A Spiritual Contemporary Father

PER CONCLUDERE : IL SUO TESTAMENTO SPIRITUALE

Per quanto riguarda la nostra ricerca dell’unità visibile delle chiese, egli era – anche sotto molti altri aspetti – molto chiaro : “dobbiamo distinguere unità da uniformità”. Spesso le tradizioni, legate a culture locali, vengono assolutizzate. Dobbiamo ottenere l’unità nella diversità come fu nel caso della Chiesa delle origini. Pensiamo alla quantità di riti liturgici che ci sono stati trasmessi. Al centro di tutti questi riti ritroviamo l’Eucaristia dei battezzati, che investiti tutti del sacerdozio reale sono, pertanto, co-responsabili per una nuova vita in Cristo. L’Europa – e più ampiamente – il mondo intero, ha più che mai bisogno di valori e di senso. Come il lievito nella pasta, dobbiamo sentirci tutti insieme chiamati, come araldi di Cristo, a fare crescere il dinamismo dei cristiani. Ed è per questo che, in un certo senso, egli ha “declericalizzato” e “ decostituzionalizzato” la Chiesa affinché i fedeli da spettatori diventino nuovamente attori e partecipino alla vita spirituale. “Dio ha dato tante forze al battesimo di ognuno. Questa energia rappresenta un capitale che deve dare i suoi frutti. Ognuno di noi è responsabile nel rimettersi in gioco, ma non abbiamo il diritto di dichiararci troppo deboli”.

Fino al suo ultimo respiro, il nostro compianto metropolita continuò a porre l’accento sulla necessità di formazione dei Cristiani con la lettura quotidiana. Ma aggiungeva anche che non si doveva separare la teoria dalla pratica poiché il “Vangelo non è soltanto un filo conduttore per la fede ma anche per la vita “tout court

Il metropolita Emilianos desiderava ardentemente l’unità visibile dei cristiani ma sapeva “che soltanto l’amore incondizionato di Dio per gli uomini, donato dallo Spirito Santo, può ristabilire l’unità dei cristiani. Con questa speranza e tanto amore egli si è addormentato nel Signore, il 22 febbraio 2008 ad Aigion (Grecia), dopo avere pronunciato rivolgendosi a tutti coloro che lo circondavano e con grande umiltà la parola ““?????????” (Grazie)!.

Ringraziamo il Signore, nostro Dio, per averci inviato un simile servitore e padre per tanti anni! Eccolo, ora, nell’eternità, accanto al Giudice Supremo.

vescovo Athenagoras di Sinope

 

XVI CONVEGNO ECUMENICO INTERNAZIONALE