Message du cardinal Kurt Koch, président du Conseil pontifical pour l'unité des chrétiens
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TEXTE ORIGINAL ITALIEN DU MESSAGE DU CARDINAL KOCH
AUX PARTICIPANTS DU XXIIe COLLOQUE OECUMENIQUE DE BOSE
A Fratel Enzo Bianchi, Priore di Bose,
ai fratelli e alle sorelle del Monastero di Bose
e ai partecipanti al
XXII CONVEGNO ECUMENICO INTERNAZIONALE DI SPIRITUALITÀ ORTODOSSA
3-6 settembre 2014
Pace a voi! Le parole di questo tradizionale saluto, ebraico e cristiano, mi sembrano particolarmente adatte per iniziare il mio messaggio fraterno, tenuto conto del tema del XXII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa: "Beati i pacifici" (Mt 5,9). Non ho dubbi sul fatto che questo argomento sia stato scelto soprattutto alla luce del contesto internazionale politico segnato da così tante tragedie, non solo in Medio Oriente, ma anche in Europa ed in Africa. È possibile che anche la personalità del nuovo Papa abbia influenzato la
scelta di questo tema.
In effetti, è stato spesso notato che la pace è stata il cuore dell'insegnamento e dell'azione del nuovo vescovo di Roma sin dalle prime ore del suo pontificato. Meno spesso è stato forse rilevato che il Santo Padre considera di frequente questa pace dal punto di vista dell'unità e l'unità dal punto di vista della pace Come si legge nell'Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, la pace è definita in base al principio secondo il quale "l'unità prevale sul conflitto". In questo modo, come scrive Papa Francesco, "si rende possibile sviluppare una comunione nelle differenze" (EG 228), nella "convinzione che l'unità dello Spirito armonizza tutte le diversità" (EG 230). Infine, per descrivere questa pace, il Papa riprende audacemente la bella espressione che il grande teologo luterano Oscar Cullmann utilizzava per definire l'unità cristiana, ovvero una "diversità riconciliata" (EG 230).
Al contempo, è interessante osservare che le riflessioni del Papa sull'ecumenismo si trovano nella parte del documento che egli ha dedicato alla pace. L'unità dei cristiani è indissociabile dalla pace: non solo essa si realizza tramite la ricerca di una pace profonda tra i cristiani, come scrive San Paolo quando ci invita a "conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace" (Ef 4,1-3), ma è essa stessa al servizio della pace dell'umanità "Dobbiamo sempre ricordare", scrive Papa Francesco in merito all'ecumenismo, "che siamo pellegrini e che pellegriniamo insieme A tale scopo bisogna affidare il cuore al compagno di strada senza sospetti, senza diffidenze, e guardare anzitutto a quello che cerchiamo: la pace nel volto dell'unico Dio. Affidarsi all'altro è qualcosa di artigianale, la pace è artigianale.
Gesù ci ha detto: 'Beati gli operatori di pace' (Mt 5,9). In questo impegno, anche tra di noi, si compie l'antica profezia: 'Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri' (Is 2,4). In questa luce l'ecumenismo è un apporto all'unità della famiglia umana" (EG 244-245)
Queste riflessioni ci invitano, a mio parere. ad un duplice compito: fare della pace il cuore dell'ecumenismo e dell'ecumenismo il cuore della pace. Per rispondere a questa duplice sfida. i cristiani devono riflettere insieme a quella che potrebbe essere "una teologia della pace". Nella seconda metà del XX secolo, grazie a voci profetiche come quelle del Santo Papa Giovanni XXIII o del Patriarca Athenagoras, e grazie anche all'azione del Consiglio Ecumenico delle Chiese, è stato realizzato un importante cammino per radicare maggiormente il messaggio biblico della pace nella vita collettiva dell'umanità, mostrando il suo necessario legame con la promozione del1a giustizia ed il rispetto del creato.
Ma forse oggi abbiamo un più urgente bisogno di ritrovare i fondamenti di una spiritualità della pace. In effetti, come sottolinea di nuovo Papa Francesco nella sua Esortazione, "il primo ambito in cui siamo chiamati a conquistare questa pacificazione delle differenze è la propria interiorità. la propria vita, sempre minacciata dalla dispersione dialettica" (EG 229).
È in Cristo, che è la Pace in persona (cfr. Ef 2,14), che i cristiani d'Oriente e d'Occidente hanno attinto questa spiritualità della pace, comune sia all'esicasmo bizantino che al monachesimo benedettino. È in essa che manifestano e realizzano fin da ora l'unità della Chiesa numerosissimi "testimoni della pace", come quelli che verranno menzionati durante questo colloquio: San Francesco d' Assisi, San Nersès di Lambron, San Silvano del Monte Athos e tanti altri.
Sono pertanto profondamente grato al Monastero di Dose per aver dedicato il Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa al tema della pace. Sono sicuro che questa XXII edizione sarà un'ulteriore conferma del prezioso contributo della comunità di Bose all'amicizia tra cattolici ed ortodossi e, più in generale, all'unità dei cristiani. Rendo grazie a Dio ed esprimo, a nome della Santa Sede ed in particolare del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, la mia riconoscenza ai Fratelli e alle Sorelle di Bose, "artigiani della Pace".
Nel trasmettervi i miei sentiti auguri per il buon esito di questo Incontro, invoco su tutti gli organizzatori e su tutti i partecipanti la benedizione del Signore: "Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo" (1 Cor 1,3).
Kurt Cardinale Koch
Presidente