Vangelo del giorno
22 maggio 2025
Passando, Gesù vide un uomo cieco”. È appena scampato alla lapidazione, eppure Gesù non è distratto dalla preoccupazione per la propria vita; lo vede e si ferma presso di lui. Colpisce il contrasto tra l’attenzione di Gesù e la reazione dei discepoli: essi non vedono un uomo, ma la sua cecità come problema teologico, e subito interrogano Gesù “chi ha peccato, lui o i suoi genitori perché nascesse cieco?”. Questa domanda religiosa è un triste modo per evitare l’incontro con la realtà dolente di quell’uomo e sentirne compassione. E per non porsi l’altra domanda: ”Perché a lui, o a lei, e non a me?”. Se ci ponessimo questa domanda davanti alla sventura degli altri, non ci chiederemmo angosciati, quando il male cade su di noi o su chi amiamo: ”Perché proprio a me?”, come se l’esperienza ci avesse mostrato la giustizia della sventura.
Vangelo della domenica
18 maggio 2025
V domenica di Pasqua
Giovanni 13,31-35 (At 14,21-27; Ap 21,1-5)
di Luciano Manicardi
Il grido di vittoria di Gesù nasce dal fatto che il male non ha soffocato l’amore, che il dolore e la delusione per il tradimento dell’amico non hanno impedito l’amore. L’amore vince il male e la morte. Gesù gioisce perché la cattiveria e l’insipienza altrui non lo hanno contagiato, ma egli resta nell’amore. E ancora oggi Cristo risuscita nell’amore che i discepoli vivono nella storia.