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II Domingo de Páscoa

A tutto questo Tommaso non è presente, così come non lo è stato nessuno dei lettori del vangelo. Egli considera una follia, «un vaneggiamento» (Lc 24,11) le parole dei suoi fratelli: vuole un rapporto diretto con il Signore, vuole una prova tangibile della sua resurrezione. Dal suo atteggiamento nasce per noi la domanda seria: sappiamo vivere la nostra fede pasquale nella comunità cristiana? Ovvero, siamo consapevoli che il Risorto si manifesta primariamente nel suo radunare la comunità cristiana nel giorno di domenica, per donarle sempre e di nuovo tutta la sua vita? Così è avvenuto per Tommaso: «otto giorni dopo», dunque già nel ritmo liturgico del giorno del Signore, Gesù si manifesta quando la comunità è riunita; ed è in questo essere convocato con gli altri «nello stesso» (1Cor 11,20), termine che indica non tanto il luogo ma l’unità data da Gesù Cristo stesso, che Tommaso lo incontra quale Risorto e Vivente.

Egli ha bisogno di vedere ma non di toccare le ferite di Cristo: quando infatti il Risorto lo precede e smaschera con misericordia la sua debolezza, Tommaso, vistosi amato persino nella sua incredulità, fa cadere le sue difese e formula una straordinaria confessione di fede: «Mio Signore e mio Dio!». E a lui Gesù riserva la sua ultima beatitudine, di cui anche noi siamo destinatari: «Beati quelli che crederanno senza avere visto». Sì, siamo chiamati a vivere la beatitudine di chi «vede» Gesù con gli occhi della comunità cristiana, riunita nel giorno del Signore e in ascolto della Parola di Dio contenuta nelle Sante Scritture, Parola di cui il vangelo è il centro, Parola che è Gesù Cristo.

A questo punto può dunque concludersi il vangelo, segno scritto tramandato «affinché crediamo che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e così abbiamo la vita nel suo Nome». Questa è la fede della chiesa, la fede che noi siamo chiamati a vivere nella chiesa; è la fede che può darci vita ogni giorno, fino al giorno della nostra Pasqua, del nostro passaggio da questo mondo al Padre di Cristo e Padre nostro, il quale ci donerà la vita eterna nel suo Regno.

Enzo Bianchi

Gesù, Dio-con-noi compimento delle Scritture
Commento al Vangelo festivo - Anno A
© 2010 San Paolo Edizione

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