Conférence du métropolite Hilarion de Volokolamsk
4. Teologia ortodossa e critica biblica
Nell’epoca moderna in Occidente si è sviluppato l’approccio storico-critico al testo biblico, che prevede in primo luogo l’analisi di critica testuale (ristabilire il testo più antico mediante il confronto dei manoscritti), in secondo luogo l’analisi filologica (ricorrendo ad altri documenti scritti dell’Antico Oriente), in terzo luogo l’analisi storica (considerando le nostre conoscenze sulla realtà del mondo antico, la vita e la cultura del tempo). Caratteristica della scienza biblica europea è il fatto di applicare al testo biblico, nella sua realtà letterale, gli stessi metodi di analisi degli altri testi antichi. Spesso questo approccio storico-critico è anche detto critica biblica.
Esiste l’opinione secondo cui il cristiano ortodosso deve rifiutare la critica biblica in quanto derivante dagli studi condotti nell’ambito protestante. Quest’opinione è senz’altro sbagliata. Un atteggiamento devoto verso la Bibbia non esclude un atteggiamento critico verso il suo testo. Il confronto degli antichi manoscritti, l’individuazione delle varianti e la ricostruzione del testo più autorevole non contraddicono affatto la comprensione ortodossa della sacra Scrittura, perciò per il cristiano ortodosso le edizioni critiche della Bibbia hanno il medesimo valore che per un cattolico o un protestante.
Gli studi storico-critici aiutano a ricostruire il contesto storico della scrittura, a capire meglio come le parole della Scrittura erano intese dai suoi primi lettori e uditori. Certo bisogna tenere conto che queste ricerche sono finalizzate per l’appunto alla comprensione letterale della Scrittura, alla “evidenza transitoria” (Massimo il Confessore)(17) del testo. In base ai presupposti stessi della moderna scienza biblica l’interpretazione spirituale della Scrittura, fondamentale per i santi Padri, rimane fuori dal campo visuale. Possiamo dire che lo studioso del testo biblico secondo il metodo storico-critico, e il teologo che concentra la sua attenzione sull’interpretazione spirituale della Scrittura attraverso l’esegesi dei santi Padri, guardano alla Bibbia da due punti di vista diversi. È importante capire che questi punti di vista non sono in contrasto tra loro.
Nel xx secolo molti teologi ortodossi hanno sostenuto la necessità di condividere i risultati della moderna critica biblica. Così si esprimeva nel 1947 A.V. Kartašev: “La Chiesa russa si trova dinanzi alla necessità di una campagna missionaria sul vasto suolo della terra nativa, per la quale non possiamo limitarci all’arsenale della nostra antiquata scienza teologica. Per colpire il nemico sulle sue posizioni, apparentemente avanzate e scientifiche, bisogna che noi stessi ci armiamo con la tecnica più moderna. Ma per fare questo dobbiamo prima adottarla creativamente, farla nostra e trasformarla nell’alveo della teologia e della verità ecclesiale”(18).
Sull’atteggiamento positivo dell’Ortodossia verso la critica biblica intervenne anche Sergij Bulgakov: “Nulla impedisce, anzi è del tutto naturale … che ci si avvalga degli autentici risultati scientifici conseguiti nel mondo cristiano occidentale e, con i dovuti aggiustamenti e integrazioni, li si immetta nella pienezza della tradizione ecclesiale, certo non per sostituire, ma per conoscere più a fondo e colmare le lacune. La verità è una sola, ma è attinta dagli uomini in un processo dialogico di sviluppo. La coscienza ortodossa non ha motivo di temere la critica biblica o di indignarsi per essa, poiché mediante essa possiamo attingere più concretamente le vie del Signore e l’azione dello Spirito, che in varie forme e misure opera nella Chiesa”(19).
Purtroppo il destino dei paesi dell’Europa Orientale, e specialmente della Russia, nel xx secolo non ha favorito lo sviluppo della scienza teologica. Dopo la rivoluzione, la teologia in Russia cessò in sostanza di esistere per diversi decenni. Le scuole teologiche rinate nel 1943 non potevano porsi il compito di ristabilire gli studi teologici nelle dimensioni che avevano prima della rivoluzione. Nemmeno ora, a due decenni di distanza dalla caduta del regime ateistico, questo compito può dirsi realizzato.
La tragedia degli studi teologici colpì particolarmente il campo biblico. Nei nostri istituti religiosi s’impiegano spesso come libri di testo le opere degli autori prerivoluzionari, o le loro parafrasi. Nel frattempo in Occidente la scienza teologica non è stata ferma. Nel campo della biblistica è stato fatto un enorme progresso: ricerche monografiche di ogni sorta sono state scritte su singoli libri della Bibbia, sulla storia e sulla teologia biblica. Gli studiosi ortodossi non possono più ignorare il ricchissimo materiale accumulato dalla scienza biblica occidentale all’inizio del xxi secolo.