Lecture by metropolitan Chrysostomos of Messinia
L’altro teologo mistico, Nicolas Cabasilas, nel xiv secolo, influenzato dallo spirito scolasticheggiante dell’epoca, accosta la preghiera eucaristica al sacrificio di Cristo, sempre per la santificazione dei fedeli e per la remissione dei peccati, sì che risultino in qualche modo eredi del regno di Dio. Per giungere a questo fine, Cabasilas ritiene che anche la lettura delle Scritture vi contribuisca. In particolare le letture santificano in duplice modo. Il primo modo di santificazione è questo, per il quale traiamo giovamento dalla lettura: le letture annunciano la disponibilità e l’amore di Dio per l’uomo, la sua giustizia, il giudizio, infiammano d’amore di Dio e innestano in cuore una forte volontà di rispettare gli ordini di Dio. Tutto questo però non è che una preparazione per accogliere i preziosi doni. Questo modo indica che durante la funzione possiamo trarre giovamento dalla forza delle parole che vengono lette e cantate. Il secondo modo è relativo all’operatività delle letture rispetto all’economia divina. Cabasilas separa l’economia divina in tre parti: al centro c’è il sacrificio della croce, e così dunque anche le letture nel contesto della preghiera eucaristica da un lato guidano i fedeli alla virtù e dall’altro raffigurano il disegno di Dio. Con tale duplice concezione dell’agire delle sacre Scritture e delle letture si rafforza l’influsso dei testi areopagitici sul pensiero ermeneutico di Cabasilas, ma anche la concezione degli ermeneuti della liturgia sacra come Sofronio e Ghermanos di Costantinopoli. Per Cabasilas l’iniziazione è una sorta d’immagine unitaria dell’unico corpo della città del Salvatore, cioè è quel rivelarsi” che guida tutte le sue parti dall’inizio alla fine verso l’ordine e l’armonia reciproci” (La divina liturgia I, 1 e 6).
6. Infine, ancora una parola sul rapporto dialettico tra sacra Scrittura e adorazione divina. Questa dialettica è rafforzata in modo diacronico nella vita della chiesa e traspare anche a livello strutturale: in primo luogo nella collocazione della sacra Scrittura sul sacro altare, un gesto che costituisce l’indizio visibile della presenza del Logos di Dio nella vita della chiesa, e questo nel pensiero patristico ha assunto vari significati, dato luogo a diversi approcci teologico-liturgici, a livello storico, simbolico e anche escatologico. In secondo luogo questa dialettica si manifesta nella sacra eucaristia, che è la ripetizione della storia biblica della salvezza dell’uomo fino alle realtà ultime. Il ciclo quotidiano delle funzioni annuncia senza sosta il messaggio evangelico della salvezza, per tutti. Le letture bibliche e la predicazione costituiscono così parte imprescindibile della santa liturgia: senza “il mistero del Logos”, “la liturgia dei fedeli” sarebbe incomprensibile.
Metropolita Chrysostomos di Messinia