenzio interiore nella nostra Regola si trovano nel capitolo dedicato a “Ordine e disciplina”, a dire come il silenzio è ciò che può mettere ordine nel caos del nostro cuore. E può ridarci la possibilità di una parola sensata e di una relazione equilibrata, per costruire una vita comune armonica e autentica. Perciò, fratelli e sorelle, siamo sobri e vigilanti, perché il nostro Avversario, il Divisore, come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare. Resistiamogli saldi nella fede e perseguendo il silenzio interiore. E tu, Signore, abbi pietà di noi.

fratel Luciano