Message de Bartholomée Ier, Patriarche œcuménique
TRADUCTION ITALIENNE DU MESSAGE DU PATRIACHE BARTHOLOMÉE
AUX PARTICIPANTS DU XXIIe COLLOQUE OECUMENIQUE DE BOSE
Al reverendissimo dom Enzo Bianchi,
Igumeno della Comunità monastica di Bose,
grazia e pace da Dio Padre dal Signore nostro Gesù Cristo.
“Inanimate sono le cosiddette opere spirituali, qualora siano prive dello Spirito santo”. Con queste parole san Pietro Damasceno (cf. Discorso riassuntivo sulla conoscenza spirituale 60, ΕΠΕ 17, p. 370) ci offre la vera misura dell’uomo spirituale, in un’epoca in cui il concetto di «spirituale» è in vari modi oggetto di mistificazione da parte di uomini che, oltre ad essere ben lontani dall’autentica spiritualità, fanno di essa mercato.
La stessa cosa avviene con la pace. Oggi vediamo uomini che hanno tutto dentro di sé meno che la pace, e che pure diffondono rovina tra gli uomini parlando della pace. Essi dimenticano che la vera pace è frutto dello Spirito santo.
È perciò con soddisfazione che abbiamo appreso la notizia dell’organizzazione da parte della Comunità monastica di Bose, a noi cara, del XXII Convegno Internazionale Inter-cristiano di Spiritualità Ortodossa dedicato quest’anno ai “Pacifici” e alla pace, che è dono del santissimo Spirito.
La pace d’altra parte è frutto del distacco dalle passioni (apátheia) e si acquisisce per mezzo di una tenace lotta (agón) contro le passioni, «fino a giungere a quella pace dei pensieri, che è il luogo di Dio» (san Pietro Damasceno, Sulla rinuncia alle volontà proprie ΕΠΕ 17, p. 84). Per questo l’apostolo Paolo ci esorta: «Perseguite la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore» (Eb 12,14).
È necessario che l’uomo – e a maggior ragione il monaco – purifichi se stesso da ogni cosa a cui il suo cuore possa attaccarsi, poiché ogni cosa a cui il suo cuore aderisce, gli sottrae la vera pace; ma quanto più egli si allontana dalle cose terrene, tanto più si avvicina a quelle celesti. Per questo deve coltivare in ogni circostanza quella libertà da ogni preoccupazione che è secondo Dio, affinché il Signore veda il suo proposito e gli faccia grazia della pace e del riposo spirituale.
Questa lotta è dispensatrice di pace, poiché «essendo gli angeli cultori della carità e della pace, si rallegrano della nostra conversione e del nostro progresso nella virtù; per questo cercano di colmarci di contemplazioni spirituali e cooperano con noi in ogni azione di bene» (Teodoro l’Asceta, Capitoli utili all’anima, ΕΠΕ 17, p. 482).
Con l’inabitazione dello Spirito santo, ovvero con l’acquisizione di Dio in se stesso, l’uomo diventa sorgente di pace per il prossimo, anzi anche per l’intera creazione, e acquista una mente che, attraverso la sapienza e la grazia dello Spirito santo, diffonde la pace in tutto il mondo.
Per questo la vera pace, che il Signore ha predicato attraverso le beatitudini, diventa concreta proprietà e condizione dell’uomo, e pregustazione della vita immortale e imperitura.
Con queste riflessioni salutiamo da Costantinopoli l’annuale Convegno organizzato nel vostro Monastero, formulando il voto che le parole dei santi Padri e i loro esempi di vita che saranno oggetto di studio diventino per i partecipanti occasione di ricerca della vera pace, quella che lo Spirito santo concede a tutti coloro che lo invocano con tutta l’anima e con tutto il cuore e che amano la manifestazione della sua gloria. Amen.
30 Luglio 2014
Bartholomeos I, patriarca di Costantinopoli,
ardente intercessore presso Dio