Progetto e comitato scientifico

XI Convegno Liturgico Internazionale Bose, 30 maggio – 1° giugno 2013
IL CONCILIO VATICANO II
Liturgia, Architettura, Arte

Organizzato dal Monastero di Bose
in collaborazione con Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici
della Conferenza Episcopale Italiana e «Rivista Liturgica»

XI Convegno Liturgico Internazionale Bose, 30 maggio – 1° giugno 2013PROGETTO E COMITATO SCIENTIFICO

Organizzato dal Monastero di Bose, dall'Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana e da Rivista Liturgica, nel cinquantesimo anniversario della promulgazione della Costituzione conciliare sulla divina liturgia Sacrosanctum Concilium e nel centenario di fondazione di Rivista Liturgica, l'XI Convegno Liturgico Internazionale di Bose sarà consacrato all'analisi dell'attualità di Sacrosanctum Concilium, la sua recezione e i problemi oggi aperti. Particolare attenzione sarà riservata all'insegnamento del concilio sull'architettura e l'arte per la liturgia.

Come ha osservato Benedetto XVI, «il Concilio Vaticano II, iniziò i suoi lavori, cinquant’anni orsono, con la discussione dello schema sulla sacra liturgia, approvato poi solennemente il 4 dicembre del 1963, il primo testo approvato dal Concilio. Che il documento sulla liturgia fosse il primo risultato dell’assemblea conciliare forse fu ritenuto da alcuni un caso. Tra tanti progetti, il testo sulla sacra liturgia sembrò essere quello meno controverso, e, proprio per questo, capace di costituire come una specie di esercizio per apprendere la metodologia del lavoro conciliare. Ma senza alcun dubbio, ciò che a prima vista può sembrare un caso, si è dimostrata la scelta più giusta, anche a partire dalla gerarchia dei temi e dei compiti più importanti della Chiesa. Iniziando, infatti, con il tema della liturgia il Concilio mise in luce in modo molto chiaro il primato di Dio, la sua priorità assoluta» (Udienza generale, 26 settembre 2012). Paolo VI, infatti, promulgando la prima Costituzione del Concilio, affermava che «quel tema che è stato prima di tutto affrontato, e che in un certo senso nella Chiesa è preminente, tanto per sua natura che per dignità – vogliamo dire la sacra Liturgia – è arrivato a felice conclusione, e viene oggi da Noi con solenne rito promulgato.  […]  Se ora abbiamo semplificato qualche forma del culto perché sia meglio compresa dai fedeli e sia più consona alla mentalità contemporanea, non è certo Nostra intenzione dare meno importanza al pregare, né posporlo agli altri impegni del sacro ministero e dell’azione pastorale, né sottrarre qualcosa alla sua forza espressiva e all’eleganza dell’arte antica; bensì ricuperare la sacra Liturgia primitiva, affinché sia più aderente alle caratteristiche proprie della sua natura, sia più vicina alle sue fonti di verità e di grazia, e si traduca più facilmente in spirituale tesoro del popolo» (Discorso per la chiusura della seconda sessione del concilio  11.13). Con la Costituzione De sacra liturgia il Concilio «ha voluto vedere nella liturgia un’epifania della Chiesa», la manifestazione della Chiesa stessa (Giovanni Paolo II, Vicesimusquintus annus 9), e ha promosso la «riforma» dei riti e dei libri liturgici, e la «formazione» dell’assemblea e dei ministri alla liturgia e per mezzo della liturgia, affinché – attraverso la partecipazione attiva dei fedeli – la vita della Chiesa venga «in-formata» dal Mistero Pasquale creduto, confessato e celebrato. Il rinnovamento conciliare, radicato nella Tradizione ecclesiale, naturalmente ha toccato anche quelle «forme» visibili che – plasmate dall’architettura e decorate delle arti per la liturgia – dicono la presenza della Chiesa nel mondo.

I lavori di questo Convegno liturgico vogliono dunque ripercorrere il cammino storico, teologico e artistico che ha aperto la strada alla riflessione conciliare sulla liturgia, confluita nella Costituzione Sacrosanctum Concilium e, in particolare, nel suo settimo capitolo, dedicato allo spazio e all’arte liturgici. Questo momento anamnetico della riflessione sarà poi completato dall’analisi della recezione della riforma liturgica, sotto il profilo teologico-ecclesiologico, liturgico-estetico, artistico-architettonico ed ecumenico, per cogliere l’«oggi» della riforma liturgica in atto, fra il «già» e il «non ancora» delle sue realizzazioni, dei problemi insoluti ancora aperti, dei progetti e delle speranze per l’avvenire.

«Sembra sia venuto il tempo di ritrovare il grande soffio che sospinse la Chiesa nel momento in cui la costituzione Sacrosanctum Concilium fu preparata, discussa, votata, promulgata e conobbe le prime misure di applicazione. Il grano fu seminato: esso ha conosciuto il rigore dell’inverno, ma il seme ha germogliato, è divenuto un albero. Si tratta, in effetti, della crescita organica di un albero tanto più vigoroso, quanto più profondamente spinge le radici nel terreno della Tradizione» (Giovanni Paolo II, Vicesimusquintus annus 23). I lavori del Convegno non hanno certo la pretesa di esaurire un tema di tale ampiezza e complessità, ma – senza attardarsi in un’analisi archeologica del documento conciliare e senza neppure indulgere a tentazioni futurologiche – vogliono riconoscere che la liturgia è stata la prima realtà viva della Chiesa ad essere investita dalla novità del Concilio Vaticano II, divenendone in qualche modo il simbolo. Da lì ebbe inizio quell’«aggiornamento» voluto da Giovanni XXIII, perché fu attraverso la liturgia rinnovata e celebrata nelle lingue locali che si cominciò a fare esperienza del rinnovamento conciliare. In questo anniversario, è necessario dunque fare memoria del significato di quell’evento, verificare i frutti dell’opera di riforma, chiedendosi con papa Francesco se «dopo cinquant’anni abbiamo fatto tutto quello che ci ha detto lo Spirito Santo nel Concilio», in continuità con quella «crescita della Chiesa che è stato il Concilio», ed individuare i nodi problematici che attendono ancora una risposta per l’oggi e il domani della liturgia.

Relatori: card. G. DANNEELS, J. F. BALDOVIN, P. BÖHM, P. BRADSHAW, R. VAN BÜHREN, F. CAPANNI, F. CASSINGENA-TRÉVEDY, M. FORTI, A. GERHARDS, M. KLÖCKENER, E. PONTIGGIA, P. PRETOT, M. SODI, L. ZOGMAYER

Comitato scientifico

Enzo Bianchi (Bose), Stefano Russo (Roma), Goffredo Boselli (Bose), Emanuele Borsotti (Bose), Frédéric Debuyst (Louvain-la-Neuve), Paul De Clerck (Bruxelles), Albert Gerhards (Bonn), Angelo Lameri (Roma), Keith Pecklers (New York - Roma), Giancarlo Santi (Milano)