Un Dio che si implica nella nostra storia: una lettura della Genesi

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Leggi tutto: Un Dio che si implica nella nostra storia: una lettura della Genesia cura di Daniel Attinger, monaco di Bose

In un certo senso, si deve dire che la Genesi non è l’inizio della Bibbia. L’inizio si trova negli eventi dell’esodo, quando Israele fece la conoscenza di Colui che divenne il suo Dio, il SIGNORE. La Genesi è un tentativo di raccontare Dio, in ciò che faceva prima di farsi conoscere a Israele. Ricuperando storie ancestrali di patriarchi, storie di clan e di tribù, che si raccontavano sotto le tende, e rileggendo i miti delle civilizzazioni circonstanti, Israele ha mostrato nella narrazione delle generazioni che compongono la Genesi, che il suo Dio, Dio di amore e di liberazione, si è manifestato tale fin dalle origini della storia umana e nelle varie vicende – anche tumultuose – della storia degli uomini. Nel contempo forgiava l’unità dello stesso popolo d’Israele.

Daniel Attinger

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Beati i pacifici

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Leggi tutto: Beati i pacificia cura di Giancarlo Bruni, monaco di Bose

«Dio è violento, sì o no? Le religioni, e il monoteismo ebraico-cristiano-islamico in particolare, sono fonte di pace, sono riserva critica nei confronti della cultura della violenza o sono motivo e giustificazione dei conflitti? L’attualità rende urgente, come sempre d’altronde, il chiedersi in rigorosità e verità di quali immagini di Dio si è portatori. Il che richiede, tra l’altro, un ritorno ai propri testi fondativi a coglierne il messaggio fontale, costitutivo ed essenziale, alla cui luce reinterpretare gesti e parole di violenza in nome del proprio Dio. Un Dio, e il riferimento è all’esperienza biblica, in principio pastore e guerriero, quindi smascheratore dell’origine da cui muove la violenza, il cuore dell’uomo, poi identificato dalle figure del Messia di pace e del Servo del Signore. Una breccia aperta che “Gesù verrà ad occupare” portando, nella versione cristiana, a compimento l’immagine di un Dio che si spezza senza spezzare nessuno, che si dà in pasto senza fagocitare nessuno, che non priva nessuno del suo sguardo di fiducia, di speranza e di amore. Per una storia altra, determinata dal guardare come si è guardati, un Dio non lupo prepotente, non volpe astuta, ma agnello mite e umile.»

Giancarlo Bruni

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