A Spiritual Contemporary Father

Bose, 18 September 2008, 11:30 am
Bishop ATHENAGORAS of Sinope
A Memory of Metropolitan Emilianos of Silyvria (1916-2008)
Bose, 18 September 2008
by ATHENAGORAS of Sinope
Desiderava ardentemente l’unità visibile dei Cristiani

A Memory of Metropolitan Emilianos of Silyvria (1916-2008)

XVI INTERNATIONAL ECUMENICAL CONFERENCE

Listen to the lecture (in French):

 

 

INTRODUZIONE

La presenza, dopo tanti anni, dello scomparso Metropolita Emilianos Timiadis in questo Monastero e a questo Convegno era data per scontata ma direi di più : era un vero dono! Ogni partecipante del Convegno nonché ogni membro della Comunità traevano beneficio - insieme o in colloquio privato - dalla sua semplicità, dalla sua attenzione paterna, dai suoi consigli e dai suoi interventi durante i dibattiti. Con le sue parole ispiratrici egli era un vero padre per tutti noi. Quest’anno, egli non è più fra noi ! Ed è per questo che vogliamo ricordarlo.

L’amicizia e la fratellanza, che univano il compianto metropolita e la Comunità di Bose, risale alla notte dei tempi. Infatti, già nel 1968 il Metropolita Emilianos visitò Bose e si intrattenne con fratel Enzo Bianchi ed i suoi compagni. Ritornò in seguito egli ritornò ogni anno e il legame divenne sempre più forte e talmente stretto che chiese, nel 1995, di potere trascorrere la maggior parte del suo tempo come fratello della Comunità. Visse in comunità “in armonia nell’unità del cuore e dello spirito, presente in Dio e che Dio si aspetta dai suoi discepoli “.

Tutti coloro che lo hanno incontrato ricordano certamente la sua semplicità e il suo dinamismo evangelico, il suo modo di occuparsi della Chiesa contemporanea ma soprattutto della Chiesa di domani. Ciò che lo caratterizzava era una grande preoccupazione per l’attualizzazione del messaggio evangelico
in un mondo che, troppo spesso, non conosce più Dio, né lo cerca o resiste alla sua grazia. Egli sottolineava costantemente la necessità di usare une lingua comprensibile e la ricerca dell’essenziale della nostra fede piuttosto che di occuparsi dei dettagli. Egli stimolava la ricerca di una risposta alla domanda: come ridare senso alla nostra società, che troppo spesso dimentica le proprie radici. E’ questo che faceva di lui un vero padre del nostro tempo : egli si preoccupava del benessere di tutti coloro che non sempre capivano di essere chiamati a vivere in comunità con il loro Creatore e Redentore. “Vivere in Cristo” deve essere – egli affermava – il frutto di una “scelta personale” e non può, in nessun modo, sottostare ad una qualche pressione o obbligo. E’ necessario che per ogni nuova generazione (teologi, monaci e monache…) delle persone siano preparate per dedicarsi alla rivitalizzazione costantemente rinnovata della fede in Cristo. Oltre a tutto questo egli rimane, comunque, un grande promotore dell’ideale dell’unità dei cristiani.