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II Domingo de Páscoa

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Chiostro di Santo Domingo de Silos - Spagna
Tommaso ci rappresenta tutti e nel contempo, ci indica un itinerario per giungere a credere nel Risorto...
de ENZO BIANCHI
«Jesús Cristo ressuscitou dos mortos, como primícias dos que morreram… é o primogénito de entre aqueles que resuscitam dos mortos» (1Cor 15,20; Col 1,18): sabemos bem que este anúncio- o anúncio Pascal, é o específico do Cristianismo, o débito de esperança que nós, Cristãos, temos para com todos os Homens.

Anno A
Gv 20,19-31

«Gesù Cristo è risorto dai morti, primizia tra quelli che sono morti … è il primogenito di quelli che risuscitano dai morti» (1Cor 15,20; Col 1,18): sappiamo bene che questo annuncio, l’annuncio pasquale, è lo specifico del cristianesimo, il debito di speranza che noi cristiani abbiamo verso tutti gli uomini. Conosciamo però altrettanto bene le nostre resistenze profonde a credere a questo annuncio inaudito; di più, quanto fatichiamo a credere alla resurrezione di Gesù Cristo quale pegno e caparra della nostra resurrezione…

Queste resistenze sono le stesse sperimentate dai discepoli che hanno vissuto con Gesù, come ci mostra il vangelo di questa ottava di Pasqua, tradizionalmente conosciuta come «domenica di Tommaso». Tommaso ci rappresenta tutti e, nel contempo, ci indica un itinerario per giungere a credere nel Risorto, che sempre dice al nostro cuore: «Non essere incredulo, ma credente!». Egli non è insieme alla comunità quando Gesù viene, sta in mezzo ad essa come Signore che raduna i figli di Dio dispersi e lascia gesti e parole che riassumono l’intera sua vita. Il Signore mostra le ferite del suo corpo, segni indelebili della sua passione, dell’amore da lui vissuto «fino all’estremo». Poi consegna ai discepoli la pace, cioè lo shalom, la vita piena e abbondante, e accompagna questo dono con l’annuncio di un invio che è una precisa responsabilità: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi», ossia: «Come io ho narrato il Padre, ora spetta a voi narrare me». Infine il Risorto ricrea i discepoli con lo Spirito santo, forza nella quale rimette i loro peccati; e subito aggiunge che questo suo dono estremo non è loro possesso esclusivo, ma è dato affinché nella potenza dello Spirito essi rimettano i peccati a tutti gli uomini.

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