Uno sguardo d’amore

Fratelli, sorelle,
dice il paragrafo 6 della nostra Regola:

“Tu sei un semplice cristiano che è stato chiamato a vivere l’Evangelo attraverso la tua vocazione primaria: il Battesimo. Ricorda cosa significa la vocazione: Gesù fissò il suo sguardo su di lui e lo amò. Con la vocazione Gesù ti ha guardato, ti ha amato e ti ha chiamato affinché tu entri con lui nel mistero della vita nascosta in Dio, e tu non viva più per te stesso ma per lui e per gli uomini tuoi fratelli” (RBo 6).

Se la Regola chiede di dimenticare il cammino percorso, essa chiede però di ricordare la vocazione e che cosa essa significhi. Riprendendo l’espressione di Mc 10,21, quando Gesù “fissò lo sguardo sull’uomo ricco, lo amò” e lo chiamò alla sua sequela, la vocazione di ciascuno di noi è letta dalla Regola come sguardo d’amore del Signore. Uno sguardo d’amore che è anche sguardo di elezione. La chiamata significa essere visti, conosciuti personalmente, intimamente, e questo sguardo d’amore illumina, dà senso e direzione all’esistenza.

Spesso però noi lo dimentichiamo. Il passare degli anni fa sparire l’entusiasmo dei primi tempi, ma questo non è un male, l’impatto con la realtà della vita in cui ci si è immessi conduce a un certo punto a una vita più piana e dimessa, più quotidiana, ma anche più profonda, una vita nascosta, nascosta con Cristo in Dio (cf. Col 3,3). Il rischio è che invece di entrare nella vita nascosta si entri in una vita routinaria, abitudinaria, una vita che è ripetizione quotidiana del già fatto, in un vivere per inerzia, oppure che si cada nel cinismo, nella sfiducia, nello scoraggiamento.

Lì comprendiamo che ricordare la vocazione ricevuta e ricordarla come sguardo d’amore del Signore su di noi, sia un lavoro, un’ascesi, una fatica a cui possiamo anche volerci sottrarre. Ricordarci della promessa fatta con i voti implica in particolare il ricordare lo sguardo d’amore del Signore, vera fonte da cui nasce la nostra vocazione, ma da cui può nascere anche la nostra fedeltà se continuiamo a mantenerci ogni giorno sotto quello sguardo. La fedeltà di questa memoria è all’origine della nostra perseveranza.

Perciò, fratelli, sorelle, siamo sobri e vigilanti, perché il nostro Avversario, il Divisore, come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare. Resistiamogli saldi nella fede, sempre memori dello sguardo d’amore all’origine della nostra vocazione. E tu, Signore, abbi pietà di noi.

fratel Luciano