Message du Métropolite Antoine, Recteur de l’Académie théologique de Kiev

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Chiesa ortodossa ucraina – Accademia teologica di Kiev
Messaggio del Rettore dell’Accademia Teologica di Kiev
Antonij, metropolita di Boryspil

TRADUCTION EN ITALIEN DU MESSAGE  DU METROPOLITE ANTOINE

Di tutto cuore rivolgo il mio saluto a tutti coloro che sono ora riuniti presso il monastero della Trasfigurazione del Salvatore a Bose per partecipare al XXII Convegno ecumenico internazionale di ogni anni, dedicato allo studio dell’ereditò spirituale del cristianesimo orientale.


Quale tema della discussione presente sono state scelte le parole del Salvatore nostro Gesù Cristo “Beati i pacifici” (Mt 5,9). Questo tema possiede moltissimi aspetti diversi, poiché la categoria della “pace” (in greco ειρηνη) è tra i concetti fondamentali sia del Nuovo Testamento, sia nell’esperienza spirituale della Chiesa d’Oriente.

L’autentico artefice di pace secondo gli autori del Nuovo Testamento, il Pacifico con la lettera maiuscola, è certamente lo stesso Signore Gesù Cristo. Infatti, egli ha portato all’uomo la pace con Dio. L’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani, in modo semplice e profondo al tempo stesso, afferma che attraverso il Signore nostro Gesù Cristo noi siamo in pace con Dio (Rm 5,1). E in seguito spiega: Noi siamo stati riconciliati con Dio attraverso la morte del Suo Figlio Rm 5,10). La morte sulla croce del Salvatore cancella la maledizione che si stendeva sul genere umano dopo il peccato originale. Per questo Cristo è Artefice di pace, in lui noi riceviamo la riconciliazione (Rm 5,11).

E tuttavia, ricevendo in Cristo la pace con Dio Padre, noi riceviamo anche il particolare dono spirituale della pace tra gli uomini. Nella Lettera agli Efesini, l’apostolo Paolo dice che prima della venuta di Cristo nel mondo, l’umanità era divisa. Il popolo d’Israele era diviso dai pagani. Ma Cristo distrugge il muro di separazione che sta tra gli uomini, e fa dei due una cosa sola. In se stesso Egli realizza l’uomo nuovo, nel suo corpo egli riconcilia l’umanità con Dio. Al tempo stesso in Cristo l’umanità trova l’unità, poiché Cristo annulla ogni inimicizia. Così dunque non siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, conclude Paolo (Ef 2,14-19).

Per questo chiunque accoglie Cristo, diventa artefice di pace. Il Signore affida ai suoi discepoli il ministero della riconciliazione. Il cristiano è inviato agli uomini a nome di Cristo con l’appello alla pace: pace con Dio e pace tra gli uomini.

In tal modo, l’appello alla pace è indivisibile parte dell’annuncio cristiano. La stessa comunità cristiana deve diventare un modello di autentica pace interiore. La comunità cristiana, a differenza da tutte le altre società umane, deve costituirsi secondo la legge dell’amore. Il Signore indica la pace interiore e l’amore autentico come unico segno dal quale può essere riconosciuto il cristiano. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,35).

La costruzione dell’autentica pace è un importante compito del cristiano. Se è possibile da parte vostra, siate in pace con tutti, ci chiede l’apostolo Paolo (Rm 12,18). Nella Lettera agli ebrei questi questo appello ha anche una grande concretezza: Cercate di acquisire in pace con tutti e la santità, senza la quale nessuno potrà vedere il Signore (Ebr. 12,14).

Nell’esperienza della Chiesa d’Oriente, l’acquisizione della pace donata da Cristo, è compresa come un peculiare cammino ascetico. San Gregorio di Nissa, con sorprendente profondità, parla della trasfigurazione interiore dell’uomo che ha raggiunto la pace con Dio: “Quando l’essere umano riconciliato perde la molteplice duplicità e si trasforma interamente nel bene, divenendo semplice, indescrivibile e uno in senso autentico … si consolida la beatitudine e simili uomini sono chiamati in senso autentico figli di Dio”. La pace con Dio distrugge l’inimicizia dentro l’uomo. Le facoltà dell’anima divise dal peccato egualmente ritrovano la sperata unità. L’uomo si eleva all’autentica perfezione. Ricolmo della pace, è in grado di donare questa pace all’altro.

Oggi l’appello di Cristo a essere artefici di pace diventa per noi particolarmente importante. In Ucraina non cessa il versamento del sangue. E finora vani sono gli sforzi umani diretti al raggiungimento della pace. A ogni liturgia la nostra chiesa invoca da Dio la difesa e l’aiuto. Anche ora io chiedo sinceramente a tutti i partecipanti del simposio di elevare preghiere per l’Ucraina e il suo popolo. Noi come mai abbiamo bisogno del vostro sostegno. Crediamo che il Signore non ci abbandonerà e invierà all’Ucraina l’autentica pace.

Ancora e ancora auguro ai partecipanti al Convegno un dibattito fecondo, un reciproco arricchimento intellettuale e l’autentica gioia dell’incontro. Che il Signore ci aiuti a comprenderci meglio gli uni gli altri, e a fare nostra la secolare esperienza della Chiesa.

+ ANTONIJ

Metropolita di Boryspil’ e Brovarsk
Rettore dell’Accademia teologica e del Seminario di Kiev
Amministratore della Chiesa ortodossa ucraina