Vangelo della domenica

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Forma e figura di Cristo

18 maggio 2025

V domenica di Pasqua
Giovanni 13,31-35 (At 14,21-27; Ap 21,1-5)
di Luciano Manicardi

Il grido di vittoria di Gesù nasce dal fatto che il male non ha soffocato l’amore, che il dolore e la delusione per il tradimento dell’amico non hanno impedito l’amore. L’amore vince il male e la morte. Gesù gioisce perché la cattiveria e l’insipienza altrui non lo hanno contagiato, ma egli resta nell’amore. E ancora oggi Cristo risuscita nell’amore che i discepoli vivono nella storia.

Giovani

Scoprire l'altro, vivere con l'altro

Gesù cammina con i discepoli nella regione pagana di Tiro e Sidone. Una donna cananea va loro incontro gridando (Mt 15,21-28). Chiede aiuto per la figlia malata. Nessun ascolto! C’è una donna che implora per la figlia che soffre, e c’è un gruppo di maschi che procede insensibile, al massimo infastidito da una che intralcia il passo gettandosi ai loro piedi. È una scena violenta. Siamo nella terra del dolore che colpisce in maniera indistinta tutti gli esseri umani, ebrei e pagani, uomini e donne, e che non conosce confini né barriere. Eppure il maestro non si lascia toccare. Anzi ne fa un motivo per ribadire il senso della sua missione riservata solo alle pecore perdute di Israele e per discettare della sua teologia dell'elezione di Israele che giustifica il rifiuto di lei.